“RIVOLUZIONE PER ABBATTERE LISTE DI ATTESA”. LIRIS AL FIANCO DI SCHILLACI SU DECRETO CDM

SANITA’: SENATORE DI FDI E MEDICO AQUILANO ESALTA I CONTENUTI DELLE MISURE APPROVATE IN CONSIGLIO DEI MINISTRI SPIEGANDO DI AVER DATO IL SUO CONTRIBUTO NEL GRANDE LAVORO DEL MINISTRO DELLA SALUTE. "SVOLTA EPOCALE CHE PERMETTERA’ DI RISOLVERE UNA EMERGENZA CHE PARTE DA LONTANO, PIU' ASSUNZIONI E VISITE, STRETTA SU INTRAMOENIA, VIA I TETTI DI SPESA PER IL PERSONALE”

7 Giugno 2024 07:57

L'Aquila - Sanità

L’AQUILA  – “Le misure varate dal governo rappresentano un’autentica rivoluzione che consentirà finalmente di risolvere il problema delle liste di attesa. A beneficio dei cittadini, che potranno avere finalmente cure tempestive ed efficaci, e anche a beneficio della sostenibilità economica del sistema sanitario pubblico, perché diagnosticare per tempo una patologia significa risparmiare poi molti anche soldi per le cure e terapie complesse, quando la patologia si aggrava”.

Nel decreto del governo Meloni su una delle emergenze più gravi del Paese c’è la anche la mano di un medico e politico aquilano doc, il 43enne senatore di FdI Guido Quintino Liris, capogruppo della Commissione Bilancio di palazzo Madama, oltre ad essere vice segretario regionale abruzzese dei meloniani.

Il dirigente medico in aspettativa della Asl provinciale dell’Aquila ed ex vice sindaco del capoluogo regionale ed assessore regionale al Bilancio ha partecipato in prima persona con contatti con il ministro della Salute, Orazio Schillaci, tra l’altro suo amico, alla costruzione di questa importante misura che per la maggioranza di centrodestra “è destinata a risolvere una piaga che viene da lontano”, mentre per le opposizioni di centrosinistra e del Movimento Cinque stelle “si tratta di un pannicello caldo e comunque un aiuto ai privati”: infatti, il relatore della ultima finanziaria nazionale, ha avuto in questi mesi una proficua interlocuzione con associazioni e rappresentanti sindacali del mondo sanitario.

Tanti i punti recepiti dal ministro Schillaci nel decreto legge approvato martedì scorso in Consiglio dei ministri, tra cui “l’eliminazione dei tetti di spesa per le assunzioni, l’incremento della possibilità per i medici interni di vedere valorizzato il lavoro aggiuntivo, il protagonismo degli specializzandi, l’eliminazione della piaga dei gettonisti, classi di priorità indicanti tempi entro i quali erogare prestazioni con avvalimento del privato convenzionato, specialisti ambulatoriali interni e Cup unico regionale -spiega ancora il senatore.





Nella lunga intervista ad Abruzzoweb, Liris esalta il decreto del Cdm Meloni e ricorda innanzitutto, a proposito di coperture, una situazione controversa, che il Governo “ha stanziato per il fondo sanitario nazionale 134 miliardi di euro, che è un record assoluto. E anche il disegno di legge avrà le coperture adeguate. Non bisogna però dimenticare un aspetto dirimente: dando scorrimento alle liste di attesa, e garantendo la puntualità nella risposta sanitaria, affrontiamo prima le patologie con una diagnosi tempestiva e precoce, curiamo meglio il paziente, e questo già di per sé significa un enorme risparmio in termini economici. Agiamo, detto altrimenti, finalmente sul fronte della prevenzione, e permettetemi un motivo di orgoglio perché con l’amico ministro Schillaci e con il sottosegretario Marcello Gemmato, su questi temi ci siamo confrontati e, parte di quanto emerso è contenuto in questo grande provvedimento, che ha il pregio di essere stato elaborato da persone che nella sanità ci lavorano, che conoscono bene la materia”.

Ma soprattutto sottolinea ancora Liris, “la rivoluzione delle rivoluzioni è che saranno finalmente abbattuti i tetti di spesa per le assunzioni, nella consapevolezza che la causa principale delle liste di attesa è la scarsità di personale. Un obiettivo di cui si è parlato per decenni e che ora diventa realtà. Per il 2024 intanto c’è un +15% di aumento del tetto di spesa, che dal 2025 sarà definitivamente abolito. Altro aspetto rivoluzionario è che ci saranno classi di priorità delle prestazioni: il medico che prescrive un esame deve dire quanto è urgente, dovrà fissare una tempistica massima. Il servizio sanitario nazionale, nell’ospedale pubblico, e in seconda istanza nel privato convenzionato o nell’intramoenia, dovranno obbligatoriamente dare la risposta e visitare il paziente”.

