REGIONE: ABBATTIMENTO CERVI ED EMERGENZA IDRICA,
I TEMI CALDI IN COMMISSIONE AGRICOLTURA

11 Settembre 2024 20:36

Regione - Consiglio Regionale, Politica

L’AQUILA – Si preannuncia una seduta infuocata quella della Commissione consiliare Agricoltura, Sviluppo economico e Attività produttive che vedrà sul tavolo due temi scottanti, quello dell’abbattimento dei cervi e della crisi idrica.

Lavori al via alle ore 10: all’ordine del giorno la mozione dell’opposizione per chiedere la revoca della Delibera di Giunta regionale n. 509 del 08 agosto 2024 (Approvazione del calendario venatorio regionale stagione 2024-2025 per l’esercizio del prelievo in forma selettiva del cervo e del relativo piano di abbattimento distinto per sesso e classi di età).

Previste le audizioni dell’assessore regionale Emanuele Imprudente, del direttore del Dipartimento Agricoltura, Elena Sico, delle Associazioni agricole, delle Associazioni venatorie, degli Ambiti territoriali di caccia, e delle associazioni ambientaliste.





La vicenda ha acceso roventi polemiche facendo scattare la mobilitazione di Associazioni e cittadini che, tra oltre a promuovere una raccolta firme che ha già raggiunto decine di migliaia di adesioni, hanno inviato una nota al Consiglio regionale abruzzese, al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e all’ISPRA con osservazioni alla Relazione tecnica allegata alla delibera regionale dell’8 agosto che ha approvato l’uccisione di 469 cervi.

Nella nota delle associazioni si evidenziano “le incongruenze e le lacune ammesse dalla Relazione stessa che non fornisce elementi certi né in ordine al numero di cervi, né sul collegamento tra presenza di cervi e danni alle colture o incidenti stradali, né tanto meno sull’efficacia degli abbattimenti per ridurre eventuali danni a cose o persone.  Di seguito si riportano sinteticamente le osservazioni delle associazioni alla Relazione.  Conteggi e monitoraggi sono stati affidati prevalentemente agli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC), vale a dire gli stessi soggetti chiamati a svolgere la caccia di selezione. Una scelta inopportuna: i monitoraggi vanno affidati a strutture ‘terze’ con una solida preparazione scientifica.  Per la dinamica della popolazione del Cervo sono state utilizzate osservazioni a partire dal 2018, ma nella stessa Relazione si riconosce un andamento variabile, probabilmente legato alla mancanza di uniformità della raccolta e archiviazione dei dati. La Relazione ammette che anche i dati degli ultimi tre anni rappresentano solo ‘probabilmente’ la reale situazione.  I dati forniti dalla Regione Abruzzo per la determinazione del danno alle colture da parte dei cervi, da quanto riportato più volte nella stessa Relazione, risultano incompleti e inattendibili sotto vari punti di vista”.

Per l’assessore Imprudente, invece, la decisione di procedere con l’abbattimento selettivo del cervo nasce da una valutazione tecnico-scientifica, a seguito di un parere positivo dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, l’Ispra, e non ci siamo inventati nulla, avviene anche in Emilia Romagna e Toscana, di centrosinistra, e in altre regioni ancora, considerate un modello nella tutela ambientale”.

La Commissione proseguirà i lavori, in seduta congiunta con la Commissione consiliare Territorio, Ambiente e Infrastrutture, per l’esame del seguente punto: Emergenza idrica in Abruzzo con audizioni dell’assessore Imprudente, del direttore del dipartimento Territorio-Ambiente, Pierpaolo Pescara, del presidente Ersi, Nunzio Merolli, e del presidente del Forum H2O, Augusto De Sanctis.

