RIGOPIANO: UN ANNO E 8 MESI PER EX PREFETTO, APPELLO BIS PER EX SINDACO E DIRIGENTI

3 Dicembre 2024 18:38

Italia - Cronaca

ROMA – Diventa definitiva la condanna ad un anno 8 mesi per l’ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo, nell’ambito della vicenda legata alla strage di Rigopiano dove il 18 gennaio del 2017 morirono 29 persone a causa di una valanga che travolse un hotel.

Lo hanno deciso i giudici di Cassazione.

Provolo è accusato di rifiuto di atti di ufficio e falso.

Appello bis invece per sei persone, cinque dirigenti della Provincia e un tecnico del Comune all’epoca dei fatti, che era stati assolti nei due precedenti gradi di giudizio, e per l’ex sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta.

La Suprema corte ha disposto il processo dinanzi ai giudici della corte d’Appello di Perugia.

Nuovo processo di secondo grado anche per cinque dirigenti della Provincia e per un tecnico del comune: per loro però, così come per il sindaco, potrebbe arrivare la prescrizione delle accuse.

“In accoglimento parziale del ricorso del Procuratore generale presso la Corte di appello dell”Aquila, la Corte di cassazione ha riformato la decisione dei Giudici di merito disponendo l’annullamento della sentenza di appello che, come già quella di primo grado, aveva escluso la responsabilità dei dirigenti del Servizio di Protezione civile della Regione Abruzzo per i reati di disastro colposo e omicidio e lesioni plurime colpose”, afferma in una nota la Cassazione.

“Con riguardo al sindaco di Farindola e al tecnico del Comune dell’epoca dei fatti, nonché ai due funzionari della Provincia di Pescara condannati dalla Corte di appello per omicidio lesioni colpose plurimi, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza impugnata e ha disposto un nuovo giudizio di appello per rivalutare le loro posizioni – si legge -La Cassazione ha, poi, confermato la condanna dell’allora Prefetto di Pescara per i delitti di omissione di atti d’ufficio e di falso ideologico in atto pubblico, nonché del Capo di Gabinetto della stessa Prefettura per falso ideologico in atto pubblico”.

Sono state, altresì, “confermate le assoluzioni disposte in primo e secondo grado per il delitto di depistaggio contestato al Prefetto e ai suoi funzionari”.

Sono state, infine, “confermate le condanne del gestore dell’albergo e del geometra che aveva redatto la relazione allegata al permesso per la ristrutturazione dell’albergo stesso per i reati di falsità ideologica loro attribuiti. Sui risarcimenti in favore delle parti civili si deciderà all’esito del giudizio di rinvio”.

Confermata quindi la condanna all’ex gestore dell’hotel Bruno Di Tommaso.

“Abbiamo visto riconosciuto in parte il dolore di genitori”: è uno dei primi commenti dei parenti delle vittime della tragedia che hanno assistito alla lettura della sentenza della Cassazione nell’Aula
Magna del secondo piano a Roma.





Grande tensione per ore in attesa del dispositivo ma poi anche pianti.

Ma la battaglia non finisce qui: “Andremo tutti a Perugia e siamo pronti a lottare ancora e fino alla fine. I dirigenti della Regione? Come negare le loro responsabilità? Ci si aspettava di più ma un cambio di rotta è stato dato eccome. Forse sarà la prima volta in 8 anni che il 18 gennaio andremo tutti insieme a celebrare i nostri cari con un cenno di sorriso sul volto”, spiegano.

Da Palazzo di Giustizia di Pescara intanto trapela una composta soddisfazione, specialmente per il fine positivo di una impostazione processuale corretta sin dalle prime battute di indagine.

Soddisfazione è stata espressa anche da Giampaolo Matrone, il pasticciere di Monterotondo (Roma), oggi quarant’anni, superstite “simbolo”, l’ultimo a essere estratto vivo, ma con pesanti menomazioni, soprattutto agli arti, che nella tragedia ha perso sua moglie, Valentina Cicioni.

“La Suprema Corte ha confermato otto condanne, tra cui quella dell’allora prefetto di Pescara Francesco Provolo, ma soprattutto è significativo il fatto che abbia richiesto un processo d’appello bis per sei dirigenti della Regione che erano stati mandati assolti, ravvisando quindi profili di responsabilità nella tragedia dell’organo regionale che sin qui ne era uscito incomprensibilmente indenne. Alla fine potrebbero essere condannati una buona metà degli imputati, anche se mi rode il fatto che le eventuali e auspicate condanne non arriveranno in tempo per evitare la prescrizione”, commenta Matrone, che è assistito dall’avvocato Andrea Piccoli e da Studio3A-Valore S.p.A.

