ROSETO – “Certo che se la riserva rimane come è oggi oltre a belli stipendi garantiti ci sarebbe tanto territorio, tanta popolazione sottomessa, tanto potere, tanti permessi da dare. Per questo forse c’è chi vuole mantenere la riserva sulla strada statale e sulle normali colline, tenere in riserva 600 case quando con il nostro progetto scendono a 6. Tenere sotto controllo la popolazione con Regolamenti e disciplinari peggio che nel medio evo”.
Durissimo attacco dell’Associazione agricoltori, residenti, proprietari Roseto zona Borsacchio, contro le associazioni che gestiscono la riserva, di cui chiedono la riperimetrazione.
In una nota arrivata a stretto giro, Marco Borgatti, presidente Guide Del Borsacchio, afferma: “C’è chi parla per interessi privati e chiede tagli della riserva per costruire palazzine e c’è chi ama il territorio e vuole aiutare i suoi cittadini, le attività e portare la città verso un futuro di sostenibilità ricchezza naturale e sociale”.
E aggiunge: “Noi non gestiamo la Riserva e da anni cerchiamo di farla conoscere e diffondere le potenzialità che fino ad oggi sono inespresse per colpa del Comune. L’assenza di un Pan e Gestione hanno costretto la popolazione a subire le pesanti norme transitorie imposte dalle normative in caso di inadempienza che ormai pare arrivare al termine dopo quasi 17 anni di oblio. Diciassette anni che pesano sulle amministrazioni della città che non sono riuscite ad attivare la Riserva schiacciando chi la vive. Una responsabilità enorme che grava come un macigno sulle passate giunte. Oggi speriamo che i segnali siano diversi. Noi ci siamo ma non abbiamo poteri. E’ il momento di fare per il bene di tutti”.
LA NOTA DEL COMITATO AGRICOLTORI
Tante volte ci siamo domandati perché certi gruppi potrebbero ostinarsi a voler mantenere la Riserva Borsacchio di Roseto su un territorio come la strada statale e le normali colline teramane che non hanno quegli aspetti ambientali così preziosi da giustificare un vincolo così pesante per la popolazione come è la riserva.
Con la riperimetrazione che abbiamo proposto (come Associazione agricoltori e proprietari) con circa 400 ettari si tutelerebbero tutti gli aspetti ambientali, liberando dalla schiavitù della Riserva 700 ettari e centinaia di famiglie. E soprattutto con il nostro progetto le case e le strutture di servizio per l’agricoltura sotto riserva passerebbero da 600 a 6.
Perché opporsi a un progetto che tutela tutti gli aspetti ambientali, rispetta la popolazione, promuove il turismo, semplifica enormemente la gestione della riserva e può farla diventare subito operativa? Perché opporsi? Certo che se la riserva controlla 1.100 ettari invece di 400, il territorio abitato, le case, le colture agricole più produttive, le strutture di servizio all’agricoltura, ha poi tutto un altro potere che se controlla la fascia costiera disabitata, le colline ripide sul mare senza case , i fossi e i calanchi, cioè quella parte del territorio che realmente potrebbe meritare una tutela ambientale.
A breve comincerà la gara delle associazioni per gestire la riserva, chissà perché fanno a gara?
Certo che se la riserva rimane come è oggi oltre a belli stipendi garantiti ci sarebbe tanto territorio, tanta popolazione sottomessa, tanto potere, tanti permessi da dare. Per questo forse c’è chi vuole mantenere la riserva sulla strada statale e sulle normali colline, tenere in riserva 600 case quando con il nostro progetto scendono a 6. Tenere sotto controllo la popolazione con Regolamenti e disciplinari peggio che nel medio evo.
Noi come Associazione agricoltori e proprietari abbiamo proposto un progetto che tutela tutti gli aspetti ambientali, riducendo al minimo il sacrificio per la popolazione. Ovviamente sarebbe meglio per la popolazione che la riserva venisse abolita ma cerchiamo un compromesso.
Sicuramente ci sono tante associazioni serie ed oneste che potrebbero gestire bene la riserva e riteniamo che dovrebbero apprezzare un progetto di riperimetrazione come il nostro che tutela tutti gli aspetti ambientali e al tempo stesso salvaguarda la popolazione e semplifica enormemente la gestione. Però’ a qualcuno potrebbe convenire invece che la riserva rimanga così come è oggi (chissà se si candiderà’ poi a gestirla?), con 600 case in riserva quando invece potrebbero stare benissimo fuori dai vincoli, con i terreni agricoli più produttivi tenuti senza motivi ambientali in riserva, con le strutture di servizio per l’agricoltura, con centinaia di famiglie che devono andare a pietire un permesso, con più fondi regionali dati a chi gestisce la riserva se sono 1.100 ettari invece di 400. Tanto paga Pantalone Regione e poi chi se ne frega se viene massacrata inutilmente la popolazione con vincoli ingiustificati sul territorio. Perché questi grandi amanti della natura non sono soddisfatti che venga tutelato l’ambiente come e’ con il nostro progetto di riperimetrazione ma vogliono anche controllare la popolazione e il territorio? Perché?