In una nota congiunta i presidenti della II e III commissione permanente del Consiglio regionale, Emiliano Di Matteo e Nicola Campitelli, hanno sottolineato: “Riteniamo sia assolutamente necessario convocare una seduta specifica e dedicata sull’emergenza idrica soprattutto in considerazione delle enormi risorse economiche che la Regione, nella passata legislatura, ha assegnato alle sei società che gestiscono il servizio che devono impegnarsi a presentare progetti utili al miglioramento e potenziamento delle infrastrutture idriche primarie. Affinché il Consiglio regionale e gli abruzzesi possano avere un quadro dettagliato ed analitico sulla questione, abbiamo convocato i rappresentanti delle società (GSA, ACA, SACA, RUZZO, SASI e CAM)”.





I lavori della Commissione Territorio proseguiranno con l’esame di due risoluzioni: la prima, a firma del consigliere Antonio Blasioli, sulla “Tutela falda acquifera delle sorgenti del Tirino”; la seconda, a firma dei consiglieri Campitelli e Di Matteo, sulla “Tutela sorgente Basso Tirino”.

Sulla vicenda, intanto, ieri è intervenuto il presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, chiarendo definitivamente: “L’Abruzzo non venderà la sua acqua alla Puglia. A scrivere la parola fine sulla vicenda è stata l’Ersi che ha formalmente e definitivamente espresso il proprio diniego all’acquedotto pugliese e alla richiesta di autorizzazione per svolgere le analisi delle acque dei pozzi di Bussi. Come anticipato nei giorni scorsi, la Regione Abruzzo, Governo Marsilio, non consentirà di cedere la propria risorsa idrica in un periodo di grave emergenza che sta imponendo a tutti i nostri corregionali grandi sacrifici e su questo tema credo che si possa chiudere qualunque tipo di speculazione politica”.

“L’acqua abruzzese resta all’Abruzzo – ha decretato Sospiri – Alla richiesta di accesso ai pozzi di Bussi sul Tirino pervenuta dalla Società Acquedotto Pugliese Spa – Direzione Ambiente ed Energia – Nuovi schemi idrici – ha risposto stamane in modo articolato il coordinatore dell’Ersi, l’ingegnere Alessandro Antonacci, che, in via preliminare ha sollevato le proprie perplessità circa l’iniziativa assunta dall’Ente pugliese, ovvero la richiesta di svolgere analisi sulla qualità delle acque di Bussi finalizzate a ipotesi di sfruttamento della sorgente per usi idrico-potabili, senza il preventivo coinvolgimento della Regione Abruzzo che, come titolare della delega delle funzioni statali in tema di acque pubbliche, è di fatto l’unico Ente competente della tutela, disciplina e utilizzazione delle risorse idriche. L’Ersi poi ha espresso sconcerto anche perché la stessa iniziativa non è stata ufficializzata prima allo stesso Ente Regionale del Servizio Idrico Integrato, al quale ovviamente non risulta alcuna volontà regionale di sfruttare ulteriori risorse idriche con nuove captazioni nella valle del basso e medio Tirino. Ovviamente una tale opera avrebbe richiesto una valutazione preliminare circa l’impatto sull’ambiente di un tale progetto e soprattutto una revisione del Piano di Tutela delle Acque pubbliche regionali. In definitiva l’Ersi ha dunque rappresentato che non esiste, a oggi, alcuna ipotesi di sfruttamento delle acque pubbliche regionali alternativa o aggiuntiva rispetto a quella attuale, né potrebbe esistere se non a seguito di un diverso progetto di utilizzo delle risorse idriche da parte del governo regionale. E l’Ersi ha dunque negato l’autorizzazione all’Acquedotto Pugliese, non ritenendo di poter favorire l’accesso ai pozzi di Bussi sul Tirino”.

“Ritengo – ha aggiunto Sospiri – che la vicenda possa essere considerata chiusa, così come le polemiche strumentali degli ultimi giorni. La Regione Abruzzo con tutti i suoi Organismi strumentali ha mantenuto l’impegno assunto: pur nel rispetto del principio di solidarietà con le altre regioni, oggi non siamo nelle condizioni di imporre ulteriori sacrifici ai nostri cittadini condividendo con altri territori la nostra acqua”.

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