L’AQUILA – Liste non chiuse e non annunciate per la quadra in un partito in questi cinque anni mai sereno e coeso, ma candidature ufficializzate alla spicciolata dagli stessi protagonisti, sicuri di un biglietto di partecipazione all’agone elettorale del 10 marzo prossimo.
Un’impasse causato soprattutto dalle bizze dei cosiddetti big, con i quali i vertici hanno avviato trattative, in alcuni casi da mesi, per capire se gli eletti in consiglio regionale e in giunta, volessero esercitare o meno il diritto di prelazione nelle candidature alle prossime elezioni.
È questa la situazione della Lega in Abruzzo, in seno alla quale liti, divisioni ed abbandoni eccellenti, l’hanno fatta da padrona negli ultimi cinque anni, quando si sta per entrare nel vivo della campagna elettorale che il Carroccio affronta con la pesante eredità del 27,5%, pari a 165.008 voti, che valse nel febbraio 2019 l’elezione di ben 10 consiglieri e 4 posti su 6 nella giunta del presidente Marco Marsilio di Fdi, ricandidato per un secondo mandato.
Un risultato irripetibile, visto il passaggio di testimone a Fratelli d’Italia come primo partito del centrodestra, che vede comunque i salviniani, che in cinque anni hanno perso metà dei dieci eletti, alla ricerca di una prestazione che possa almeno eguagliare la media nazionale tra il 9-10%.
In questo quadro, dopo aver tenuto banco per settimane il caso in seno al partito, si registra l’ultima defezione: il consigliere regionale ed assessore alla Salute, Nicoletta Verì, non si candiderà per motivi personali e il coordinatore regionale, Luigi d’Eramo, sottosegretario all’Agricoltura, che l’ha attesa a lungo, ha gettato la spugna e sta chiudendo le liste senza l’assessore, spesso accostata a Fdi.
Verì, psicologa, è stata ex consigliera comunale di Fi a Pescara, poi consigliera regionale del Pdl dal 2009 al 2014 con il ruolo di presidente della quinta Commissione Affari sociali e Salute, candidata al Senato alle Politiche del 2013 con Scelta civica di Mario Monti, passata infine al Carroccio in vista delle elezioni regionali del 2019 nel momento in cui i salviniani spopolavano con percentuali fino al 35%.
Secondo quanto si è appreso, a Verì è stato chiesto per coerenza di dimettersi, ma il presidente Marsilio, più volte accusato dai leghisti di essere il regista della grande operazione di spoliazione, sicuramente non prenderà in considerazione l’ipotesi, sempre che Verì le presenti, fatto questo ancora meno probabile.
Verì potrebbe passare in Fdi, ma non subito, frenata dal blocco al cambio di casacca in prossimità delle elezioni di marzo deciso dal tavolo nazionale del centrodestra. Potrebbe avvenire subito dopo le elezioni, e del resto nel corso della legislatura Verì è stata molto più in sintonia con il partito di Giorgia Meloni che con i vertici e colleghi della Lega in Regione.
Dunque le liste della Lega non sono ancora ufficiali, ma intanto si moltiplicano nei quattro collegi le conferenze stampa di annuncio di discesa in campo da parte dei singoli candidati, che anticipano i tempi per poter subito cimentarsi nella campagna elettorale.
Ad aprire le danze, al fianco del segretario regionale e sottosegretario all’Agricoltura, Luigi D’Eramo e gli altri big del partito, è stato l’8 ottobre Antonio Del Boccio, già candidato sindaco civico alle ultime comunali di Avezzano, ex capo della polizia municipale. Poi il 14 ottobre è sceso in campo a Lanciano l’avvocato Donato Di Campli, presidente dell’ente fieristico regionale Lancianofiere, affermato imprenditore del turismo, ed ex agente del calciatore Marco Verratti, da lui portato dal Pescara al Psg.
Il 29 ottobre nella pinacoteca di palazzo d’Avalos a Vasto è stata la volta di Sabrina Bocchino, consigliere regionale e segretario dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, imprenditrice, che nel 2019 ha preso 3.777 voti, candidata di punta, e che con lo slogan “Il mio territorio. La mia missione”, il 14 dicembre a Chieti tornerà ad incontrare i cittadini.
Giovedì scorso, sempre ad Avezzano, ha presentato la candidatura Maria Matteucci, stimata medico di medicina generale della Asl provinciale.
