L’AQUILA – “Dopo aver letto il messaggio del sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi in occasione della riapertura delle scuole, come Sindacato Studentesco sentiamo il bisogno di rispondere, sottolineando tutte le criticità che migliaia di studentesse e studenti continuano a vivere nel nostro territorio”.
Lo scrive il sindacato studentesco Uds dell’Aquila in una nota che di seguito riportiamo integralmente.
“Il primo punto che ci preme toccare è quello dell’edilizia scolastica. Come denunciato già negli scorsi giorni sulla stampa locale e nazionale, per oltre 3.500 studenti il nuovo anno scolastico inizierà, per l’ennesima volta, all’interno dei MUSP, i moduli ad uso scolastico provvisorio installati dopo il terremoto del 2009, inizialmente pensati per rimanere aperti solo 5 anni. La realtà oggi, dopo 16 anni, è invece ben diversa: le scuole comunali inaugurate sono solamente 3 e delle altre appaltate o in fase di progettazione, le notizie che si hanno non sono per nulla soddisfacenti. Basti pensare che secondo gli ultimi aggiornamenti diffusi dal Comune dell’Aquila ben 8 di questi progetti sono in ritardo rispetto ai piani stabiliti lo scorso anno. L’esempio della ricostruzione delle scuole pubbliche è quello più emblematico quando si parla della differenza che c’è stata, e tutt’ora continua ad esserci, tra ricostruzione pubblica e privata nella nostra città. Il tutto sulle spalle di migliaia di ragazze e ragazzi che ancora una volta torneranno a svolgere le proprie attività didattiche in spazi evidentemente non più adatti ad ospitarle. Più volte nelle sedi istituzionali si è cercato un confronto ed un dialogo su questo tema, più volte insieme ad altri comitati e sindacati abbiamo chiesto trasparenza riguardo l’edilizia scolastica, senza mai ottenere risposte ed azioni realmente concrete da parte della maggioranza.
A questo si aggiunge una questione altrettanto delicata, ovvero quella del trasporto pubblico. Dopo che la Giunta Marsilio ha aumentato, nel silenzio generale, il costo dei biglietti del trasporto pubblico regionale (TUA), andando a mettere ancor più in difficoltà migliaia di famiglie ed utenti del servizio in tutta la Regione, anche la Giunta Biondi ha approvato l’aumento delle tariffe per il trasporto pubblico locale dell’AMA. Adesso, i biglietti giornalieri costano ben 3 euro e 20 centesimi (sul sito dell’AMA l’ultimo aggiornamento era di 2,70€), mentre un carnet da 12 biglietti è arrivato a 15 euro e 40 centesimi (in precedenza 13,20€). Di fronte a determinati aumenti è importante sottolineare come il trasporto pubblico sia un riferimento per moltissimi studenti del territorio che adesso si troveranno a sostenere spese sempre più elevate per poter raggiungere le proprie sedi scolastiche. Sottolineamo, inoltre, come siano centinaia le persone che giornalmente usufruiscono sia dei mezzi TUA che dei mezzi AMA, sostenendo così le spese di ben 2 abbonamenti. Quali sono le risposte delle istituzioni davanti a questa situazione? Come mai negli anni non si è mai aperto un tavolo di lavoro sul trasporto pubblico cercando una soluzione per tutti gli studenti ed i lavoratori che quotidianamente ne usufruiscono?
Al costo del trasporto pubblico va ad aggiungersi quello per le attrezzature scolastiche e per i libri di testo, diventato a dir poco insostenibile. Come ben riportato dal Codacons e da Federconsumatori la spesa per quest’anno si aggira sui 1.300€ a studente. Come Unione degli Studenti siamo i primi testimoni di questi rincari, avendo appena terminato l’iniziativa del mercatino del libro usato e avendo visto in prima persona le difficoltà di decine e decine di famiglie nell’acquistare i testi scolastici. Per l’ennesimo anno di fila siamo stati gli unici che sul territorio hanno provato a dare, con ottimi risultati, una risposta concreta ai bisogni dei cittadini, al contrario di una classe dirigente sempre più distante e disinteressata alle reali necessità.
A questo potremmo aggiungere la poca attenzione che viene riservata alle frazioni ed alle aree interne del nostro territorio dove famiglie e studenti sono sempre di più abbandonate a loro stesse, la scelta folle di non riportare alcun presidio scolastico nel centro storico cittadino contribuendo al suo significativo svuotamento, la difficoltà dell’amministrazione nel prendere posizione contro il dimensionamento scolastico che andrà a colpire profondamente i luoghi del sapere nel territorio e molto altro ancora.
Questa lista è sintomatica di quanto il diritto allo studio sia stato poco attenzionato negli ultimi anni da parte del Comune e della Regione. Esistono delle necessità, dei bisogni e dei problemi che vanno ben oltre la Perdonanza Celestiniana e la pavimentazione del centro storico, forse è arrivato il momento di accorgersi anche di questo. Auspichiamo che da qui a breve ci sarà la possibilità di iniziare a discutere in maniera seria e consapevole di tutto questo, dando risposte concrete a famiglie, studenti e cittadini sempre più abbandonati a se stessi”.
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