REGIONE ABRUZZO, L’ONDA ANOMALA DELLE COMUNALI. INGRESSI IN FDI, DEFEZIONI DALLA LEGA?

CLAMOROSI GIRI DI VALZER ALL'EMICICLO: INSISTENTI LE VOCI PASSAGGIO A PARTITO PRESIDENTE MARSILIO DI CIPOLLETTI, USCITO DA M5S PER  ISCRIVERSI A GRUPPO MISTO, E DI SCOCCIA, ELETTA CON UDC E POI ANDATA VIA DA MAGGIORANZA. IPOTESI DI POSSIBILE ADDIO DI MARCOVECCHIO E DI GIANVITTORIO TRA SALVINIANI

26 Ottobre 2021 08:43

Regione - Abruzzo, Politica

L’AQUILA – Al netto del risultato senz’altro al di sotto delle aspettative del centrodestra in Abruzzo, per non voler usare la il termine “sconfitta”, le elezioni comunali appena archiviate sono destinate a rafforzare la strategia di Fratelli d’Italia, che rispetto alle regionali del febbraio 2019 ha guadagnato voti, a discapito della Lega, che invece ha visto ridurre i suoi consensi.

Strategia destinata a prendere la forma di una aggressiva campagna acquisti anche in consiglio regionale, a rinnovare, a livello regionale, una sfida per la supremazia nel centrodestra, che già vede misurarsi a livello nazionale i leader dei due partiti, Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Addirittura ci sarebbe un piano di Fdi per riequilibrare i numeri in consiglio regionale e ridurre se non neutralizzare la netta ed attuale superiorità nei numeri della Lega, anche con l’”aiutino” della Lega  stessa che, secondo rumors che tornano insistenti, potrebbe cacciare gli “infedeli” alle recenti elezioni amministrative o questi ultimi lasciare i salviniani. E in tal senso i nomi più gettonati che sarebbero al vaglio del coordinatore regionale, il deputato aquilano Luigi D’Eramo, sarebbero Simone Angelosante, che ha perso la poltrona di sindaco nel comune di Ovindoli, la sulmonese Antonietta La Porta e Manuele Marcovecchio, ex sindaco di Cupello, provincia di Pescara,  Marcovecchio, presidente della Seconda Commissione “Territorio”, non proprio allineato nella sua Vasto, dove il centrodestra guidato da Guido Giangiacomo si è spaccato perdendo al ballottaggio, e il consigliere regionale teramano Tonino Di Gianvittorio.

C’è chi assicura che Marcovecchio e Di Gianvittorio potrebbero passare al gruppo misto.

Cambi di casacca che potrebbero essere favoriti anche dall’esito delle amministrative, che sanciscono un evidente  mutamento di rapporti di forza rispetto ai risultati delle regionali del febbraio del 2019 che hanno incoronato Marsilio presidente della Regione. I salviniani sono arretrati infatti vistosamente, mentre Fratelli d’Italia moltiplica i voti.

A Vasto la Lega non è il primo partito del centrodestra, superato da Fdi che rispetto a due anni fa ha aumentato i consensi, mentre la Lega li ha ridotti di un terzo. A Lanciano la Lega resta prima, ma ha dimezzato i voti mentre Fdi li ha triplicati. Calo vistoso della Lega a Francavilla che da primo partito è ora alle spalle di Fratelli d’Italia che anche qui ha quadruplicato i voti. A Sulmona la Lega, con la consigliera regionale  La Porta in campo, non è più il primo partito, scalzato dal Pd, e tallonato da Fratelli d’Italia.

A Roseto, con la Lega che ha candidato il deputato Giuseppe Bellachioma, e il consigliere regionale Simona Cardinali, è stato superato nel centrodestra anche qui da Fdi seppure  per una manciata di voti. Brucia poi alla Lega la sconfitta alle comunali di Ovindoli, del sindaco uscente Simone Angelosante, consigliere regionale e pezzo da novanta del partito.

In base a clamorose indiscrezioni che trapelano da ambienti della maggioranza di centrodestra che amministra dal febbraio 2019 un ente a trazione salviniana, alla luce dei 10 consiglieri su 17 e 4 assessori su 6, potrebbe poi entrare nella compagine di Fdi Marco Cipolletti, eletto nel Movimento cinque stelle ora nel gruppo misto. Più difficile invece  l’ipotesi, più volte ventilata,  di un passaggio con il partito di Meloni di Marianna Scoccia, dopo che il centrodestra a risposto picche al marito, l’ex assessore regionale e candidato sindaco di Sulmona, Andrea Gerosolimo,  alla richiesta di alleanza al ballottaggio, nel disperato tentativo di recuperare lo svantaggio nei confronti del candidato del centrosinistra, Gianfranco Di Piero, che poi ha vinto a man bassa, dopo che Gerosolimo si è ritirato clamorosamente dalla competizione.

