SANITÀ ABRUZZO: ORLANDO, “LO STRANO CASO DEI COMMISSARI AD ACTA RIESUMATI DA VERÌ”

15 Gennaio 2023 09:37

Regione - Sanità

CHIETI – “Improvvisamente, a distanza di anni, l’Assessore alla Sanità, Nicoletta Verì, all’epoca presidente della Commissione sanità regionale, riscopre il ruolo taumaturgico e la funzione salvifica, per il bene comune, naturalmente, del commissario ad acta. Ma, perché questo non valeva anche nel 2009?”

A chiederselo, nell’intervento ospitato da Abruzzoweb, Angelo Orlando, ex parlamentare e consigliere regionale di Prc, nel ruolo di presidente commissione Bilancio.

Sanità: il locomotore, i vagoni e il “commissario” “riesumato”!

“Qualche giorno fa, tutta la stampa regionale ha riportato, con grande enfasi, un severo monito rivolto dall’Assessore alla Sanità, in veste decisionista, ai Direttori generali delle Asl , perentoriamente invitati a recepire “tempestivamente gli atti di programmazione della Regione”, pena l’arrivo di un commissario ad acta allo scadere dei termini stabiliti.

Questa norma, inserita nel mare magnum dei provvedimenti della legge di bilancio 2023, all’epoca non ancora pubblicata, è una modifica della legge regionale 146/1996, “Norme in materia di programmazione, contabilità, gestione e controllo delle Aziende del Servizio Sanitario Regionale”.





Dopo l’impossibile risposta al quesito: “ma questi Direttori generali chi li ha nominati?” è opportuno chiarire alcuni punti.

Il commissario ad acta, generalmente, è lo strumento adottato nel momento in cui ci si trova di fronte ad una condizione di ritardo o di inerzia da parte del “ sottoposto” rispetto a disposizioni imperative del “superiore” (ad esempio, è il caso dell’Abruzzo “commissariato” nel 2008 per mancato rispetto delle norme inserite nel piano di rientro).

La legge 146/1996 è il locomotore che ha agganciato, fino all’ultima modifica ancora da leggere, oltre 100 vagoni-trasformazioni sotto la forma di: sostituzione, abrogazione, modifica, riferimento, aggiunta, interpretazione autentica, deroga, integrazione, aggiunta, modifica della rubrica, rinumerazione, a partire dalla legge regionale 3/2002 fino ad oggi.

Le leggi regionali che hanno apportato maggiori modifiche sono la legge regionale 15/2004 e la legge 17/2009, con la fabbricazione di ben 19 vagoni a testa!

Mentre tutte le altre leggi si configuravano semplicemente come “Modifiche e integrazioni…”questa legge, oltre alla canonica dicitura, riportava nel titolo, come vagone agganciato in aula sotto forma di emendamento, anche “… modifica della L.R. 5/2008…”.





Quest’ultimo vagone, nell’assetto definitivo del treno 17, è, stranamente?, agganciato al centro ( è l’articolo 5, bellezza!) dei nuovi vagoni.

Ma cosa comportava questa ardita manovra, che è sfuggita anche al sistema di sorveglianza del Governo Berlusconi che , come Ministro della Gioventù, annoverava anche l’attuale Presidente del Consiglio?

Molto semplicemente, di fatto, espropriava della sua competenza di tutore, sancita con leggi e decreto di nomina, il commissario ad acta scelto dal Governo, il dottor Gino Redigolo, e , conseguentemente, lo “eliminava”, riappropriandosi di una potestà legislativa esclusa e negando l’assetto del sistema voluto dal Governo con il Piano di rientro!

Ricordiamo, poi, che il 10 dicembre 2009 il Commissario ad acta “straniero” dava le dimissioni e il giorno dopo, l’11 dicembre, con una velocità che non ha pari, il Governo nominava un Commissario ad acta “indigeno”, il Presidente pro-tempore della Regione Abruzzo, il dottor Gianni Chiodi.

Ora, improvvisamente, a distanza di anni, l’Assessore alla Sanità, all’epoca presidente della Commissione sanità regionale, riscopre il ruolo taumaturgico e la funzione salvifica, per il bene comune, naturalmente, del commissario ad acta. Ma, perché questo non valeva anche nel 2009? E questo solo perché “…Negli ultimi anni,…, abbiamo assistito ad un disallineamento dei tempi di applicazione degli strumenti di programmazione, con conseguente mancanza di omogeneità delle procedure adottate nelle diverse Asl”?

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