CAGLIARI – In Sardegna è iniziato alle 7, nelle 1.884 sezioni dell’isola, lo scrutinio delle schede per l’elezione del presidente della Regione e del Consiglio regionale dopo la giornata di votazioni di ieri.
Con 183 sezioni scrutinate su 1.884, la candidata del campo largo a trazione M5s-Pd Alessandra Todde è al 45,9 per cento con 24.848 voti. Ma è ancora testa a testa: Paolo Truzzu del centrodestra segue a pochissima distanza con il 45,2 per cento e 24.485 voti. Renato Soru è al 7,9 per cento con 4.275 voti, Lucia Chessa all’un per cento con 515 preferenze.
ll quotidiano La Repubblica riporta la forte irritazione al comitato di Paolo Truzzu su alcuni dati sul voto disgiunto. “In una sezione di Monserrato, nel Cagliaritano, 4 schede della Lega registravano il voto per Todde. E non è l’unico caso – riporta il quotidiano citando fonti FdI: “Va capito se si tratta di indicazioni sporadiche, fisiologiche, o organizzate da qualche candidato
Anche la legge elettorale sarda, regione a statuto speciale, non prevede ballottaggi e viene eletto o eletta presidente chi prende più voti al primo turno. Previsto però il voto disgiunto.
L’affluenza è stata del 52,4% in lieve calo rispetto al 53,74% del 2019. Le operazioni di spoglio devono concludersi alle 19, secondo quanto previsto dalla legge statutaria elettorale. Nelle prossime ore – dipenderà dalla durata dello scrutinio – si conoscerà il nome del presidente che governerà la Sardegna nella legislatura 2024-2029, la 17esima della storia autonomistica della regione.
Una elezione guardata con estremo interesse in vista delle prossime sfide elettorali, a cominciare da quelle in Abruzzo del 10 marzo, a cui faranno seguito quelle in Basilicata Piemonte e Umbria, per non parlare delle elezioni europee. In Sardegna si consuma anche un test del centrosinistra di campo largo, con l’alleanza Pd e M5s.
Il centrosinistra sostiene Alessandra Todde, 55 anni di Nuoro, ingegnere informatico, ex sottosegretario e vice ministro nei Governi Conte e Draghi, e attuale numero due del Movimento Cinque stelle. A sostenerla M5S, il Partito democratico, Alleanza verdi sinistra, Sinistra Futura, i Progressisti, il Psi Sardi in Europa, Forza Paris e le civiche Demos, Orizzonte Comune, Uniti per Todde.
ll centrodestra, dopo un durissimo braccio di ferro tra Fratelli d’Italia e Lega, candida, Paolo Truzzu, sindaco di Cagliari, meloniano doc su cui Fratelli d’Italia non ha voluto fare concessioni. Mentre Christian Solinas, il governatore uscente, voluto dalla Lega, ora coinvolto in inchieste giudiziarie, è stato infine spinto al passo indietro.
A sostenere Truzzu uno schieramento di 9 liste: Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega, Riformatori sardi, Udc, Lega, Partito Sardo D’Azione, Sardegna al centro 2020, Dcr con Rotondi e lo schieramento composto da Pli e Alleanza Sardegna.
Terzo incomodo Renato Soru, ricco imprenditore fondatore di Tiscali, ex governatore, in campo con una sua coalizione composta da Progetto Sardegna, la lista indipendentista Liberu, un lista composta da +Europa, Azione e Upc, la lista Vota Sardegna e Rifondazione comunista.
Quarta candidata Lucia Chessa, insegnante di Lettere e leader dei Rossomori, si chiama Sardegna R-esiste. Corre in solitaria perché, ha detto più volte, non si riconosce nei grandi partiti italiani.
Nel 2004 Soru stato eletto presidente Soru, da esponente de L’Ulivo; nel 2009 è stato battuto dal candidato di Forza Italia Ugo Cappellacci, oggi deputato; nel 2014 la regione è tornata al centrosinistra, con la vittoria del candidato del PD Francesco Pigliaru; alle ultime elezioni regionali del 2019 il vincitore è stato Solinas, come candidato per il centrodestra.
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