PESCARA – “C’è un equivoco di fondo: il parere della Sezione riunita della Corte dei Conti sulla spesa sanitaria abruzzese, non ha promosso l’operato della Regione Abruzzo, come dicono il presidente Marco Marsilio e l’assessore Nicoletta Verì, ma ha semplicemente fotografato l’esistente senza entrare nel merito. Ad entrare nel merito è stata invece la sezione regionale della Corte dei conti, che al pari del Tavolo di monitoraggio del Ministro ha puntato il dito sul deficit strutturale delle Asl abruzzesi, ricordando che si è ancora in piano di rientro, chiedendo insomma del perché dopo 16 anni ancora non si è riusciti a mettere a punto un azione di risanamento davvero efficace”.
Questo il tema dell’intervento di Angelo Orlando, ex parlamentare e ed ex consigliere regionale, presidente prima commissione Bilancio, ospitato da Abruzzoweb.
A PROPOSITO DELLA “PROMOZIONE” DELLA CORTE DEI CONTI
parte prima
Dopo il 31 marzo 2023, quando, in conferenza stampa a Pescara, il Presidente della Regione Marco Marsilio, tracciando il bilancio di quattro anni di amministrazione della sua maggioranza, con il conforto dell’Assessore Nicoletta Verì, usava toni trionfalistici anche per la gestione del sistema sanitario regionale, il 26 maggio 2023 quasi tutte le testate della comunicazione abruzzese hanno documentato una nuova, convinta e, a quanto pare, anche suadente esibizione di trionfalismo.
Nei titoli, in genere, campeggiava questo rassicurante messaggio per gli abruzzesi, messaggio destinato a seppellire “ tutti i luoghi comuni e le filastrocche che l’opposizione ha continuato a recitare fino ad oggi “ : “ La Corte dei Conti “promuove la sanità abruzzese”.
Ma, di grazia, di quale Corte dei Conti si parla? In questo caso della Corte dei Conti -Sezioni riunite in sede di controllo-Rapporto 2023 sul coordinamento della finanza pubblica”.
Ora, questo dato è importante perché questo Rapporto “fotografa” semplicemente i conti, non esprime assolutamente un giudizio di merito sull’utilizzo delle cifre.
Tanto per chiarire ulteriormente, soprattutto dopo l’introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione con la legge costituzionale1/2012 che ha modificato gli arti. 81, 97, 117 e 119 della Costituzione, l’obiettivo fondamentale è la certificazione del rispetto dei parametri economico-finanziari, non certo quello della valutazione del livello di tutela dei diritti sociali e civili, in primis del diritto alla salute, problema tranquillamente testimoniato dalle stesse oscillazioni della giurisprudenza costituzionale in materia.
Le valutazioni di merito rispetto alla tutela del diritto alla salute, invece, nelle singole regioni, sono affidate sì alla Corte dei Conti, ma, in dettaglio, alle strutture periferiche, le Sezioni Regionali di Controllo.
Così, in Abruzzo, nella “Parificazione del Rendiconto generale della Regione Abruzzo” sono pubblicate le allegate relazioni e per quanto riguarda il diritto alla salute, nel volume “ IV”, la relazione che “ indaga” la spesa sanitaria.
Ora nell’ultima relazione sulla spesa sanitaria, questa “seconda” Corte dei Conti nell’udienza del 29 settembre 2022, in riferimento alla gestione del SSR-esercizio 2021-, dopo aver rilevato elementi di criticità, alle pagine 41/42, ha lapidariamente concluso, quanto segue.
“…tali criticità che non dipendono dall’emergenza, ma provengono da un livello strutturale di costo non coerente con il fabbisogno alle risorse a disposizione mettono in rilievo l’urgente necessità di programmare strutturalmente un riequilibrio dell’intero SSR al fine di garantire la sostenibilità nel tempo, anche nel rispetto dell’appropriata ed efficiente erogazione dei Lea ( La Regione è in Piano di Rientro dal 2007)”,
Guarda caso valutazione pressoché identica a quella espressa il 16 novembre dal Tavolo di monitoraggio romano.
E’ possibile che la “ prima ” Corte dei Conti “ promuova”, solo qualche mese dopo quello che la “seconda “ ha appena bocciato?
E’ possibile che la promozione celebrata nella conferenza stampa del 26 maggio sia un miracolo avvenuto in virtù delle “ misure attuate”?
Per cercare di capire, prima, e spiegare, poi, estraiamo dal Rapporto 2023 almeno due aspetti esemplari ed esemplificativi.
Il primo elemento, “esaltante” ed esaltato, è l’incremento di spesa sanitaria pro capite di ogni cittadino abruzzese, spesa salita dai 2011 euro del 2019 ai 2185 euro del 2022.
Ora, nella classifica di incremento prima dell’Abruzzo ci sarebbero soltanto Lombardia, Veneto, Umbria, Marche, Campania e Calabria.
