L’AQUILA – Un deficit macinato nel 2024 ancor più consistente e da azzerare in ogni caso, e anche alla svelta, che sale da 81 milioni a 105-110 milioni di euro. Le pesanti criticità espresse dal tavolo di monitoraggio dell’11 aprile, sulla tenuta della contabilità delle Asl abruzzesi e alla contabilizzazione dei dati di bilancio delle stesse, in particolare sulle Asl di Chieti e L’Aquila. Il rischio a questo punto concreto che non basterà aver già aumentato l’aliquota dell’addizionale Irpef per i redditi sopra i 28.000 euro, e che occorrerà un ulteriore salasso.
Sono questi gli elementi emersi ieri nella Commissione vigilanza, presieduta da Sandro Mariani del Pd, e nel corso della quale sono stati auditi l’assessore alla Salute Nicoletta Verì, il direttore del dipartimento Sanità, Emanuela Grimaldi e la dirigente del servizio Risorse umane, Marina Febo, che hanno fornito un quadro aggiornato sullo stato dell’arte dei conti della sanità.
Ieri si è poi tenuta una riunione riservatissima tra il presidente Marco Marsilio di Fdi, e i direttori generali delle quattro Asl, per fare il punto sulle prossime mosse per procedere con la razionalizzazione della spesa. Rinviato invece l’incontro tra l’assessore Verì e i sindacati di medici, infermieri e degli operatori socio sanitari, in rivolta per il blocco degli aumenti del salario accessorio.
“In commissione di Vigilanza ha scoperto il ‘vaso di Pandora’ della disastrata sanità abruzzese tanto che è stato certificato un nuovo e preoccupante disavanzo per la sanità regionale che ha toccato quota 105-110 milioni di euro e l’arrivo di nuove tasse per gli abruzzesi”, hanno commentato al termine della seduta Mariani, e Giovanni Cavallari, capogruppo di Abruzzo Insieme” e a ancora , “durante i lavori si è parlato delle procedure di assunzione di personale amministrativo e dirigenziale presso le Asl di Teramo e Pescara e, nel corso del dibattito, è emerso un quadro ancora più allarmante dello stato dei conti della sanità abruzzese”.
“Siamo quindi dinanzi a ulteriori 25-30 milioni di euro che dovranno essere ‘drenati’ dal Bilancio Regionale o, come già fatto lo scorso 3 aprile, dalle tasche degli abruzzesi sotto forma di nuovi aumenti delle tasse”, proseguono Mariani e Cavallari che parlano di “stato comatoso” del comparto. “Nel corso della seduta è poi emerso come il debito complessivo nel 2024 superi così i 200 milioni di euro andando a sancire il fallimento del governo Marsilio ed il completo sbando della nostra sanità visto che i conti per il 2025 seguono lo stesso trend se non peggio”.
Non basterà insomma la manovra che ha fatto fronte ai 180 milioni di euro computati, ottenuta con i 99 milioni dei fondi della Gestione sanitaria accentrata comprensive delle entrate extra del payback farmaceutico, che ha portato il passivo a 81 milioni di euro, con ulteriore ed effettivo abbattimento con 20 milioni di tagli al bilancio regionale, con i 42,6 milioni dell’aumento dell’addizionale Irpef, almeno per i redditi superiori ai 28.000 euro. Inizialmente si pensava che a “ballare”, senza coperture certe, erano “solo” 81 milioni circa mancanti, ora vanno trovati in qualche modo altri 25-30 milioni. La Regione aveva già dovuto coprire 122 milioni di euro del debito maturato nel 2023.
All’ordine del giorno della commissione Vigilanza c’era la spinosa vicenda delle assunzioni in zona Cesarini di personale amministrativo, effettuato dalla Asl di Pescara e Teramo in barba alla norma approvata nel consiglio del 3 aprile, la stessa che ha aumentato l’addizionale Irpef, che aveva infatti imposto lo stop, comunicato il 10 aprile del dipartimento Sanità alle quattro Asl. E’ accaduto però che la Asl di Pescara ha proceduto lo stesso all’assunzione di 10 addetti, per l’area economica e l’area giuridica, la Asl di Teramo di un dirigente, in entrambi i casi con lo scorrimento di graduatorie di precedenti concorsi. A seguire una diffida del dipartimento.
