L’AQUILA – La sanità abruzzese ha il peggior differenziale d’Italia tra i livelli essenziali di assistenza (Lea) 2022 rispetto a quelli del 2021. Ultima in classifica, con una flessione di meno 30 punti, dove invece a eccellere è sono Veneto, Puglia e Piemonte.
Va male anche il punteggio totale Lea, che nella classifica relativa ci vede in coda, nella zona rossa, al sestultimo posto, con 184,59 punti.
A dirlo è una relazione della Fondazione Gimbe, secondo cui nel 2022 solo 13 Regioni rispettano gli standard essenziali di cura, con un ulteriore aumento del divario Nord-Sud, e l’Abruzzo è tra le inadempienti.
La classifica si basa sui dati del Ministero della Salute che, come ogni anno, valuta l’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), ovvero delle prestazioni sanitarie che tutte le Regioni e Province Autonome devono garantire gratuitamente o previo il pagamento del ticket.
“Si tratta di una vera e propria “pagella” per i servizi sanitari regionali – afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE– che identifica quali Regioni sono promosse (adempienti), pertanto meritevoli di accedere alla quota di finanziamento premiale, e quali bocciate (inadempienti)”. Le Regioni inadempienti vengono sottoposte ai Piani di rientro, uno specifico affiancamento da parte del Ministero della Salute che nelle situazioni più critiche può arrivare sino al commissariamento della Regione.
Sono i dati del Ministero della Salute che, come ogni anno, valuta l’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), ovvero delle prestazioni sanitarie che tutte le Regioni e Province Autonome devono garantire gratuitamente o previo il pagamento del ticket. «Si tratta di una vera e propria “pagella” per i servizi sanitari regionali – afferma Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE– che identifica quali Regioni sono promosse (adempienti), pertanto meritevoli di accedere alla quota di finanziamento premiale, e quali bocciate (inadempienti)». Le Regioni inadempienti vengono sottoposte ai Piani di rientro, uno specifico affiancamento da parte del Ministero della Salute che nelle situazioni più critiche può arrivare sino al commissariamento della Regione.
Dal 2020 la “griglia Lea” è stata sostituita da 22 indicatori “core”, del Nuovo Sistema di Garanzia (NSG), suddivisi in tre aree: prevenzione collettiva e sanità pubblica, assistenza distrettuale e assistenza ospedaliera.
In ogni area le Regioni possono ottenere un punteggio tra 0 e 100 e vengono considerate adempienti se raggiungono almeno 60 punti in tutte le tre aree; invece, se il punteggio è inferiore a 60 anche in una sola area, la Regione risulta inadempiente.
“Se nel 2020 e nel 2021, segnati dall’emergenza pandemica, il monitoraggio ha avuto solo un ruolo informativo – precisa il Presidente – nel 2022 per la prima volta i risultati degli indicatori CORE vengono utilizzati a scopo valutativo”.
A commentare questi risultati è il capogruppo in Consiglio regionale del Pd, Silvio Paolucci, ec assessore alla Sanità e Bilancio.
“Forse Marsilio e la sua Giunta nelle loro dichiarazioni entusiastiche leggono le classifiche al contrario, vero è che abbiamo rimediato una figuraccia nazionale. Già l’analisi del Ministero della Salute è stata impietosa, la classifica generale analizzata poi dalla Fondazione ci colloca ultimi e con 30,86 punti in meno rispetto al 2021. Ci vuole coraggio, anzi, faccia tosta, a definire la sanità abruzzese un modello, mentre si tagliano servizi e prestazioni agli utenti a causa del disavanzo”.
E incalza, “ce ne vuole anche a restare inerti mentre crescono le liste di attesa anche sulle urgenze e si costringono gli abruzzesi a fuggire e a non fare prevenzione, come confermano i dati ministeriali sui Lea che vedono proprio nell’area prevenzione il nostro maggior problema. Serve un cambio di passo per salvarci da un nuovo commissariamento, sempre più vicino per l’enorme deficit che le Asl abruzzesi stanno accumulando e per evitare che l’autonomia differenziata affondi definitivamente l’Abruzzo: questo conferma l’osservatorio della Fondazione, che completa la fotografia di una sanità allo sbando, senza governance, come ormai da anni denunciamo”.
“I numeri, comparati agli anni precedenti, descrivono un vero e proprio declino – incalza Paolucci – . Va male anche il punteggio totale LEA, che nella classifica relativa ci vede in coda, nella zona rossa, al sestultimo posto, con 184,59 punti, situazione che racconta un Abruzzo incapace di assicurare prevenzione (49 il punteggio, mentre la sufficienza dovrebbe essere 60) e al di sotto anche di altri importanti parametri nelle tre aree di analisi (quella ospedaliera e quella sugli allarmi-target per l’emergenza, oltre la prevenzione). Il monitoraggio del Ministero della Salute 2022 e la debacle sulle cure essenziali che emerge, conferma l’aggravamento della frattura strutturale tra Nord e Sud d’Italia e vede l’Abruzzo inadempiente proprio quando entra in vigore la legge sull’autonomia differenziata quando il divario Nord Sud aumenta e la Giunta Marsilio va registrare all’Abruzzo la performance (per differenza) peggiore.
Questo deve allarmarci, perché se abbiamo una posizione già di tale svantaggio prima che entri in vigore, non osiamo pensare agli effetti reali che provocherà sui cittadini e sul nostro comparto sanitario, già provati da una gestione che non offre rimedi all’altezza dei problemi e delle sfide”.
Il link all’analisi della Fondazione Gimbe
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- SANITA’ ABRUZZO: PER GIMBE INADEMPIENTE SUI LEA. PAOLUCCI, “ULTIMA IN CLASSIFICA, FIGURACCIA”L'AQUILA - La sanità abruzzese ha il peggior differenziale d'Italia tra i livelli essenziali di assistenza (Lea) 2022 rispetto a quelli del 2021. Ult...