L’AQUILA – Il Ministero delle Infrastrutture ha avviato, con l’intenzione di chiedere al più presto una partita rischiosissima, la trattativa con Strada dei Parchi, della holding dell’imprenditore abruzzese Carlo Toto, riconoscendo circa 2,1 miliardi di euro di indennizzo per la fine anticipata della concessione delle autostrade A24-A25, revocata in danno a luglio 2022, e ben prima la scadenza del dicembre 2030, dal governo di Mario Draghi, e affidata all’Anas, motivando la clamorosa decisione per inadempienze del concessionario, in particolare nella manutenzione dell’infrastruttura. Evenienza esclusa però da una sentenza del Tribunale dell’Aquila, che ha rappresentato una svolta nell’annosa vertenza.
Significativo che è stato il dicastero guidato da Matteo Salvini ad aver sollecitato questa soluzione, dopo un muro contro muro durato anni, e avvicinandosi la scadenza di luglio, per chiarire la partita dell’indennizzo, e anche per l’assunzione da parte di Anas dei 850 dipendenti in capo a Strada dei Parchi, tempistica stabilita dallo stesso provvedimento di revoca dell’esecutivo del governo Draghi.
Il nuovo governo ha infatti ora fretta di trovare un accordo transattivo, per limitare il salasso ai danni delle casse dello Stato, rispetto alla cifra massima dell’indennizzo, calcolata in 2,6 miliardi, e prima che la Corte costituzionale si esprima sulla legittimità della revoca. Se infatti i giudici delle leggi dovessero dare ragione a Strada dei Parchi, allora per la parte pubblica sarebbe un bagno di sangue, e con il rischio di un ulteriore procedimento aperto dalla Corte dei Conti per danno erariale nei confronti dello Stato.
E c’è inoltre il rischio di incorrere nel procurato dissesto della ex concessionaria, a causa di una revoca ritenuta illegittima, il che significa altri risarcimenti.
Un punto di svolta della vicenda è stato in questo senso rappresentato dall’assoluzione dell’8 marzo con formula piena con cui il giudice per le udienze preliminari del tribunale dell’Aquila, Guendalina Buccella, “perché il fatto non sussiste”, i vertici di Strada dei Parchi, rispetto all’accusa di mancata manutenzione dei viadotti dell’autostrada, come asseverato da perizie che “hanno escluso qualsiasi rischio di crollo parziale e totale”, e confermato la sicurezza sismica. Sentenza che potrebbe fare da apripista a quelle di altre procure abruzzesi.
Sentenza che ha minato alle fondamenta l’argomentazione con cui il governo Draghi aveva scelto la strada del pugno duro, con la revoca in danno e con affidamento dell’infrastruttura ad Anas, motivando la decisione proprio con l’inadempimento degli impegni sulla manutenzione, e in questo modo escludendo l’ipotesi di pagare qualsiasi indennizzo alla società.
La cifra di 2,1 miliardi è stata calcolata come congrua dai commissari nominati dal Tribunale dopo che Strada dei Parchi ha fatto istanza di concordato.
E poi da una lettera inviata dalla dirigente del Mit Elisabetta Pellegrini del 22 maggio alla Toto Holding. In essa si esclude la possibilità che il contenzioso possa concludersi con un ritorno di Sdp nella gestione dell’autostrada, dall’altra però si conferma la piena disponibilità per una soluzione transattiva, che si attesti ad una cifra inferiore ai 2,6 miliardi di euro, che era stata calcolata al 31 luglio 2022, subito dopo la revoca, di cui un miliardo circa a titolo di capitale investito, 949 milioni circa come “credito per riequilibrio del Piano economico finanziario”, e quasi 181 milioni di euro a titolo di credito per i mancati adeguamenti tariffari dei pedaggi, maturati nel periodo 2015-2022.
La strategia, riferisce Il sole 24 ore, è stata messa a punto nelle scorse settimane in un tavolo tecnico convocato a palazzo Chigi, convocato da Gaetano Caputi capo di gabinetto della premier Giorgia Meloni, a cui hanno partecipato Nunzia Vecchione, per il Ministero dell’Economia, Alberto Storto, capo gabinetto del ministero delle infrastrutture e trasporti, Felice Morisco, responsabile della direzione per le concessioni autostradali del Mit, e ancora rappresentanti della Ragioneria generale dello Stato e del dipartimento Affari generali e legislativi di palazzo Chigi, ed anche il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, di Fratelli d’Italia.
