ROMA – Una società abruzzese con il vento in poppa alla conquista degli States, nel segno della transizione ecologica: parliamo della Renexia, del gruppo industriale abruzzese Toto, con sede a Chieti, e che con la controllata Us Wind ha ottenuto un importante parere positivo in termini di impatto ambientale per il suo progetto di parco eolico offshore al largo delle coste del Maryland, con un potenziale fino a 2,2 gigawatt.
La notifica per la conclusione della revisione della Eia, equivalente allo Studio di impatto ambientale in Italia, è arrivata dal Boem, l’Agenzia federale americana che si occupa del “permitting” per i progetti eolici offshore. Ora l’iter è in discesa e si attende l’ok definitivo per l’avvio dei lavori a settembre prossimo.
Renexia, di cui è general manager Riccardo Toto, si conferma così sempre più uno dei fiori all’occhiello della holding capitanata dal padre Carlo Toto, che è tra le altre cose concessionaria, attraverso Strada dei Parchi, delle autostrade laziali e abruzzesi A24 e A25.
Il progetto in corso d’opera negli States si aggiunge del resto alla realizzazione del primo e unico parco eolico offshore in Italia, dalla potenza di 30 megawatt, a Taranto in Puglia. E in vista c’è anche Med Wind, parco offshore da 2,7 gigawatt a 80 chilometri al largo di Mazzara del Vallo, in Sicilia, il progetto più grande del Mediterraneo, con l’obiettivo di entrata in esercizio nel 2027, per un investimento di 9,5 miliardi di euro, anche qui in fase di valutazione di impatto ambientale.
Tornando al Maryland ha dichiarato Riccardo Toto, che è anche presidente della controllata Us Wind: “ L’autorizzazione ottenuta per noi è anche la conferma della sostenibilità ambientale di progetti eolici di grandi dimensioni situati lontano dalla costa, un modello produttivo che stiamo cercando di replicare in Italia con la tecnologia floating. Anche per Med Wind, il progetto al largo delle coste siciliane, auspichiamo di poter presto ottenere una valutazione favorevole”.
Venendo ai tecnicismo d’oltre oceano, il Final environmental impact statement del Boem è un’importante passaggio del processo autorizzativo, che indica che i piani dell’azienda hanno quasi ultimato il processo di revisione federale.
Il prossimo passo sarà l’emissione da parte del Boem di un Record of decision (Rod), previsto per settembre 2024. Le altre agenzie federali e statali coinvolte dovrebbero prendere decisioni favorevoli entro la fine del 2024.
Tornando in Italia, Renexia sta anche lavorando alla realizzazione di un grande sito produttivo della filiera dell’eolico, in particolare per la costruzione, finalmente made in Italy di turbine necessarie per i parchi off shore, da localizzare entro giugno 2025, e coinvolgendo i maggiori player del settore.
Un progetto che si sviluppa in un settore molto promettente, visto che si prevede in Italia l’installazione di 8,5 gigawatt di potenza di eolica nel 2030, per investimenti potenziali da 30 miliardi di euro, e il governo sta lavorando ad accelerare gli iter autorizzativi, assicurando anche con il decreto Fer 2 incentivi per 3,8 gigawatt di impianti in mare.
Come tiene a sottolineare Renexia, “grazie all’esperienza maturata con la controllata US Wind sulla costa orientale degli Stati Uniti nel campo dell’eolico offshore, il Gruppo ha introdotto in Italia un approccio da first mover, fondato su analisi di eco-compatibilità e sulla condivisione dei progetti con le comunità interessate, nel pieno rispetto dell’ambiente e nell’ottica di apportare le migliori soluzioni tecniche esistenti”.
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