La Asl di Teramo si è adeguata, pur contestando il diktat, annullando l’assunzione, la Asl di Pescara ha scelto di non dar seguito all’invito, convinta della legittimità dell’atto, argomentata in una relazione tecnico giuridica.
Hanno però oggi confermato i vertici del dipartimento Sanità che mancano i presupposti giuridici per le ulteriori assunzioni di amministrativi, perché queste, al momento, non sono coperte dal piano di incremento del personale vigente. Per il momento dunque tutto viene congelato.
Nel pomeriggio a L’Aquila poi si è tenuto il summit blindato tra il presidente Marsilio, il capodipartimento Grimaldi, il direttore dell’Agenzia sanitaria regionale, Pierluigi Cosenza e i quattro direttori generali Vero Michitelli, per la Asl di Pescara, Maurizio Di Goisia, per la Asl di Teramo, Ferdinando Romano, per la Asl aquilana e Mauro Palmieri per la Asl chietina.
Raccomandazioni generiche, qualcuno dice una mezza strigliata. Senza comunicazioni ufficiali, come è costume della maggioranza di centrodestra che non ritiene di dover informare i cittadini sulla sanità: questo il resoconto, secondo le fonti di questo giornale, del summit ristretto.
Si è trattato insomma di un incontro interlocutorio, dal quale non è emersa una strategia e azioni concrete: non sono state elencate iniziative draconiane quasi come se la Regione fosse rassegnata ad un commissariamento, visto che il debito è arrivato intorno ai 110 milioni di euro e che il tavolo di monitoraggio attende misure concrete e tangibili con somme immediatamente disponibili.
Sempre sul fronte della lotta al deficit della sanità, come riferito da Abruzzoweb, la giunta regionale del 22 aprile, per fare cassa, ha riprogrammato 8,5 milioni disponibili dai tempi dell’emergenza Covid 19, a valere sui fondi Psc, di cui 6.000.000 euro precedentemente disponibili per il cofinanziamento degli accordi per l’innovazione, gli Accordi di programma e i Contratti di sviluppo, 1.200.000 euro per sostenere gli studenti fuori sede, 865.898 euro a favore di enti e associazioni di promozione sociale, 255.000 euro per gli aiuti alla categoria di b&b non professionali, 83.404 euro per i contributi per la sicurezza e la prevenzione del coronavirus nelle aree montane,78.500 euro per gli aiuti agli operatori della montagna, 7.692 euro per l’avviso pubblico per investimenti a sostegno dell’economia dell’emergenza da covid-19, 5.862 per la dotazione di termoscanner per tutte le scuole del territorio abruzzese, 3641 euro avanzati dal Giro d’Italia del 2022.
Per quanto riguarda infine l’incontro di Verì e i medici: i sindacati chiedono la revoca del provvedimento comunicato alle Asl dal dipartimento sanità, che impone di non procedere all’applicazione in Abruzzo di parte degli aumenti previsti nel decreto legge 35, alias “decreto Calabria”, approvato nell’aprile 2019, con il primo governo di Giuseppe Conte. Salvi sono i rinnovi contrattuali e le indennità di risultato, cioè il premio di produttività. A rischio però rimangono i fondi aggiuntivi del salario accessorio, come come straordinari, turni di guardia e indennità varie. E questo perché la legge nazionale lo vieta, essendo in Abruzzo il sistema sanitario regionale in disequilibrio economico e finanziario.
Le Asl stanno comunque lavorando al riaggiornamento dei fondi nell’ambito del bilancio consuntivo da approvare entro il prossimo 30 aprile, su precisa indicazione del Dipartimento, e si potrebbero trovare le risorse per tappare il buco del mancato trasferimento dei fondi da parte della Regione, facendo salvi i salari accessori. Il minimo, per i sindacati che già a ragione lamentano che il personale medico è sottopagato, oberato di lavoro a causa della carenza di personale, e sono in tanti che decidono, per tutte queste ragioni di emigrare altrove, soprattutto all’estero.
- SANITA’: BUCO A 110 MLN, RISCHIO NUOVE TASSE. VIGILANZA: TAVOLO BOCCIA ASL CHIETI E L’AQUILAL'AQUILA - Un deficit macinato nel 2024 ancor più consistente e da azzerare in ogni caso, e anche alla svelta, che sale da 81 milioni a 105-110 milio...