Nei prossimi giorni sarà la volta l’assessore regionale al Lavoro e al sociale, Pietro Quaresimale, ex sindaco di Campli, secondo più votato in assoluto alle regionali del 2019 con 8.838 preferenze. Non ci sarà invece l’ufficializzazione della discesa in campo del tre volte consigliere regionale Benigno D’Orazio, avvocato ed amministratore unico della società che gestisce le Terme di Popoli, che ha deciso di non essere della partita.
Per il resto, anche nella Lega, ci sono nodi ancora da sciogliere, che ritardano la possibilità di completare il quadro delle candidature in un partito che si presenta in Abruzzo con l’obiettivo minimo di confermare la media nazionale del 9%, soglia molto lontana dal 27,53% delle regionali del 10 febbraio 2019.
Una pattuglia di consiglieri, come detto, poi dimezzata tra le altre cose per lo scontro con Fdi e per le rotture politiche di alcuni consiglieri con il segretario D’Eramo.
Comunque tanti altri nomi possono essere dati già per certi: nel collegio aquilano, oltre ai citati Del Boccio e Matteucci, sarà in pole position Emanuele Imprudente, vice presidente della Regione, con delega all’Agricoltura, terzo più votato in assoluto alle regionali del 2019 con 8.794 preferenze. Candidato di punta per l’intera Lega abruzzese, e su cui si punta per incrementare il risultato complessivo.
Tra le candidate donne troviamo Carla Mannetti, ex dirigente regionale ed ex assessore alla Mobilità al Comune dell’Aquila, ex Fratelli d’Italia e che ora nella Lega è coordinatrice dipartimento Trasporti, Infrastrutture e Lavori pubblici, l’ex consigliere comunale di Sulmona, Roberta Salvati, la ex presidente dell’Adsu, l’Azienda regionale del diritto allo studio universitario, Eliana Morgante, il consigliere provinciale dell’Aquila, Gabriella Sette, componente del Consiglio comunale di Pizzoli.
Nel collegio di Chieti oltre ai citati Di Campli e Bocchino, c’è poi Fabrizio Montepara, presidente della prima Commissione Bilancio, 2.917 preferenze nel 2019, entrato in consiglio come surrogato dell’assessore Nicola Campitelli, ora passato a Fdi. In corsa Mario Colantonio, capogruppo al consiglio comunale di Chieti. In corsa anche Rocco Paolini, ex presidente del Consiglio comunale di Francavilla e assessore provinciale.
In provincia di Pescara, nessun dubbio sulla ricandidatura del consigliere regionale e capogruppo all’Emiciclo, Vincenzo D’Incecco, 6.681 voti nel 2019 ed ex consigliere comunale a Pescara.
Altro nome ricorrente è quello del presidente del Consiglio di Pescara, Marcello Antonelli.
Crescono le quotazioni di Maurizio Valloreo, assessore con delega alla Sanità al comune di Città Sant’Angelo, mentre a Montesilvano si rafforza l’ipotesi del consigliere comunale, Corrado Di Battista.
Una donna dovrebbe essere espressa dal vicesindaco di Pescara, Adelchi Sulpizio. Per le donne restano sul tavolo i nomi dei consiglieri comunali di Montesilvano Paola Ballarini e Valentina Di Felice.
Calano le quotazioni per Ricardo Chiavaroli, ex consigliere regionale del Pdl, ora leghista e presidente di Ambiente spa, la società partecipata del Comune di Pescara, di Lino Galante, ex segretario provinciale di Pescara e di Anthony Aliano, avvocato e già assessore del comune di Montesilvano, segretario della Lega per la sezione cittadina.
In provincia di Teramo punto fermo oltre a Quaresimale, in corsa dovrebbe essere la consigliera regionale Simona Cardinali, 3.997 preferenze nel 2019, subentrata come prima dei non eletti all’assessore Quaresimale.
La novità è che potrebbe decidere di non essere della partita la neoconsigliere regionale Federica Rompicapo, che deve competere nel territorio di Atri, già affollato di candidati del centrodestra.
In un quadro ancora fluido, gli altri nomi in lizza restano quelli di Antonio Zennaro, ex deputato del Movimento 5 stelle, poi passato con i leghisti e candidato non eletto alle politiche dell’anno scorso, nominato a marzo vice segretario regionale, dell’avvocato Berardo Rabuffo, capogruppo in consiglio comunale a Teramo ed ex consigliere regionale, Maria Di Domenico, responsabile organizzativo della Lega in provincia di Teramo.
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