Sulla stessa linea l’avvocato Piccoli e Angelo Novelli, Area Manager per il Lazio di Studio3A e consulente personale di Matrone, che tengono anche a sottolineare come “il lavoro e l’impianto accusatorio della Procura di Pescara non solo abbia tenuto per quanto riguarda le responsabilità ascritte al Prefetto, alla Provincia e in parte al sindaco di Farindola, ma sia stato anche completamente rivalutato per quanto concerne, appunto, la Regione”.

In una nota il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, commenta: “La sentenza della Corte Suprema di Cassazione accoglie in parte le richieste del comitato delle vittime di Rigopiano, anche se ogni sentenza provoca dolore nei familiari delle vittime e dei superstiti di quella tragedia. Ribadisco il dovere, come rappresentante delle Istituzioni, di rispettare la sentenza e di prendere atto della decisione del giudice, ma attendo fiducioso il verdetto di Perugia sulle responsabilità dei dirigenti regionali. Nessuna decisione, comunque, potrà mai cancellare il dolore dei parenti di chi oggi non c’è più”.

RIGOPIANO, LE TAPPE A 7 ANNI DAL DISASTRO

La sentenza arriva a sette anni dalla tragedia. Ecco la cronologia della vicenda.

– 18 gennaio 2017

Manca una manciata di minuti alle 17 del 18 gennaio 2017 quando una valanga staccatasi, sul versante pescarese del Gran Sasso, dal vallone sovrastante investe il resort di Rigopiano provocando la morte di 29 persone. Nell’hotel di Farindola si salvano in undici tra personale e ospiti. Sono due di loro, Fabio Salzetta, operaio, e Giampiero Parete, ospite, a lanciare l’allarme con i cellulari. Le operazioni di soccorso scattano intorno alle 20. Sul luogo della tragedia i primi soccorsi, sugli sci, arrivano poco prima dell’alba, mentre la colonna dei mezzi che risale la strada arriva nel primo pomeriggio. Ci volle una settimana per recuperare tutti i corpi seppelliti sotto tonnellate di detriti e neve.

– 27 aprile 2017

La Procura di Pescara formulerà ipotesi di reato quali omicidio colposo plurimo, lesioni colpose e omissioni colpose in materia di sicurezza sul lavoro, sulle autorizzazioni per la costruzione
dell’hotel. C’è indagine anche sui ‘depistaggi’ dei funzionari della Prefettura. Il 27 aprile si apprende che ci sono i primi sei indagati tra amministratori e funzionari pubblici.

– 18 gennaio 2018

A un anno dal disastro il Comitato Vittime di Rigopiano organizza una giornata di commemorazione, con fiaccolata, corteo e messa insieme al vescovo di Pescara.





– 21 maggio 2018

Alessio Feniello, 57 anni, padre del giovane Stefano, una delle 29 vittime, viola i sigilli giudiziari che delimitano le macerie del resort per portare fiori sul luogo dove morì il figlio. Il gip del tribunale di Pescara lo condanna a pagare una multa di 4.550 euro.

– 11 gennaio 2019

Ai familiari delle vittime fondo da 10 milioni. Ad annunciarlo l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini.

– 6 febbraio 2019

La procura chiude le indagini e chiede il processo per 25 persone, poi salite a 30.

– 16 luglio 2019

Scatta processo a Pescara. Circa 110 le richieste di costituzione di parte civile nella prima udienza preliminare. In aula una cinquantina di familiari delle vittime, con indosso magliette bianche con le immagini dei loro cari.

– 3 dicembre 2019

Il gip di Pescara archivia 22 indagati nell’inchiesta madre: escono dall’inchiesta gli ex presidenti della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso, Ottaviano Del Turco e Gianni Chiodi, l’ex sottosegretario alla Giustizia Federica Chiavaroli.

– 23 febbraio 2023

La prima sentenza: il Gup in primo grado assolve 25 dei 30 imputati, tra i quali l’ex prefetto Francesco Provolo. Tra i condannati il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta e funzionari della Provincia.

– 14 febbraio 2024

Sentenza in Corte d’Appello. Salgono a otto le condanne con la sentenza d’Appello del febbraio 2024: tra i destinatari c’è Provolo, un anno e otto mesi per falso e omissioni di atti d’ufficio, più funzionari della Prefettura e il tecnico comunale di Farindola.

Commenti da Facebook

RIPRODUZIONE RISERVATA
Download in PDF©
  1. RIGOPIANO: MARSILIO, “SENTENZA ACCOGLIE IN PARTE RICHIESTE, ATTENDIAMO VERDETTO DIRIGENTI REGIONE”
    L'AQUILA - "La sentenza della Corte Suprema di Cassazione accoglie in parte le richieste del comitato delle vittime di Rigopiano, anche se ogni senten...


Ti potrebbe interessare:

ARTICOLI PIÙ VISTI: