RIABITARE CON L’ARTE A FOSSA: CUORI E PRIMA CENA IN PIAZZA CON L’ARTISTA IRANIANO MOHAMMADI

PROSEGUONO EVENTI DEL PROGETTO CARSA E USRC NEI COMUNI DEL CRATERE SISMICO AQUILANO.  OGGI A FONTECCHIO LA "FONTANA DELLA TOLLERANZA DELL'AMERICANO JONATHON KEATS

6 Agosto 2021 13:58

L'Aquila - Cultura, Gallerie Fotografiche

L’AQUILA – Cuori provvisori, disegnati nella piazza Gemona del villaggio post-sismico di Fossa (AQ), da adulti e bambini. Un’arte vissuta come evento non musealizzabile, con le persone e per le persone, fondata sull’empatia e la quotidianità condivisa.  Che a Fossa prenderà la forma del First Supper, la “prima cena”, che sarà celebrata nella serata di martedì 10 agosto, sempre al villaggio Map, ispirandosi certo all’ultima cena di Leonardo, ma ancor di più, al senso di comunità e convivio espresse in oltre quaranta edizioni dalla Sagra della bistecca di Fossa, sospesa negli ultimi due anni a causa pandemia.

Questo il contributo dell’artista iraniano Mahmoud Saleh Mohammadi al progetto “Riabitare con l’arte, residenze artistiche internazionali nell’Area Omogenea 8 del Cratere sismico 2009”, realizzato da Carsa, con la compartecipazione dei Comuni di Barisciano, Fontecchio, Fossa ed Ocre e con il sostegno dell’Usrc, l’Ufficio speciale per la ricostruzione del Cratere.

Mohammadi, uno dei 13 artisti internazionali protagonisti, si è presentato alla cittadinanza ieri pomeriggio assieme la sua curatrice, Sofie Renap, con al fianco il sindaco di Fossa, Fabrizio Boccabella, il titolare dell’Ursc, Raffaello Fico, l’assessore alla Cultura del Comune di Fossa, Giovanna Colagrande, la direttrice artistica del progetto, Allison DeLauer.

Ha preso parte alla conferenza stampa anche l’artista egiziana Huda Lufti, di stanza ad Ocre, che illustrerà il suo intervento domenica 8 agosto.





Ha moderato l’incontro Silvia Di Gregorio, direttrice creativa e coordinatrice delle relazioni degli artisti con le comunità.

Questa sera a Fontecchio alle ore 19.00 sarà invece la volta di un altro affermato artista, Jonathon Keats di San Francisco, critico d’arte e filosofo analitico, le cui opere concettuali sono state esposte in musei e gallerie di tutto il mondo, e che nel borgo della media valle dell’Aterno coinvolgerà la cittadinanza nell’evento della “fontana della tolleranza”.

Mahmoud Saleh Mohammadi, 41enne, vive tra Milano e Anversa in Belgio, è laureato in arti visive all’Accademia di Belle Arti di Brera del capoluogo lombardo, e ha spiegato a Fossa “protagoniste dell’arte devono essere le persone, non l’artista, che è un solo un tramite, deve solo invitare a guardare il mondo con un occhio diverso, deve riparare e collegare le cose rotte tramite l’oro, come la tradizione artigianale giapponese insegna. Ho invitato a dipingere cuori, perché è un gesto semplice, eppure ricco di significato. Allo stesso modo la cena in piazza del 10 agosto sarà la prima, e non l’ultima come quella immortalata da Leonardo da Vinci, perché vuole essere un nuovo inizio, come lo è il condividere il cibo, preparandolo insieme, da buoni vicini di casa”.

“Siamo davvero lieti di ospitare Mahmoud – ha detto il sindaco – è una persona di una simpatia coinvolgente, e si è già integrato perfettamente. La conferma di quanto sia importante affiancare alla ricostruzione materiale esperienze di socializzazione, apertura all’esterno. Bella l’idea della cena in piazza, che colmerà il vuoto lasciato dalla nostra sagra, che abbiamo dovuto interrompere causa pandemia. Sarà una serata più intima, ovviamente con tutti gli accorgimenti anti contagio, ma servirà a cementare la nostra comunità”.

“Noi che ci occupiamo di ricostruzione edilizia – ha aggiunto il titolare Usrc Fico -, ci stiamo ponendo, assieme ai sindaci, il problema di riempire le tante abitazioni già riconsegnate, che rischiano di restare chiuse. Il senso e la visione sottese al progetto di Riabitare con l’arte è proprio questo: rendere più attrattivi e stimolati culturalmente questi paesi, per gli attuali e futuri abitanti. L’arte può esprimere un forte legame con il territorio”.





“Lavorare in questo progetto – ha aggiunto DeLauer -, portare qui tanti artisti da tutto il mondo, è per me un onore. Ringrazio anche tutti i dipendenti dell’Ursc che stanno dando un aiuto determinante, e lo fanno con il cuore. Sarà grande il bagaglio di esperienze che tutti questi artisti si riporteranno a casa da questo meraviglioso angolo di Abruzzo, che ha vissuto una tragedia e che si sta risollevando con forza e determinazione”.

“Occorre creare nuove memorie condivise, il progetto si pone anche questo obiettivo. Quando abbiamo raccontato a Mahmoud gli aspetti salienti del territorio, lui non ha avuto dubbi su dove focalizzare il suo intervento: la convivialità espressa dalla sagra, lo stare insieme e l’incontro, che un’esperienza di valenza artistica ha il potere di favorire. La grande partecipazione che l’organizzazione della cena sta riscuotendo tra gli abitanti del villaggio Map, conferma la bontà della scelta”, chiosa Silvia Di Gregorio.

Nel progetto sono coinvolti 11 comuni del cratere sismico aquilano: Acciano, Barisciano, Fagnano Alto, Fontecchio, Fossa, Ocre, Poggio Picenze, San Demetrio ne’ Vestini, Sant’eusanio Forconese, Tione degli Abruzzi e Villa Sant’angelo.

Fino a ottobre il progetto offrirà l’opportunità a 13 artisti internazionali multidisciplinari, provenienti da Costa Rica, Argentina, Stati Uniti, Perù, Spagna, Germania, Egitto e Iran, di trovare nei borghi abruzzesi nuova ispirazione. E per allargare gli orizzonti di senso per nuovi e attuali abitanti.

 

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