PESCARA – C’è un enclave di soddisfazione per il Partito democratico e il centrosinistra, nonostante la bruciante sconfitta delle regionali abruzzesi di domenica: Pescara città dove è sindaco di Carlo Masci, di Forza Italia, a vincere è stata la coalizione del candidato presidente Luciano D’Amico e il Pd è il primo partito. E questo, soprattutto, accade, a soli tre mesi dal voto delle comunali. Si è così diffusa la voce che, considerato lo scenario molto favorevole, il deputato dem, ex senatore, ex presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, stia meditando di candidarsi lui a sindaco, con buona pace del già lanciato in campagna elettorale Carlo Costantini, ex parlamentare ed ex consigliere regionale dell’Italia dei valori, ora esponente di Azione.
Per D’Alfonso, tornare a fare il sindaco della sua città, che ha già guidato dal 2003 al 2009, è del resto una tentazione tropo forte, rispetto al restare a palazzo Montecitorio sui banchi dell’opposizione del governo di Giorgia Meloni, lui che nei precedenti governi di Giuseppe Conte e Mario Draghi ambiva a incarichi di governo per concludere in bellezza la sua lunga e prestigiosa carriera politica. E soprattutto perché il prossimo sindaco di Pescara sarà il traghettatore della epocale fusione con Montesilvano e Spoltore, con la nascita del nuovo Comune di “Pescara”, a gennaio del 2027. Il patto tacito nel centrosinistra, queste le insistenti voci, era stato del resto quello di candidare a giugno Costantini, e poi tra tre anni, con le prime elezioni della grande città metropolitana, passare il testimone a D’Alfonso.
Ora però questo patto potrebbe essere cassato, possibilmente senza traumi, visto che per D’Alfonso troppo forte sarebbe la tentazione di anticipare i tempi, viste le rosee prospettive restituite dall’esito del voto, e la debolezza di Masci, che sarà ricandidato, sempre che non si decida per un cambio.
Il campo largo di centrosinistra di Luciano D’Amico, in controtendenza rispetto al dato regionale e anche provinciale ha preso infatti 29.507 voti, pari al 52,2%, il centrodestra di Marco Marsilio 26.919 voti, pari al 47,7%.
Il Pd ha preso un clamoroso 28,4%, otto punti in più rispetto la media regionale, meglio che altrove anche M5s, 8,2% che salvo soprese dovrebbe dar vita anche alle comunali di Pescara dovrebbe allearsi con il Pd. Non male la lista civica Abruzzo insieme, meno bene invece Azione, 2,4%, ben sotto la media regionale, dato anch’esso significativo, perché come detto è il partito di Costantini.
Dall’altra parte, invece, spicca il modestissimo risultato di Fratelli d’Italia, 15,5%, nove punti sotto la media regionale, anche se la lista di Marsilio è arrivata a oltre il 9% attingendo voti dal partito di Giorgia Meloni.
E ha dunque commentato Costantini: “Una bocciatura chiara, evidente, senza appello del sindaco Masci e della sua Giunta. Carlo Masci è oggi l’unico sindaco in carica delle quattro province abruzzesi ad essere stato, insieme agli esponenti della sua maggioranza, sconfitto dai risultati delle regionali. Nessuno dei suoi assessori è stato premiato dalle urne, nessuno di loro entrerà nel nuovo Consiglio regionale pur avendo tentato la fuga da Palazzo di Città”.
A favorire un possibile successo del centrosinistra anche il doppio turno. In corsa infatti, e da mesi in campagna elettorale c’è anche oramai l’ex consigliere regionale e pentastellato Domenico Pettinari, mister preferenze nel 2019, con una sua coalizione civica. E nel Pd si è convinti che dovesse arrivare terzo Pettinari, al ballottaggio buona parte dei suo elettorato voterà il candidato del centrosinistra, sia che candidato sindaco sarà Costantini, sia che sarà il deputato in ritorno anticipato da Roma D’Alfonso.
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