PESCARA – A distanza di oltre sette anni dalla tragedia di Rigopiano la Asl di Pescara ha chiesto il pagamento di 40,97 euro per il soccorso alla madre di una delle 29 vittime: la donna si era sentita male all’ospedale di Penne (Pescara) dopo la richiesta di una descrizione delle caratteristiche somatiche del figlio Marco Tanda, che in quelle ore – era il 19 gennaio 2017 – risultava tra i dispersi sotto la valanga che aveva sepolto il resort di Farindola. Alla donna è stata recapitata una lettera dall’Ufficio Recupero Crediti della Asl.
“È una beffa – spiega il fratello della vittima Gianluca che è presidente del Comitato familiari delle vittime di Rigopiano – questa lettera dopo otto anni che ci fa rivivere quei momenti drammatici che la mente sta cercando di cancellare”.
Il manager della Asl di Pescara, Vero Michitelli, con una nota ufficiale, si è scusato con la famiglia e si è offerto di pagare personalmente la somma richiesta nella cartella esattoriale, spiegando che si è trattato comunque di un atto dovuto e previsto dalle norme.
La mamma di Marco “si era sentita male dopo che le avevano comunicato – spiega Gianluca Tanda – che doveva riempire un questionario dove doveva descrivere esattamente le caratteristiche del figlio: se aveva ei tatuaggi, se aveva segni particolari qualora venisse ritrovato il corpo senza documenti”.
“E lì sfidiamo chiunque – conclude – a non sentirsi male. È lecito sentirsi male in un ospedale dove la tragedia è più grande di ognuno di noi”.
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