I cambi di casacca, assicurano i boatos, potrebbero consumarsi a breve,  nella speranza che l’emergenza coronavirus sarà finalmente superata e l’opinione pubblica non eccessivamente infastidita dalle manovre di palazzo.

A conti fatti dunque Fratelli d’Italia potrebbe oltremodo potenziarsi, superato il giro di boa della legislatura: oltre Marsilio che vota in consiglio, Fdi conta ora il capogruppo Guerino Testa, il presidente della quinta commissione Salute, Mario Quaglieri e il sottosegretario Umberto d’Annuntiis, approdato a Fdi dalle file di Forza Italia, tenendosi stretto il quasi assessorato, che ha la delega pesante ai Trasporti. Fdi ha poi in giunta l’assessore Guido Liris, con delega al Bilancio e Personale.  Nell’aula Fdi può dunque contare su quattro voti, a cui si aggiungerebbero quelli, se l’ipotesi si concretizzerà di Cipolletti,  salendo a quota 5, 6 se dovesse arrivare anche Marianna Scoccia. E poi c’è il vicepresidente vicario del Consiglio regionale, Roberto Santangelo, eletto con la civica di centrodestra Azione politica, che poi di fatto ha abbandonato ed è ora è un fedele pretoriano di Marsilio.

In tutto dunque una compagine di 5-7 consiglieri, compreso il presidente, più o meno il peso politico della Lega, che perderebbe appunto Di Gianvittorio e Marcovecchio, passando da 10 a 8 consiglieri.





Forza Italia rimarrebbe con due consiglieri, Mauro Febbo e Lorenzo Sospiri, presidente del Consiglio regionale, tenuto conto che a proposito di Sospiri si è più volte parlato di un avvicinamento a Fdi. Dal diretto interessato però l’ipotesi è stata smentita a più riprese.

Inoltre si indebolirebbe l’opposizione, con il passaggio dell’ex pentastellato Cipolletti nella maggioranza di centrodestra. La minoranza avrebbe infatti a questo punto 4 voti del Pd, 6 del M5s più Sandro Mariani di Abruzzo in Comune e Americo Di Benedetto di Legnini presidente, in tutto 12 voti

Ma il rafforzamento del centrodestra sarebbe solo numerico, tocca vedere se lo stesso avverrà nella sostanza, nella cosiddetta agibilità politica: la nuova campagna acquisti di Fdi non potrà non provocare una reazione a dir poco ostile da parte della Lega, che già più volte è entrata in conflitto con Marsilio e sodali in occasione delle nomine regionali, rivendicando appunto di essere di gran lunga il primo partito e di aver ottenuto meno di quello che il manuale Cencelli prevede.

Se i cambi di casacca avverranno, la Lega avrebbe però molta più difficoltà a fare la voce grossa, e cambierebbero anche i rapporti di forza in vista del rimpasto che è stato annunciato, e poi messo nel freezer causa emergenza covid, che si renderà comunque necessario dopo il passaggio di D’Annuntiis a Fratelli d’Italia e conseguente indebolimento di Fi che ora non avrebbe teoricamente i numeri per giustificare, con soli due consiglieri, l’assessore esterno Daniele D’Amario e la presidenza del consiglio. Va detto però che D’Amario è stato votatissimo a Francavilla e questo rafforza la sua posizione.

A liquidare a questa testata come “una  fissazione”, in particolare di Abruzzoweb, l’ipotesi di rimpasto, il presidente Marsilio, che smentisce anche rivalità e conflitti interni alla maggioranza tra il suo partito e la Lega, preferendo parlare di “sana competizione, essendo del tutto normale che ciascun partito lavori per crescere e, questo avviene a destra, al centro e a sinistra, altrimenti non esisterebbero tanti partiti”.

Ingresso più clamoroso nelle fine di Fdi, che ha ora 4 voti in consiglio, compreso quello del presidente della regione, Marco Marsilio, sarebbe quello di Marco Cipolletti, eletto nel Movimento cinque stelle.

Il teramano 55enne  se ne è andato in dissenso contro la linea governista del M5s in appoggio a Mario Draghi, dopo aver subito l’emarginazione nella compagine pentastellata all’Emiciclo. Non sarebbe dunque una assurdità il suo approdo in Fdi, unica forza politica che è all’opposizione del governo delle larghe intese dell’ex presidente della Bce. A commentare sarcasticamente l’addio di Cipolletti,  il consigliere regionale pentastellato, Pietro Smargiassi, presidente della Commissione vigilanza, che al suo ex compagno di partito ha riservato una frase al vetriolo: “Lo so lo so, non se ne era accorto nessuno che c’era prima e nessuno si accorgerà che manca ora”.