Una riunione in cui si è di fatto abbandonata la strada del muro contro muro nel contenzioso avviato da Sdp all’indomani della revoca, come scontato che fosse: dopo due ricorsi al Tar, che avevano rimesso in pista Sdp, rigettati dal Consiglio di Stato, nei mesi scorsi il Tar del Lazio, entrando nel merito, ha rinviato alla Corte costituzionale la legittimità della decisione del governo Draghi.
Intanto però un pesantissimo punto a favore di Sdp, è stata la sentenza del Tribunale dell’Aquila, in quanto la revoca in danno si basa proprio sulle inadempienze sulla manutenzione e sul pericolo crolli di ponti e viadotti. Aspetto che Strada dei Parchi non ha mancato di sottolineare, ricordando anche che “nei dodici anni tra 2008 e 2019 le manutenzioni effettuate sono pari al 111,9% del programmato, ma nel 2020 – non avendo il Ministero mai approvato i Pef proposti da Strada dei Parchi – sono salite al 214% e nel 2021 al 296%”, con riferimento alla mancata approvazione, nonostante la nomina di ben due commissari, del Piano economico finanziario dal valore di 6,2 miliardi di euro, poi scesi a 4,3 miliardi, di cui 2,2 miliardi a carico della concessionaria, per la messa in sicurezza sismica dell’autostrada A24-A25, previsto nella legge di stabilità del 2012 nella quale, a seguito del terremoto dell’Aquila del 2009, le due arterie si considerano strategiche in caso di calamità naturali”. Tutto sulla carta, nonostante la nomina di due commissari, eppure l’intervento prevedeva anche l’accorciamento del tracciato e della distanza per circa 25 Km e 35 minuti di percorrenza da Roma a Pescara, con la realizzazione di gallerie al posto di alcuni viadotti, abbattendo così i costi di manutenzione.
Calcolatrice alla mano, Strada dei Parchi vanta dunque un ingente credito da Anas e dallo Stato, relativi agli investimenti per oltre 1.199 milioni di euro, che sommati ad anticipazioni varie e relativi interessi, i 304 milioni di euro per i mancati incassi dai pedaggi fino al 2030, si arriva a 2.6 miliardi. L’accordo farebbe così risparmiare al governo circa mezzo miliardo di euro.
In questo clima di incertezza, e in attesa del pronunciamento della Corte costituzionale, i cantieri per la messa in sicurezza e l’ammodernamento dell’arteria si trascinano con lentezza, creando gravi disagi agli automobilisti. Per alcuni chilometri si viaggia infatti su una sola corsia o senza corsia di emergenza, con evidenti conseguenze su eventuali ingorghi.
A partire dal ponte del 2 giugno e nei fine settimana successivi si sono formate code che, nei momenti peggiori, hanno superato la lunghezza di dieci chilometri,
Ai cantieri si aggiunge anche il traforo del Gran Sasso sulla A24, lungo una decina di chilometri, che dal 2019 è percorribile solo su un’unica corsia in entrambe le direzioni per ragioni di sicurezza.
Aspetto positivo è che almeno i pedaggi non sono stati aumentati, almeno finora e anzi il ministro delle Salvini ha promesso di ridurli.
Sul piede di guerra anche i sindacati, che denunciano la difficile situazione degli 800 dipendenti di Sdp e delle altre società collegate, che non sono stati ancora riassorbiti dal gestore pubblici per i ritardi dei pagamenti, oltre a gravi lacune nella manutenzioni dei mezzi e della gestione ordinaria. Dipendenti che Anas, dovrebbe assumere entro un anno dal subentri, ovvero entro luglio.
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- REVOCA A24-A25: VERSO INDENNIZZO DA 2,1 MLD A SDP, GOVERNO TENTA DI LIMITARE DANNIL'AQUILA - Il Ministero delle Infrastrutture ha avviato, con l'intenzione di chiedere al più presto una partita rischiosissima, la trattativa con S...