Ma, di grazia, già la presenza della sola Calabria, la cui sanità naviga in acque decisamente agitate, non avrebbe dovuto generare, nei soddisfatti e suadenti affabulatori, il sospetto che celebrare l’incremento di disponibilità non significa assolutamente celebrare l’incremento di efficacia ed efficienza?
Qui, però, c’è una colpevole omissione. Se esprimi la stessa maggioranza del Governo Meloni e tifi per l’autonomia differenziata, se sai che la quota pro-capite degli abruzzesi di finanziamento del Ssr non raggiunge i 500 euro e pesa soprattutto su dipendenti e pensionati per l’addizionale Irpef, per favore puoi spiegare dove troverai i 1700 euro che mancano, dopo le elezioni del 2024?
Evitiamo, poi, per pudore, di parlare delle correzioni al Ddl Calderoli da parte della democrazia parlamentare “ decorativa” e di un fondo perequativo che non potrà assicurare nulla, visto che nessuno sa chi potrebbe o dovrebbe finanziarlo!) Sono, forse, convinti che una stessa somma, spesa ovunque e comunque, generi gli stessi risultati?
Sembrerebbe proprio di no! Guardiamo l’Abruzzo.
In un sussulto di agonismo critico, il capogruppo del Partito Democratico in Consiglio Regionale, il dottor Silvio Paolucci, certamente uno dei più prolifici autori di “ filastrocche” secondo il Presidente, ha, qualche giorno addietro, elaborato una tabella delle dimissioni ospedaliere dei singoli presidi ospedalieri abruzzesi.
In un quadro di generale e articolato calo del numero di dimissioni, analizziamo il caso specifico del Presidio Ospedaliero di Lanciano, punto di riferimento dell’area frentana e non solo, così da individuare il livello di destrutturazione sistematica della sanità pubblica in Abruzzo.
Dimissioni ospedaliere P. O. Renzetti Lanciano
(comprensive di dimissioni da ricovero ordinario e day hospital).
2019: 8.333.
2022: 6.287.
2006: 13.996, un dato ante-nascita 4 ASL-provinciali
Chiara la differenza tra le valutazioni della “prima” e della “seconda” Corte dei Conti?
Il secondo elemento magnificato è il fatto che dal rapporto della magistratura contabile si riscontri, con dati dichiarati “provvisori”, la promozione dell’Abruzzo su tutte le tre griglie del monitoraggio Lea.
Si enunciano i dati, 77,74 per quanto riguarda l’area prevenzione, 68,46 per quanto riguarda l’assistenza territoriale, 69,25 per quanto riguarda l’assistenza ospedaliera, celebrando soprattutto il risultato dell’area prevenzione che nell’anno prima – 54,03 – risultava inferiore alla soglia minima di 60.
Si dimentica, però, di dire che il risultato dell’area distrettuale, nel 2021 -68,46 -è di gran lunga inferiore a quello del 2020 di 76,94, mentre cresce anche il voto per l’area ospedaliera, e questo non è sempre positivo.
Tanto per chiarire i limiti di questa valutazione burocratico-contabile, oltretutto espressa con dati “provvisori” si tenga conto che gli indicatori ai fini della valutazione distrettuale sono da calcolare ad anni alterni, cioè, per chiarire, nel 2020 è stato utilizzato il tasso di ospedalizzazione standardizzato ( per 100.000 ab.) in età adulta ( >=18 anni) per complicanze (a breve e lungo termine) per diabete, BPCO e scompenso cardiaco -indicatore D03C-,.
Mentre nel 2021 è stato calcolato il tasso di ospedalizzazione ospedalizzazione standardizzato per 100.000 abitanti in età pediatrica (inferiore a 18 anni) per asma e gastroenterite-indicatore D04C-).
Che cosa significa tutto questo?
Semplicemente che, quando nei territori per determinate patologie cresce il tasso di ospedalizzazione, questo accade perché c’è “meno garanzia che il livello di assistenza sia adeguatamente erogato “( p.80, Schede tecniche indicatori NSG)!
Alla fine, è vera gloria questa “promozione”? Ma, soprattutto, sono numeri reali quelli che generano autocelebrazioni o, piuttosto, quelli che i cittadini abruzzesi, soprattutto nelle aree interne, scontano sulla propria pelle?
A questo proposito, gli “ interni” potranno a consolarsi con la prospettiva di una “ Casa della salute mobile” per un clamoroso impegno di spesa di ben 5 milioni di euro, oltre Iva di legge, come indicato nella determinazione numero 41 del 14 marzo 2023 dell’ARIC, Agenzia Regionale di Informatica e Committenza.
Ma, proprio nessuno, in primis Presidente e Assessore, ha letto il 18° Rapporto Crea-Sanità che colloca il SSR abruzzese in una non esaltante retroguardia?
E’ evidente che in questo caso, non ci sarebbe mai stata conferenza stampa, neppure per una documentata smentita!
Però, dati alla mano, non potevano, allora, pensarci i baldi compositori di “ filastrocche e luoghi comuni”?
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