In sintesi, giova ricordare le nuove misure prevedono una cabina di regia nazionale e un monitoraggio costante sull’abbattimento delle liste di attesa, e le Regioni dovranno assegnare ai direttori generali delle aziende sanitarie obiettivi annuali, che se non raggiunti potranno portare alla sospensione dall’elenco nazionale dei dg un periodo di 12 mesi.

Sarà abolito a partire dal 2025 il tetto di spesa per le assunzioni, con un aumento del tetto del 15% della spesa già quest’anno. Aumentano i limiti di spesa per l’acquisto di prestazioni sanitarie da privati accreditati, si introduce l’obbligo di un Cup unico regionale o infra-regionale con tutte le prestazioni disponibili del pubblico e del privato convenzionato e si prevede la nullità del contratto con il privato accreditato che non provveda a inserire le sue prestazioni.

È previsto un aumento delle tariffe orarie del 20% per il personale che dovrà prestare servizi aggiuntivi contro le liste d’attesa con una tassazione ridotta al 15% e 100 milioni di euro per avvalersi di specialisti ambulatoriali interni.

Il Cup dovrà attivare un sistema di recall per evitare il fenomeno delle prestazioni prenotate e non effettuate e il cittadino che non effettua la visita o l’esame prenotato senza preavviso, dovrà pagare ugualmente il ticket. Ci saranno visite diagnostiche anche il sabato e la domenica e si amplia la fascia oraria per le prestazioni.





Ci sarà finalmente una stretta sull’intramoenia, ovvero sulle prestazioni erogate al di fuori del normale orario di lavoro dai medici dell’ospedale, i quali utilizzano le strutture ambulatoriali e diagnostiche dell’ospedale stesso a fronte del pagamento da parte del paziente di una tariffa. E lo stesso accade per i medici gettonisti fino ad oggi chiamati a colmare le carenze del personale medico regolare o per coprire turni particolarmente intensi.

Il decreto e disegno di legge sono stati però bocciati dal centrosinistra e parte dei governatori: per la segretaria del Partito democratico Elly Schlein “non ci sono risorse sufficienti”, per l’ex ministro della Salute Roberto Speranza, oggi deputato del Pd, “ogni riforma senza risorse, a quattro giorni dalle elezioni, è pura propaganda”. e ancora “una palla immensa” per il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, e un “intervento di facciata senza risorse” per il collega toscano Eugenio Giani.

Entrando ancora nel merito dei singoli aspetti della complessa riforma Liris sottolinea che “determinante è l’istituzione una cabina di regia all’interno del ministero, che possa monitorare le liste di attesa e le misure da adottare nelle singole regioni e Asl. Altro aspetto davvero importante, è l’obbligo per il privato convenzionato di inserire le prestazioni che può offrire nel Centro unico di prenotazione, pena deconvenzionamento”.

Per non parlare dell’estensione dei giorni di operatività: “io mi chiedo come finora sia stato possibile non utilizzare il sabato e la domenica macchinari costati decine di milioni di euro, che si ammortizzano sono con un utilizzo intenso. Ebbene, ora sarà obbligatorio farlo, con adeguate premialità al personale sanitario”.

E poi prosegue Liris, “diciamo basta ai ‘gettonisti’: un delitto che si consumava negli ospedali pubblici, in particolare nei pronto soccorso. Finalmente, come chiedevano a gran voce gli ordini professionali, ci sarà la possibilità, per dirigenti sanitari e operatori delle professioni infermieristiche, ostetriche, tecniche della riabilitazione, della prevenzione di andare oltre l’orario di lavoro previsto, ed essere per questo adeguatamente remunerati. E c’è anche la possibilità per il direttore generale di mettere un freno all’intramoenia laddove vede che ci siano ritardi nello smaltimento delle visite nella struttura pubblica.  Il privato convenzionato, va infine ricordato, deve intervenire esclusivamente laddove la sanità strutturata e ordinaria non arriva con tempi, numeri e modi. E se queste regole non saranno fatte rispettare dal direttore generale, potrà intervenire la cabina di regia del ministero che ha anche facoltà di imporre la sospensione del direttore inadempiente”.

Liris conclude con una annotazione di carattere generale e di lunga gittata: “Le misure appena varate hanno il pregio di affrontare finalmente di petto il mutato scenario con cui si deve confrontare la sanità, molto diverso rispetto a quello che c’era trent’anni fa. La popolazione italiana ha ora infatti una età media molto più alta, e questo ha forti conseguenze anche sulle patologie prevalenti di cui il sistema sanitario si deve far carico”.

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