RICOVERI IN RIANIMAZIONE PESCARA, ANAAO: “CURE COVID IN UNICO OSPEDALE”

20 Agosto 2021 20:13

Regione - Sanità

L’AQUILA – “In un momento in cui il nuovo piano di riordino della rete ospedaliera si fonda sulle reti (Emergenza, oncologica, infettivologia etc.) stupisce ci sia una polemica su una collaborazione che deve esistere nei fatti e soprattutto nell’interesse dei pazienti. Quello che deve prevalere non è il singolo interesse di bottega, ma la salvaguardia della salute dei cittadini, in particolare di coloro che soprattutto per patologie oncologiche necessitano di interventi chirurgici salvavita non procrastinabili. Ad esempio, nel nostro ospedale abbiamo oltre 60 casi di tumori delle vie urinarie e prostatici dei quali 48 preospedalizzati che per carenza di anestesisti, impegnati nell’assistenza ai pazienti covid, non possono essere operati, questo discorso vale per tutti i nostri reparti chirurgici”.





Così in una nota il segretario aquilano del sindacato l’Anaao-ASSOMED, Loreto Lombardi.

“In assonanza con il sindaco dell’Aquila Biondi e il direttore dell’agenzia Cosenza, ribadiamo che un numero così esiguo di pazienti da terapia intensiva si potrebbero tranquillamente trattare in un unico ospedale. Il campanile non ha niente a che fare con tutto questo, è solo una questione di buon senso. Se occupiamo 2-3 letti di rianimazione in ogni ospedale della provincia saremmo costretti a dirottare su quei pochi posti un numero importante di risorse umane tra anestesisti e infermieri, vuol dire ridurre le capacità delle nostre sale operatorie già fortemente provate dalle ondate succedutesi fino ad oggi – spiega ancora l’Anaao – Il rischio è che non potremo più far fronte alla richiesta di Salute dei nostri cittadini con un disastrosa diaspora dei malati verso altri ospedali extraregionali. Ricordiamo che la sanità abruzzese, nonostante problemi importantissimi come quelli del personale e della vetustà dei manufatti ospedalieri, è e rimane una buona sanità sicuramente perfettibile come ogni cosa su questa Terra”.





Nel sottolineare che è urgente “un aumento del personale ormai ridotto al lumicino dopo anni di tagli indiscriminati”, Lombardi spiega che “per ovviare alla mancanza di personale dedicato, ogni Asl potrebbe mettere a disposizione personale medico e infermieristico in modo da alleggerire il peso sul personale di Pescara, così facendo si risolverebbe il problema senza ridurre l’attività soprattutto delle sale operatorie in tutti gli ospedali compreso quello pescarese. Ormai dobbiamo solo entrare nell’ottica di convivere, per qualche tempo ancora, con il covid organizzando le attività e il personale in questo senso poiché le altre patologie non si fermano e tanto meno vanno in vacanza. Sarebbe stupido continuare a vivere la sanità come uno stato emergenziale perenne”.

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