RSA MONTEREALE: INCHIESTA, PRIMI FALSI SU BLOCCO LAVORI. SPUNTA VARIANTE DA 1,9 MLN MAI APPROVATA

ANCORA AL CENTRO DELL’ATTENZIONE IL BANDO PER LA RICOSTRUZIONE DELLA RESIDENZA SANITARIA ASSISTENZIALE DELL’ALTA VALLE DELL’ATERNO FERMA DOPO LA REVOCA AI DANNI DELLE IMPRESE DA PARTE DELLA ASL PROVINCIALE DELL’AQULA. CONTINUANO SERRATE LE INDAGINI DELLA PROCURA: SUL TAVOLO SECONDA INTEGRAZIONE PROGETTO CHE FA LIEVITARE I COSTI A 4,2 MILIONI DI EURO E DELIBERA DI ESTROMISSIONE DELL’RTI  

7 Febbraio 2025 08:27

L'Aquila - Politica, Sanità

L’AQUILA – Dal voluminoso incartamento dell’accidentato appalto per la ricostruzione della residenza sanitaria assistenziale di Montereale, in provincia dell’Aquila, spunta fuori una nuova variante, di ben 1,9 milioni di euro, mai approvata, ma necessaria, che la Asl provinciale, stazione appaltante, è stata costretta a prevedere per integrare il progetto che fin dall’inizio della commessa, nel 2020, avrebbe mostrato parecchie pecche rispetto alla fotografia iniziale dell’opera messa a bando dall’azienda sanitaria, inizialmente con circa circa 2,3 milioni di euro, e che ora lieviterà fino a 4,2 milioni.

Secondo quanto si è appreso, la nuova variante che non ha mai cominciato l’iter e che quindi sarebbe solo sulla carta, avrebbe impedito la conclusione dei lavori esercitando un ruolo fondamentale nel blocco dei lavori che si protrae da ben sei mesi e che ha portato al serrato contenzioso tra le imprese e la azienda sanitaria, con questa ultima che ha deciso di revocare in danno la commessa con il raggruppamento temporaneo d’imprese I Platani-Todima srl.

Una situazione molto difficile e conflittuale che ha fatto scattare la inchiesta da parte della Procura della Repubblica dell’Aquila che vuole fare luce sulla vicenda.

Ancor prima, a sollevare il caso il territorio e le forze politiche, in particolare il consigliere regionale del Pd Pierpaolo Pietrucci che ha parlato di “pasticcio”, addossando la responsabilità ai vertici della azienda sanitaria: la guardia di finanza in un blitz scattato lunedì mattina ha sequestrato atti e documenti negli uffici aquilani della Asl, in particolare la delibera firmata dal direttore generale, Ferdinando Romano, la numero 140 del 23 gennaio scorso: in quel provvedimento, 71 pagine in tutto, si è sancita la revoca dell’appalto nei confronti delle due quotate imprese aquilane, che stanno effettuando i lavori dal 2020 su una struttura inagibile dal terremoto 2017 con i 60 anziani ospiti “parcheggiati” nel complesso dell’Ex Onpi dell’Aquila.





Nonostante il clima di grande riserbo, dall’attività di indagine coordinata dal sostituto Roberta D’Avolio emergerebbero i primi risultati che avrebbero messo in evidenza le prime fattispecie di falso nel percorso che ha portato alla revoca di lavori mai ultimati.

In tal senso, ai raggi X viene passata la delibera 140 e sarebbero emerse le anomalie: infatti, il termine dei lavori era indicato al 31 dicembre 2023 mentre il 29 gennaio dell’anno successivo la Asl ha chiesto di aggiornare il progetto.

A giugno 2024 il cantiere è stato bloccato. Il 9 settembre è arrivato il progetto di completamento. Una incongruenza per gli investigatori.

Ma la novità è rappresentata dal fatto che gli inquirenti stanno attenzionando anche la seconda variante di 1,9 milioni che ha bloccato i lavori e che ha fatto salire a 4,2 milioni di euro il costo della riqualificazione della struttura sociosanitaria dell’Alta Valle dell’Aterno.

Nell’esposto firmato dagli stimati imprenditori aquilani Luigi Palmerini e Marino Serpetti, che ha innescato la inchiesta, viene citata la circostanza della variante che è destinata a spiegare le cause del percorso accidentato di un appalto caratterizzato da una grave impasse: in particolare, la ricostruzione della vicenda potrebbe dare agli inquirenti delle risposte importanti sul precipitare della situazione con il blocco dei lavori e il contenzioso.

Stando a quanto emerso, senza questi lavori previsti nella variante non si sarebbero potuti concludere gli altri. E visto che la integrazione deve essere ancora appaltata con un nuovo bando e non affidata alla Rti che ha vinto l’appalto della discordia (non ci possono essere varianti che superano il 10% della somma totale), è facile prevedere tempi molto lunghi.





La stessa variante, prima del muro contro muro tra il gruppo tecnico della Asl guidato dal capo Dipartimento tecnico, Mauro Tursini, è stata al centro della discussione di numerose riunioni tra le parti nel corso delle quali Palmerini e Serpetti hanno fatto presente a chiare lettere la impossibilità di concludere i lavori senza l’attuazione dell’intervento ancora da affidare.

Intanto, resta infuocato il dibattito pubblico: sul caso torna il dem Pietrucci, all’indomani delle prime indiscrezioni sull’inchiesta in corso.

“Si faccia luce su quello che sta accadendo sulla Rsa di Montereale”, ribadisce il consigliere regionale aquilano, tra i primi, assieme alla Cgil e al sindaco di Montereale, Massimiliano Giorgi, a denunciare le anomalie.

“È diverso tempo che segnaliamo le storture di una procedura bizzarra, prosegue Pietrucci, “sette anni sono un tempo inaccettabile per la pubblica amministrazione. Chi ha sbagliato – e c’è chi ha sbagliato – si assuma le responsabilità. La politica indirettamente, ma comunque colpevole, metta in atto ogni iniziativa utile a rimediare agli errori commessi”.

La vicenda Rsa di Monterale è stata anche al centro, ieri, della nuova riunione della Commissione di vigilanza della Regione Abruzzo, presieduta da Sandro Mariani. Il presidente Mariani ha “aggiornato i commissari sulla situazione della ricostruzione post-sisma della Rsa di Montereale, la cui riqualificazione è necessaria ed urgente per i dipendenti che vi prestano servizio e per l’assistenza agli anziani che la struttura offre per l’intero territorio”. (b.s.)

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