SANITA’ IN GINOCCHIO CON O SENZA COVID, MEDICI: “LAVORO IN CORSIA PEGGIORATO E MAL PAGATO”

28 Giugno 2022 18:07

Italia - Sanità

ROMA – “Misure straordinarie per evitare il collasso dell’intera sanità ospedaliera”.

L’appello è stato lanciato durante il congresso di Anaao Assomed, il sindacato dei medici ospedalieri, in corso a Napoli, dal segretario uscente Carlo Palermo che ha invocato “un aumento della spesa corrente per un adeguamento degli organici, sia in pronto soccorso che nei reparti, insieme con l’aumento dei posti letto ordinari.

Il tutto quando, dopo oltre tre settimane di stabilità, è salita di un solo punto, nell’arco di 24 in Italia, tornando al 3%, la percentuale di posti nelle terapie intensive occupata da pazienti con Covid-19, lo stesso valore che segnava esattamente un anno fa, secondo i dati dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) del 27 giugno 2022, pubblicati oggi. La percentuale, a livello nazionale e regionale, resta quindi ampiamente sotto il livello d’allerta.





Pochi giorni fa, su Quotidianosanità.it, il nuovo presidente nazionale Anaao, Costantino Troise, era intervenuto con alcune riflessioni: “Dalla deospedalizzazione si passa alla ospedalectomia. L’allungamento delle liste d’attesa e il sovraffollamento dei pronto soccorso sono espressioni di una crisi di sistema, simbolo del fallimento di politiche sanitarie recessive, dramma quotidiano che cittadini e medici devono affrontare su fronti opposti. L’ospedale è diventato un luogo dove è difficile entrare ma ancora più difficile uscire”.

Carichi di lavoro insostenibili, prospettive di carriera scarse, riconoscimento professionale inesistente. È così che i medici descrivono il loro lavoro nelle corsie ospedaliere.

Al sondaggio hanno risposto 3.282 persone, il 69% ha definito la professione faticosa e per il 75% è peggiorata negli ultimi 10 anni.





A rendere impossibile la vita in corsia è soprattutto l’aumento dei carichi di lavoro sia per carenze di personale che organizzative, denunciato dal 77% degli intervistati. Altrettanti lamentano una retribuzione insoddisfacente soprattutto nei confronti dell’impegno richiesto, un malessere amplificato dalla difficoltà di crescita professionale e prospettive di carriera.

E nonostante la trattativa contrattuale non faccia differenze di genere, le disparità sulla retribuzione, tra medici uomini e medici donne, sono purtroppo realtà. Né consola il riconoscimento professionale che per il 77% degli intervistati è inesistente così come la valorizzazione della professione.

L’Anaao Assomed ha quindi lanciato un appello alla politica e alle istituzioni affinché il miglioramento le condizioni di lavoro negli ospedali pubblici diventi una priorità.

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