L’AQUILA – “L’abbattimento dei tempi d’attesa deve rappresentare uno degli obiettivi prioritari delle aziende sanitarie, soprattutto per gli effetti diretti su gran parte della popolazione, tanto da essere percepito come uno dei maggiori problemi nell’ambito dei servizi sanitari. Spesso lunghi tempi di attesa si traducono in rinuncia alla cura o in aggravio di condizioni di salute ovvero al ricorso alla sanità privata a pagamento”.
E’ uno dei passaggi significativi di quanto scrive la Sezione regionale di controllo per l’Abruzzo della Corte dei conti, nella relazione dedicata alla sanità, che con un fabbisogno di quasi 2,6 miliardi rappresenta la spesa di gran lunga preponderante del bilancio. La relazione è stata allegata al documento di Parificazione del rendiconto generale della Regione Abruzzo, per l’esercizio 2022, che con le solite prescrizioni ha di fatto dato il disco verde all’attività di ricognizione di debiti e crediti da parte degli uffici regionali, finalmente allineata all’ultimo esercizio.
Nella relazione, pubblicata a luglio, si ripercorre e si monitora lo sforzo compiuto dalla Regione per far fronte all’emergenza rappresentata dai mesi emesi che i pazienti devono attendere per avere una visita, aspetto che alimenta la polemica politica e che mette letteralmente a rischio la vita dei pazienti più gravi. Liste di attesa aggravate dallo stop alle prestazioni non urgentissime imposto dalla pandemia del covid 19.
Scrive infatti la Corte dei conti: “negli anni 2020 e 2021, sono stati registrati incrementi delle liste rispetto alla capacità d’offerta, con conseguente incremento di quelle già esistenti, a causa dell’esplosione e del perdurare della crisi pandemica intervenuta, che ha generato, a seguito di lockdown, la necessità di recupero delle prestazioni sospese durante il periodo, nonché attivazione di misure di sicurezza nell’esecuzione delle stesse”.
Passaggio importante è stato in tal senso l’approvazione da parte della giunta regionale dell’aggiornamento del “Piano operativo per il recupero delle liste di attesa”, un provvedimento attraverso cui viene destinata una quota del livello di finanziamento indistinto del fabbisogno sanitario nazionale standard, cui concorre lo Stato per l’anno 2023, pari a 5,5 milioni, sulla base dei piani presentati dalle quattro Asl abruzzesi.
E il quadro relativamente aggiornato, a fine 2022, del problema da risolvere lo si legge nella stessa relazione della Corte dei conti, sulla base dei dati forniti dall’assessorato alla Salute al Tavolo di monitoraggio ministeriale della seduta del 18 aprile.
Per quanto riguarda gli interventi chirurgici programmati, il risultato raggiunto nell’anno 2022 è al di sotto di quanto previsto dal Piano regionale e si attesta al 66,4% del dichiarato recuperabile,
3.641 interventi contro 5.480 dichiarati recuperabili.
In merito alle campagne di screening, la quota di recupero raggiunto nel 2022 per gli inviti risulta
del 95% rispetto al recuperabile, mentre la quota di recupero delle prestazioni si ferma al 70%, ovvero 31.364 prestazioni di I e Il livello contro 45.156 dichiarate recuperabili.
Per le prestazioni ambulatoriali, il risultato raggiunto nell’anno 2022 è al di sotto di quanto previsto dal Piano Regionale e si attesta all’89% del dichiarato recuperabile: 39.354 prestazioni ambulatoriali vs 44.207 dichiarate recuperabili.
Il piano aggiornato prevede tra le misure volte ad aggredire le liste di attesa, l’estensione degli orari di apertura e chiusura degli ambulatori dalle 8:00-20:00 nei giorni feriali e aperture domenicali), una ripianificazione della generazione dei calendari da dedicare alle nuove prenotazioni Cup/Call Center, l’intensificazione del servizio di re-call per l’intercettazione degli utenti in attesa e per la verifica del drop-out, la riprogrammazione di visite ed esami già programmati per i percorsi diagnostico-terapeutici, l’inserimento di prestazioni in telemedicina.
ln attuazione del Piano di recupero le Asl hanno messo in atto le azioni previste, avvalendosi in particolare del ricorso alle prestazioni aggiuntive e del conferimento di incarichi temporanei.
Con riferimento al ricorso alle strutture private accreditate, “sulla base delle indicazioni acquisite dalle Aziende è stimato un limitato accesso allo strumento, previsto solo da un’Azienda USL per le prestazioni di specialistica ambulatoriale. Alcune Aziende hanno dichiarato di avvalersi dell’apporto delle strutture private nei limiti del budget assegnato per l’anno corrente, e quindi sulla base di un apporto che esula dalla presente pianificazione”.
Le Aziende “dovranno certificare alla Regione la congruità delle rendicontazioni acquisite rispetto alle prestazioni richieste e il rispetto dei budget specificatamente assegnati alle strutture private accreditate contrattualizzate. Eventuali prestazioni eccedentarie rispetto al budget assegnato nei contratti stipulati per le finalità di cui al presente provvedimento non potranno essere remunerate”.
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