SANITÀ: ABRUZZESI CHE VANNO A CURARSI FUORI REGIONE, COSTI PER LE ASL SUPERANO I 93,6 MILIONI

I DATI DELLA MOBILITÀ PASSIVA DELLA CORTE DEI CONTI AGGIORNATI AL 2021: RECORD PER CHIETI, CON 39.3 MILIONI, A L'AQUILA SOLO 235.382 EURO, MA NEL 2020 IL SALDO ERA POSITIVO.

di Filippo Tronca

10 Novembre 2022 08:10

Regione - Sanità

L’AQUILA – La mobilità passiva pesa sui costi della sanità abruzzese nel 2021 ben 93.614.912 euro, seppure in miglioramento rispetto al 2o2o, e restano tanti, troppi, i pazienti che loro malgrado sono costretti ad andare a curarsi fuori regione, rispetto a quelli che arrivano.

Un fenomeno che riguarda tutte e quattro le Asl provinciali, dove il record spetta alla Asl chietina con 39,3 milioni da dover pagare alle altre Regioni, seguita dalla Asl di Chieti, con quasi 34,5 milioni e dalla Asl di Pescara, con 23,6 milioni, che però registra un saldo molto positivo  ospitando pazienti dalle altre Asl Abruzzesi.

Situazione più rosea per la Asl aquilana, con un “ma” grosso come una casa: nel 2020  aveva addirittura un saldo positivo, grazie alla mobilità attiva, di oltre 1,7 milioni, mentre ora ha un saldo negativo pari a 235.382 euro, certo molto inferiore alle altre aziende, resta però il fatto che si tratta di un peggioramento, pari a quello della Asl di Pescara, in controtendenza rispetto a quello che avviene a Chieti e Teramo.

A certificarlo è la sezione regionale di controllo della Corte dei Conti, in uno dei dettagliatissimi capitoli della relazione sulla “Parifica del rendiconto generale della Regione Abruzzo, per l’esercizio del 2021”, illustrato il il 29 settembre scorso.

Un giudizio che ha promosso l’Abruzzo,  esprimendo parere positivo al giudizio di parificazione del rendiconto, con la ricognizione dei debiti e crediti,  nell’ambito dell’importante percorso di riallineamento  che negli ultimi anni ha impegnato la Regione a recuperato l’arretrato.  Il disavanzo regionale, è emerso, pari a 449 milioni di euro nel 2019, annualità di insediamento dell’amministrazione di centrodestra di Marco Marsilio, Fratelli d’Italia, al 31 dicembre 2021 è stato ridotto a 252 milioni di euro.

Ma andando ad analizzare l’intero documento dei giudici contabili, criticità emergono in particolare sul comparto sanitario, che rappresenta l’80% della spesa regionale, a cominciare proprio dalla mobilità passiva, che rappresenta la cartina di tornasole sulla qualità dell’offerta sanitaria, perché se così tanti abruzzesi vanno a curarsi fuori, questo è dovuto alle liste di attesa interminabili per accedere a cure e controlli, che a loro volta dipendono da limiti organizzative e in primis dalla cronica carenza di personale.

Problemi che si sono aggravati con il ciclone della pandemia del covid, che sono ora al centro del crescente malessere del personale medico e infermieristico, esploso in una quasi rivolta  all’ospedale San Salvatore, dove i primari hanno inviato una dura e circostanziata lettera al direttore generale, nominato in quota Lega, Ferdinando Romano, in cui hanno denunciato la carenza cronica di personale, la mancanza di farmaci e materiali, turni massacranti e anche la stessa mobilità passiva in aumento.

Criticità ribadite nell’incontro del 31 ottobre, con l’assessore regionale Nicoletta Verì, della Lega, e il direttore il direttore dell’Agenzia sanitaria regionale, Pierluigi Cosenza, tecnico anche lui in quota Lega, già primario del reparto degenza breve del San Salvatore, che hanno assicurato che la Regione sta mettendo in campo tutte le misure necessarie.





E stando ai dati certificati dalla Corte dei conti una delle priorità è la mobilità passiva che sta facendo sballare i conti della sanità regionale.

Il risultato di esercizio, si legge nel documento, risulta infatti negativo, essendo maggiori le voci di debito rispetto a quelle di credito, migliorata, tuttavia, rispetto all’annualità precedente, da meno 102.348.542 di euro del 2020 a 93.614.912 di euro del 2021.

Nello specifico i crediti incassati da altre regioni per la mobilità attiva sono 82.391.969 di euro, i debiti per mobilità passiva sono 176.006.881 euro.

Ed ecco i dati di dettaglio: per quanto riguarda la mobilità extraregionale e internazionale, la Asl di Avezzano-Sulmona-L’Aquila che negli anni passati registrava un saldo positivo (da ultimo nel 2020 pari a euro 1.769.513, in riduzione rispetto al 2019, pari a euro 13.398.112), nell’annualità in esame registra un saldo negativo pari a euro 235.382

Le altre Aziende sanitarie, in linea con le annualità precedenti, presentano nel 2021 un saldo ben più negativo.

La Asl di Pescara peggiora il risultato passando dai – 16.244.519 euro del 2o20 ai -23.660.603  euro attuali.

La  Asl di Lanciano-Vasto-Chieti arriva ad un – -34.895.909 euro,  la Asl di Teramo a  -39.325.125, ma gli importi risultano inferiori rispetto al 2020, segnando dunque una inversione di rotta evidenziata positivamente dalla Corte dei Conti.

Per quanto attiene alla mobilità intraregionale, ovvero tra gli ospedali abruzzesi da una Asl all’altra, si osserva che solo la Asl di Pescara, in continuità con gli esercizi precedenti, registra un saldo positivo, di  62.971.791 euro, in aumento rispetto al 2020, quando era di  45.711.140 di euro.

Le altre Aziende registrano saldi negativi, che peggiorano rispetto al 2020, in particolare, per la Asl di Avezzano-Sulmona-L’Aquila, da – 5.000.984 euro a  – 12.148.937 euro.





Per la Asl di Teramo si passa da – 12.476.723 a -22.104.495 euro.

La Asl di Lanciano-Vasto-Chieti,   continua ad avere il saldo negativo più consistente, registra un saldo pari a  -28.718.359 euro, rispetto ai  -28.233.433 del 2020.

Si legge ancora nel rapporto: “La Regione, in riferimento al risultato negativo della mobilità ha precisato di aver avviato una analisi dell’andamento dei saldi di Mobilità sanitaria interregionale della Regione Abruzzo dal 2018 al 2021 riferita alle seguenti voci: “A Ricoveri ordinari e dh”, “B Medicina generale”, “C Specialistica ambulatoriale”, “D Farmaceutica”, “E Cure termali”, “F Somministrazione diretta di farmaci”, “G Trasporti con elisoccorso ed ambulanza”. Da detta analisi si evidenzia come occorra distinguere tra Mobilità di confine e Mobilità di elezione. Sulla base di tali prime analisi sono state avviate delle riflessioni con le ASL regionali interessate ai fenomeni di mobilità passiva al fine di definire delle strategie”.

E conclude: “al riguardo, questa Sezione resta in attesa di ricevere atti amministrativi conseguenti, come definiti dalla Regione, e ne raccomanda una pronta adozione per contenere i costi per mobilità”.

 

 

 

 

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