LA NOTA DELLE GUIDE DELLA RISERVA
C’è chi parla per interessi privati e chiede tagli della riserva per costruire palazzine e c’è chi ama il territorio e vuole aiutare i suoi cittadini ,le attività e portare la città verso un futuro di sostenibilità ricchezza naturale e sociale.
Dal 2019 le Guide del Borsacchio hanno promosso un progetto di studio sulla fauna selvatica, con WWF , IAAP, Guardie Ambientali. Ci siamo affidati ai professionisti del Centro Studi Ecologia Biodiversità Appenninica ,attraverso il suo ramo operativo Project Wolf Ethology. Centro che opera per prevenire simili fenomeni in diverse aree della Provincia e nelle Riserve di Atri e Castel Cerreto, conseguendo importanti risultati dovuti a progetti e finanziamenti ottenuti a tutela dei coltivatori ed allevatori.
La finalità primaria dei due anni di studio, giunti al termine, è il sostegno al comparto zootecnico, elaborare azioni mirate e fornire soluzioni reali ai problemi correlato alla presenza di predatori, Canis lupus e Canis lupus familiaris. Patrocinato da Regione Abruzzo, Provincia di Teramo e Comune di Roseto condotto gratuitamente e sostenendo con fondi associativi le spese per dare risposte e soluzioni a coltivatori ed allevatori del territorio.
La presenza dei predatori sul territorio è oramai nota e documentata. La Riserva Borsacchio esiste solo sulla carta. Nella realtà è identica a ogni campagna della Provincia. I lupi non sanno leggere i cartelli, vanno dove trovano cibo e condizioni adeguate. Esistono fattori naturali per tale fenomeno che sono stati aggravati da cattive abitudini, fenomeni di criminalità ed abbandono di rifiuti .
Ricordiamo che il Lupo non è assolutamente pericoloso per la popolazione. Si tratta di una specie definita dalla comunità scientifica non pericolosa per l’uomo.
Dai due anni di ricerca è emersa una correlazione ovvia fra l’enorme presenza di discariche all’interno della Riserva Borsacchio, spesso con quintali di scarti di macellazione animale proprio nelle zone dove sono più frequenti gli avvistamenti. Una sorta di supermercato per le specie selvatiche, ungulati compresi, ed enorme richiamo.
Pesa l’incremento delle prede selvatiche, soprattutto ungulati reintrodotti ai fini venatori, che consente una alimentazione costante limitando la mortalità dei predatori.
L’espansione dei selvatici ha trovato impreparata una popolazione non abituata a tale convivenza e spesso le recinzioni e mezzi di protezione sono inadeguati. Manca la conoscenza delle abitudini dei predatori e dei loro movimenti sul territorio.
Manca soprattutto una gestione della Riserva Borsacchio che ha impedito studi ampi e non ha consentito di sviluppare soluzioni. La latitanza degli enti fino ad oggi ha fatto si che non esistono progetti per far ottenere i finanziamenti necessari alle aziende per adeguare le loro attività che spesso non possono permettersi tali strumenti.
Se la riserva verrà tagliata i lupi, che non sanno leggere, transiteranno lo stesso ma le aziende non avranno strumenti e finanziamenti per fronteggiare il fenomeno.
Proprio per questo nella giornata del 31/10/2021 al termine dello studio le Guide del Borsacchio stanno organizzando una prima serie di incontri con allevatori ed agricoltori per fornire elementi e informazioni e presentato un primo report al Comune e Gestore. Report che sarà il primo documento utile per richiedere finanziamenti a sostegno degli agricoltori ed allevatori.
Entro il 10 Novembre 2021 inoltre proveremo a completare un progetto, sempre a titolo gratuito e se ci sarà la disponibilità del comune che è il gestore della riserva, alla Provincia di Teramo per effettuare ricerche, una campagna informativa necessaria alle aziende della riserva e dotare allevatori e agricoltori di mezzi adeguati come recinzioni elettrificate ed altri strumenti reali.
Inoltre siamo a disposizione con i nostri legali per inoltrare le complesse pratiche di risarcimento in caso di danni subiti.
Nelle prossime settimane con Istituto Agrario e Professionisti del centro studi promuoveremo degli incontri per dare delle prime indicazioni e valutare i primi progetti di tutela reale per le aziende.
Noi ci siamo, come sempre, per aiutare. Noi non gestiamo la Riserva e da anni cerchiamo di farla conoscere e diffondere le potenzialità che fino ad oggi sono inespresse per colpa del Comune. L’assenza di un Pan e Gestione hanno costretto la popolazione a subire le pesanti norme transitorie imposte dalle normative in caso di inadempienza che ormai pare arrivare al termine dopo quasi 17 anni di oblio. Diciassette anni che pesano sulle amministrazioni della città che non sono riuscite ad attivare la Riserva schiacciando chi la vive. Una responsabilità enorme che grava come un macigno sulle passate giunte. Oggi speriamo che i segnali siano diversi. Noi ci siamo ma non abbiamo poteri. E’ il momento di fare per il bene di tutti.
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