L’AQUILA – Una settimana fa il summit di maggioranza per sbloccare l’impasse nella nomina del cda della Saga, la società che gestisce l’aeroporto d’Abruzzo a Pescara, voluto dal presidente, Marco Marsilio, di FdI, che nonostante la casella spetti a Forza Italia, si è riservata il diritto di verificare il curriculum del presidente e del management chiamato a rilanciare lo scalo abruzzese la cui governance è da mesi in prorogatio.
In quella occasione il governatore ha messo sul tavolo quattro nomi sui quali i forzisti si sono spaccati in due.
Poi, lunedì scorso il vertice azzurro durante il quale non c’è stata una vera lite ma momenti di palpabile tensione che però ha confermato il disaccordo tra i due blocchi in un’altra puntata della lotta alla conquista dello scettro politico regionale mantenuto da 12 anni dal deputato e presidente della prestigiosa commissione Affari costituzionale, Nazario Pagano, contro il quale si sarebbero schierati in blocco il presidente del consiglio, Lorenzo Sospiri, l’assessore al Lavoro Roberto Santangelo e il capigruppo, Emiliano Di Matteo.
Poi, vari tentativi da parte dei cosiddetti contestatori di parlare con Marsilio per chiedere con forza una scelta autonoma.
Confronti saltati perché la maggioranza di centrodestra ha esaurito il tempo a disposizione per fare una guerra tutta interna sui fondi a pioggia che ha reso necessario il rinvio del consiglio regionale di martedì scorso.
Oggi la telenovella dovrebbe terminare con la scelta del presidente ma non della battaglia senza quartiere per il cambio della guardia al vertice regionale.
Forza Italia, a ridosso o alla fine della seduta del consiglio regionale del pomeriggio all’Aquila dovrebbe incontrare Marsilio e sciogliere il nodo dopo che in questi giorni non si è raggiunta la mediazione.
Gli azzurri si presentano ancora spaccati all’incontro decisivo: il segretario regionale e deputato Pagano e il sottosegretario di Giunta regionale con delega al Turismo, Daniele D’Amario, che hanno espresso fin da venerdì scorso il gradimento per l’avvocato Giorgio Fraccastoro, originario di Cepagatti ma con un avviato studio a Roma, calato da Marsilio nella terna proposta nella riunione di maggioranza di venerdì scorso.
Mentre Sospiri, Santangelo, Di Matteo, ed anche il consigliere Antonietta La Porta sostengono l’aquilano Roberto Romanelli, che da tempo è in lizza ma che non è stato mai presentato ufficialmente come pretendente.
Il nome di Fraccastoro, avvocato cassazionista, originario di Cepagatti, grande esperto in materia e con un prestigioso studio legale della Capitale, che ha lasciato la sua terra molto giovane per affermarsi a livello nazionale ed internazionale, era già stato messo sul tavolo nell’ultima riunione di maggioranza con tutti i capogruppo e segretari regionali del centrodestra, nella terna di nomi, composta anche dall’ingegnere Pasquale Marchese, ex vice direttore generale di Poste italiane, cittadino onorario di Moscufo, e Paolo Lio, consulente nel settore trasporti, docente del Master in Economia e Gestione delle Infrastrutture e dei Trasporti alla Bocconi di Milano.
Romanelli, manager aquilano del gruppo Palmerini, principale artefice del fenomeno del Tecnopolo d’Abruzzo, incubatore di impresa all’Aquila, il cui modello è stato presentato a livello internazionale, recentemente nei ricchi Emirati, già consigliere ed assessore provinciale, sarebbe preferito dal gruppo interno di oppositori in quanto più radicato sul territorio, al contrario di Fraccastoro, molto impegnato a livello nazionale ed internazionale.
In questo contesto, secondo quanto si è appreso, l’unica posizione traballante nel gruppo sarebbe quella del presidente Sospiri, che nelle ultime ore avrebbe dirottato il gradimento verso il noto e stimato avvocato, anche per non “tradire” il suo comprensorio, il Pescarese. Ma non sarebbe sicuro se lo ha confessato ai suoi soci della fronda che rivendica un suo nome, non mediato dal governatore.
Anche oggi, sullo sfondo della diatriba c’è la battaglia più grande, quella per il controllo del partito, con gli oppositori che rivendicano un’alternanza alla guida degli azzurri in regione, un ruolo a cui ambisce da tempo, fin dalle elezioni politiche del settembre del 2022, in particolare il presidente del Consiglio Sospiri che denunciato il fatto che Pagano non ha mantenuto il patto sancito in quelle elezioni.
Il nuovo presidente dovrà prendere il posto di Vittorio Catone, in quota Lega, nipote dell’ex deputato democristiano Giampiero Catone, mentre componenti del Cda sono Giuseppina Zanchiello, Daniela Terreri e Davide Calcedonio Di Giacinto.
Ma anche sui componenti c’è uno scontro notevole: ad esempio, il sindaco di Pescara, Carlo Masci, ha rivendicato con forza la scelta di suo uomo visto che il Comune è nella compagine e che lo scalo è a Pescara. Ma il tempo è scaduto: la assemblea dei soci per rinnovare la governance di questa ambita partecipata regionale è stata convocata dalla Regione per il 2 dicembre in prima convocazione e il 5 in seconda.
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