SAN DEMETRIO: TORNA LA RASSEGNA TEATRALE “STRADE” CON CINQUE APPUNTAMENTI

15 Gennaio 2024 14:56

L'Aquila - Cultura

SAN DEMETRIO NEI VESTINI- Da domenica 21 gennaio torna la rassegna teatrale ‘Strade’ giunta quest’anno alla sua 16esima edizione. Cinque gli appuntamenti domenicali, sempre alle ore 18, nello Spazio Nobelperlapace a San Demetrio Ne’ Vestini nell’aquilano. Una programmazione assortita.





“Come ogni anno – spiega Giancarlo Gentilucci direttore artistico di Strade – per la nostra stagione abbiamo scelto di non proporre un tema centrale ma di presentare spettacoli selezionati sia per la loro qualità artistica sia per permettere ai nostri spettatori di avere uno sguardo sulle diverse forme del teatro”.

Domenica 21, a inaugurare la rassegna sarà ‘I giganti e noi’, prodotto da Arti e Spettacolo ispirato a un grande classico della letteratura teatrale ‘I giganti della montagna’ di Pirandello. Sul palco nove interpreti riuniti in una Compagnia intergenerazionale, diretti proprio da Gentilucci.





La rassegna prosegue il 3 febbraio con ‘Fine pena ora’, tratto dal racconto autobiografico del testo omonimo di Elvio Fassone, magistrato ed ex componente del Consiglio Superiore della Magistratura, prodotto dal Teatro stabile di Torino e da Tedacà. Il 18 febbraio in scena la produzione di Fondazione I teatri di Reggio Emilia – Associazione teatrale ‘Autori vivi’ dal titolo ‘Dieci modi per morire felici’ uno spettacolo-gioco in cui dieci spettatori hanno la possibilità di sperimentare una nuova vita con un solo obiettivo: appunto quello di morire felici.

Il 3 marzo è la volta della compagnia siciliana Quintoequilibrio che propone ‘Felicia’, spettacolo liberamente ispirato al libro illustrato ‘Felicità ne avete?’ di Lisa Biggi e Monica Barengo: una storia di animali del bosco e una strega, Felicia, che con il suo arrivo rompe l’equilibrio. La storia di un problema che viene affrontato con uno scontro ma che si risolve con un incontro. In chiusura, domenica 17 marzo, c’è ‘Afanisi’ di Ctrl+Alt+Canc, una performance che rovescia i rapporti tra spettatore e spettacolo, tra realtà e sguardo che la osserva. Lo spettatore non è più fruitore passivo ma creatore attivo dell’opera che ha di fronte.

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