REGIONALI, L’URLO DEI MODERATI: TANCREDI, “FOLLE METTERE IN DISCUSSIONE CANDIDATURA MARSILIO”

SEGRETARIO PARTITO DELL'EX MINISTRO LUPI: "NON INTERESSA CHI ABBIA RAGIONE O TORTO TRA LEGA E FDI SU VOTO IN SARDEGNA, QUI IN ABRUZZO MANCA UN MESE A PRESENTAZIONE LISTE, NON SI PUO' CAMBIARE AUTISTA IN CORSA, SAREBBE IL CAOS"

12 Gennaio 2024 08:09

Regione - Politica

TERAMO – “Mettere oggi in discussione, a soli due mesi dalle elezioni regionali, e a un mese dalla presentazione delle liste, la candidatura a presidente di Marco Marsilio, è assolutamente da irresponsabili, sarebbe il caos, non si può pensare ora di cambiare l’autista di un treno in corsa, a prescindere di chi nel dibattito nazionale abbia ragione oppure torto”.





Mentre i vertici del centrodestra abruzzese tacciono e attendono, a prendere netta posizione sul feroce scontro in atto tra Lega e Fdi per le candidature nelle cinque regioni al voto quest’anno, è al microfono di Abruzzoweb, Paolo Tancredi, ex parlamentare ed ex consigliere regionale, oggi coordinatore regionale di Noi moderati, formazione politica che ha come segretario nazionale l’ex ministro Maurizio Lupi, che sta lavorando a completare una lista, con o senza Udc, e che correrà anch’essa nella coalizione di centrodestra il 10 marzo in Abruzzo.

La vicenda è nota e riempie da giorni le pagine dei giornali nazionali: Fdi per le elezioni regionali in Sardegna è pronta ad ufficializzare la candidatura del suo sindaco di Cagliari Paolo Truzzu, con buona pace dell’uscente presidente leghista Christian Solinas, e facendo venir meno la regola che sembrava pacifica del riconfermare ovunque i presidenti uscenti. E così lo scontro mette in discussione anche la candidatura di Marsilio, di Fdi, in Abruzzo, dei forzisti Alberto Cirio in Piemonte e Vito Bardi in Basilicata, entrambi forzisti, della leghista Donatella Tesei in Umbria.  Ieri ha infatti ribadito il vicepremier e leader leghista Matteo Salvini: “Compensazione all’interno della coalizione di centro-destra nel caso dovessero esserci dei candidati alternativi? Non mi interessano le compensazioni. Ma è chiaro che se dici ‘cambiamo in Sardegna’ allora cambiamo in Basilicata o in Abruzzo”.

Uno scenario che agita e non poco, anche in Abruzzo, le forze della coalizione di centrodestra, compreso Noi Moderati. Tiene infatti a precisare Tancredi, “la mia posizione per l’Abruzzo è la stessa di Maurizio Lupi a livello nazionale, e sono convinto che anche gli amici della Lega  abruzzese siano consapevoli di quanto sia sciagurata solo l’ipotesi di cambiare ora il candidato presidente. Significherebbe fare implicita ammissione di fallimento dei cinque anni di governo regionale, dove invece il centrodestra ha ben amministrato, e poi entrerebbero in campo tante altre ambizioni per la candidatura alla presidenza. Non so come andrebbe a finire, ma temo molto male…”





Il punto è però che Fdi vuole anche la Sardegna, oltre all’Abruzzo, perché rivendica l’essere di gran lunga in primo partito del centrodestra, secondo gli ultimi sondaggi al 29%, rispetto al 9% della Lega, e al 7,3% di Forza Italia. La Lega resta ferma invece sul principio della continuità amministrativa, ovvero a prescindere dal peso dei partiti confermare ovunque i presidenti uscenti. Sullo sfondo lo scontro esploso ben prima della partita delle regionali, per l’egemonia e lo spazio di agibilità in un centrodestra dove oramai a spadroneggiare è la premier Giorgia Meloni ed Fdi, a discapito degli alleati messi sempre più all’angolo.

“Ho rispetto di tutte e due le tesi – spiega però Tancredi -, ma faccio anche un’altra considerazione: la Lega governa già nelle più grandi regioni del Nord, dove però Fratelli d’Italia, sia nelle ultime elezioni politiche che negli attuali sondaggi ha superato e di molto la Lega. Ma al di là di questo, la questione non può coinvolgere noi. Da abruzzese dico: va bene questo dibattito, dico va bene, questo scontro ha buoni argomenti, da ambo le parti, ma da noi, a livello regionale, non ha davvero ragione di esistere. Tra meno di un mese, il 10 febbraio, dobbiamo presentare le liste, e senza entrare nel merito di chi ha ragione e chi a torto, qui è troppo tardi cambiare il conducente in corsa, non rientra in nessun canone, non dico politico, ma della semplice ragionevolezza”. Filippo Tronca

 

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