Fino a qualche settimana fa c’era chi assicurava che era pronta ad entrare in Fdi, sempre dal gruppo misto, anche Marianna Scoccia, eletta con l’Udc, uscita dalla maggioranza un anno fa, stanca degli assidui attacchi della Lega, ma anche dell’ostilità di Marsilio, per la sua candidatura last minute,  “rea” di essere moglie dell’ex assessore regionale di centrosinistra, per quanto “ribelle”, Gerosolimo. Un passaggio che avrebbe del clamoroso, tenuto conto che Scoccia si è schierata in ogni passaggio consiliare con il centrosinistra.

Dietro il passaggio di Scoccia, sindaco di Prezza, in provincia dell’Aquila, sotto le insegne di Fratelli d’Italia, abbandonando il gruppo misto, avrebbe manovrato la longa manus del sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, coordinatore provinciale di Fdi, che ha stretto un patto con Gerosolimo, ex assessore regionale “civico” del centrosinistra di Luciano D’Alfonso, da anni dominus della politica peligna e che si è candidato, rimediando una sonora sconfitta, a sindaco di Sulmona.

Patto che era già scattato per le nomine al cda del Cogesa,  società che gestisce lo smaltimento rifiuti in 60 comuni del centro Abruzzo e potrebbe avere sviluppi in vista delle elezioni provinciali, che vede ricandidato il presidente uscente, vicino a Fdi, Angelo Caruso, sindaco di Castel di Sangro.

Intesa politica dietro le quinte, che consentirebbe a Biondi di fare il colpaccio, portando Scoccia nel suo partito. Per lei sarebbe del resto una vendetta servita fredda sul piatto alla Lega, da cui ha ricevuto bordate su bordate sin dalla sua non gradita candidatura con l’Udc nel collegio aquilano alle elezioni del febbraio 2019, in particolare da parte del deputato e coordinatore regionale salviniano Luigi D’Eramo, proprio per il suo essere moglie dell’ex assessore di centrosinistra. Ostilità che è proseguita durante la sua permanenza in maggioranza, da cui Scocca ha infine deciso di uscire sbattendo la porta. Ora però il mancato accordo al ballottaggio tra centrodestra, compreso Fdi e i civici di Gerosolimo mettono in forse questa ipotesi.





Altrettanto clamorose le voci secondo le quali potrebbero svestirsi della casacca della stessa Lega, per andare al gruppo misto, nientemeno che l’ex sindaco di Cupello, provincia di Pescara, Manuele Marcovecchio, presidente della Seconda Commissione “Territorio”, e il teramano Tonino Di Gianvittorio, da tempo “non allineato” all’interno della Lega, anche in questo caso con un passaggio intermedio al gruppo misto.

Di Gianvittorio, ex vicesindaco di Notaresco, in provincia di Teramo, passa da tempo come un “non allineato” all’interno della Lega, pur essendosi ritagliato un profilo poco appariscente nel senso che non è mai stato incline a esternazioni. A giugno si è vociferato un suo passaggio a Forza Italia, ora assicurano i bene informati la rotta punta verso Fdi, partito che garantisce senz’altro un futuro politico più promettente.

Un primo chiaro segnale in tal senso, viene interpretato l’abbandono della Lega al Comune di Silvi, dei consiglieri comunali Massimo Santone e Andrea Di Censo, suoi fedelissimi.

Il nuovo gruppo consiliare “Vivere Silvi”, hanno assicurato i due, garantirà “l’appoggio esterno al governo della città”, ma per “spronare l’esecutivo a un cambio di passo in favore di un più incisivo rinnovamento dell’azione politica”, e “si dovrà affermare un nuovo modello dove i cittadini vivono silvi da protagonisti e non da semplici spettatori”. Di fatto una presa di distanza dall’operato messo in campo dal sindaco leghista Andrea Scordella.

Una perdita pesantissima sarebbe poi quella di Marcovecchio, ex sindaco di Cupello, in provincia di Chieti, presidente della seconda commissione Territorio e Ambiente. Parco di dichiarazioni, non sono rintracciabili motivi manifesti del suo malessere nel restare alla Lega.

Il 27 luglio è stato sostituito dal coordinatore D’Eramo nel ruolo di responsabile enti locali del partito con Marcello Antonelli. A febbraio era tra i papabili candidati sindaco di Vasto, poi lui stesso ha fatto un passo indietro, motivandolo con la necessità di proseguire la sua esperienza in consiglio regionale. Candidato a Vasto  è stato poi Guido Giangiacomo, sconfitto dal sindaco uscente, Francesco Menna.

Forte irrequietezza tormenterebbe nella Lega anche il consigliere regionale Angelosante, medico e sindaco di Ovindoli, presidente quarta commissione Politiche europee da tempi non sospetti in un rapporto di ostilità con D’Eramo. Ma in questo caso non si parla di una sua eventuale defezioni. (red)

 

 

 

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