L’AQUILA – “Sono orgoglioso di essere stato indicato dalla comunità politica a cui appartengo come candidato alle prossime elezioni regionali. Sono pronto alla sfida per poter rappresentare al meglio il territorio e cittadini, in quello che sarebbe il mio primo vero incarico politico a tempo pieno. E tra le priorità della prossima legislatura, ci dovrà essere il collegamento ferroviario diretto e veloce tra L’Aquila e Roma”.
A parlare, nel suo comitato elettorale di piazza Duomo a L’Aquila, è l’avvocato Alessandro Piccinini, ex assessore comunale ed ex presidente della società pubblica per il ciclo idrico integrato Gran Sasso Acqua, ora candidato alle elezioni regionali del 10 marzo nelle fila di Fratelli d’Italia.
Piccinini entrando nel merito delle sue priorità politiche, si limita a citarne una che gli sta particolarmente a cuore: “L’Aquila ha bisogno di un collegamento ferroviario diretto con Roma, come deve avere un capoluogo di Regione, e che farebbe davvero da volano per l’intera economia territoriale e per il turismo. Ad oggi esiste già uno studio di fattibilità. Il Consiglio regionale deve porlo a mio modo di vedere tra le priorità della prossima legislatura”.
Piccinini nella prima consiliatura del sindaco Pierluigi Biondi, di Fdi anche lui, ad un certo punto ha deciso di lasciare il suo posto in giunta per dedicarsi al lavoro e alla famiglia e spiega a proposito il candidato: “se dovessi essere eletto questo sarebbe per me il mio primo e vero incarico politico a tempo pieno, perché fino ad oggi io ho sempre vissuto la politica come servizio, dedicandomi principalmente alla mia attività professionale di avvocato, oramai ventennale. In quell’occasione è stata una scelta maturata per motivi familiari, visto che stava nascendo mia figlia, e anche dal punto di vista professionale avevo degli impegni a cui non potevo sottrarmi. Non è una cosa scontata, che fanno tutti”.
Piccinini invece si è dimesso dall’incarico di presidente della Gran Sasso acqua per rimuovere le ragioni di incompatibilità con la sua candidatura come previsto dalla legge.
“Sono stati tre anni molto proficui, l’azienda anche col mio apporto è cresciuta e ora ci sono grandi opportunità grazie ai fondi del Pnrr”, commenta il candidato.
Alla domanda poi sulla conflittualità che ha segnato e segna Fratelli d’Italia soprattutto in provincia dell’Aquila con la nota rivalità tra il sindaco Biondi e il senatore e vice coordinatore regionale Guido Quintino Liris, Piccinini risponde: “più che di conflittualità io parlerei di una normale dialettica in un partito che ha vissuto una forte crescita negli ultimi anni vive, soprattutto in occasione delle scadenze elettorali. Fdi rimane comunque una comunità umana unica e unita, che continua a lavorare e a portare grandi risultati, in virtù anche di una filiera politica che dal Comune passando per la Regione e arriva al governo italiano. Il rapporto costante e proficuo con i parlamentari del territorio sono del resto fondamentali”.
Infine la vicenda giudiziaria che lo coinvolge: Piccinini è indagato per falso nell’ambito dell’inchiesta sulla contestata presunta inconferibilità dell’incarico di liquidatore di Euroservizi, società della Provincia dell’Aquila, e dopo la citazione a giudizio della Procura della Repubblica dell’Aquila, comparirà il 5 aprile prossimo in una udienza predibattimentale, ovvero una udienza filtro prevista dalla riforma Cartabia, per verificare se ci siano o meno gli elementi per un processo. Il provvedimento arriva dopo che il noto e stimano legale è stato anche sentito dal pm Marco Maria Cellini in un interrogatorio nel quale ha respinto le accuse.
“Di questa vicenda mi ritengo parte offesa, e non sono assolutamente preoccupato.
Mi viene contestato l’elemento soggettivo del dolo in riferimento a una dichiarazione su una presunta non compatibilità per un incarico da liquidatore. Mi si contesta che io dolosamente avrei nascosto delle informazioni quando in realtà il motivo di inconferibilità io l’ avevo indicato nel curriculum, allegato alla mia domanda. Inoltre sia il presidente della Provincia che mi affidò l’incarico, sia il responsabile dell’anticorruzione della Provincia, sapevano benissimo che io fino a pochi mesi prima ero stato assessore comunale. Ma soprattutto ritengo che si tratta di un incarico di natura professionale e infine va ricordato che io quell’incarico l’ho fatto a titolo gratuito e non sono stato retribuito. Una vicenda che si chiarirà presto”.
L’INTERVISTA
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