SANITA’: “RISCHIO BLOCCO TURN OVER PERSONALE”, GRIMALDI, “PEZZA PEGGIORE DEL BUCO”

ALLARME DEL PRESIDENTE ANAAO, "GOBBA PENSIONISTICA MASSIMA, SAREBBE LA CATASTROFE, SENZA SBOCCHI LAVORATIVI CI SAREBBE FUGA GIOVANI, COLLASSO PICCOLI OSPEDALI". "MEDICI GIA' SOTTOPAGATI E AUMENTO TASSE SI MANGIA QUASI TUTTO IL RINNOVO CONTRATTUALE"

10 Maggio 2025 17:38

Regione - Sanità

L’AQUILA – “Le pezze potrebbero essere peggiori del deficit della sanità: pensare di poter ripianare questo buco, arrivando addirittura a bloccare il turnover del personale in un momento in cui la gobba pensionistica è massima, significherebbe provocare devastanti conseguenze sull’intero sistema”.

Nei giorni in cui domina nella politica regionale l’esplosivo tema del debito della sanità abruzzese, a lanciare un nuovo e debordante allarme, nell’intervista ad Abruzzoweb, è Alessandro Grimaldi, presidente dell’Ordine dei Medici della Provincia dell’Aquila, segretario regionale del sindacato Anaao primario del reparto di Malattie infettive dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila e capo dipartimento medicina della Asl provinciale.





I direttori delle quattro Asl hanno già avuto come direttiva dal dipartimento Sanità la non applicazione del decreto legge 35 del 2019, conosciuto come decreto Calabria, ovvero di tagliare gli aumenti del salario accessorio, come straordinari, turni di guardia e indennità varie, “una conquista per i lavoratori della sanità”, per Grimaldi, ma appunto la vera mazzata sarebbe rappresentata dal non rimpiazzare con nuove assunzioni il personale medico in uscita.

Assicura il presidente Anaao: “giungono voci che in alcuni incontri più o meno ufficiali in Regione, i direttori generali sono stati invitati, per usare un eufemismo gentile, a tirare il freno a mano sul turnover. E questo sarebbe gravissimo, perché c’è già una carenza oggettiva di medici, infermieri e altri operatori, quindi si finirebbe inevitabilmente nel dramma. Mi auguro dunque che queste siano notizie destituite di fondamento e confido nell’assessore Nicoletta Verì, persona corretta e che stimo, che ha sempre detto che nei piani di rientro il personale non andava toccato”.

Il tutto è però l’esito di una situazione sempre più esplosiva per il centrodestra al secondo mandato di Marco Marsilio, di Fdi, e dell’assessore alla Salute Verì: pochi giorni fa  il Collegio dei Revisori dei Conti della Regione Abruzzo ha espresso parere negativo al disegno di legge sulla copertura del buco della sanità di 113.064.242,05 euro relativo al 2024 approvato dalla Giunta. E questo dopo che la maggioranza di centrodestra, il 3 aprile, con la sala Spagnoli occupata per protesta dall’opposizione e dai sindacati, ha dovuto approvare l’aumento dell’addizionale Irpef almeno per i redditi sopra i 28.000 euro, per incassare 42,5 milioni di euro necessari a contribuire a coprire il deficit della sanità del 2024, che come detto in base agli ultimi conteggi è salito a 113 milioni di euro, rispetto agli 81 milioni circa più volte dichiarati. Questo dopo che anche nel 2023 le Asl hanno registrato un deficit di 122 milioni di euro, appianati anch’essi dalla Regione, per la metà con fondi del bilancio, a giugno dell’anno scorso. Ed anche per 2025 le previsioni sono pessime, visto che si parla di un deficit per il solo primo trimestre intorno ai 12o milioni di euro.

Con il blocco del turnover, prosegue Grimaldi, “si comincerebbe soprattutto col collasso degli ospedali più piccoli, dove già adesso è difficilissimo reperire personale che vada lì a lavorare e poi si metterebbero in gravi difficoltà anche quelli più grandi, quindi sarebbe un ulteriore colpo per gli abruzzesi, cioè dopo aver pagato più tasse ci troveremo ad avere un sistema ancor meno efficiente”.





Non solo, ma l’altra conseguenza funesta indicata da Grimaldi è che “i giovani non avendo sbocchi, ritrovandosi in Abruzzo un sistema bloccato, saranno costretti ad andare via. Nella sanità c’è la spesa cattiva, gli sprechi, e in Abruzzo ne vedo poca, e poi c’è la spesa virtuosa, come quella appunto per il personale e in questi anni è stato giusto procedere alle assunzioni di giovani per evitare di ‘regalarli’, come è stato negli anni passati, alle regioni del Nord, dove si guadagna di più e la sanità è più efficiente”.

C’è infine un altro paradosso: l’aumento delle tasse deciso per salvare la sanità abruzzese colpirà anch’esso buona parte del personale medico e sottolinea Grimaldi, “l’aggravio dell’Irpef andrà ad annullare gli aumenti dello stipendio con tanta fatica ottenuti con l’ultimo rinnovo contrattuale, parliamo di 150 euro medi netti al mese, ma di questi 100 euro se andranno ora in tasse. E mettiamoci pure che saranno tagliate anche le indennità accessorie. I medici, già in Abruzzo sottopagati, saranno due volte tartassati”.

Grimaldi si congeda con un ammonimento: “consiglierei di non tirare troppo la corda. Noi medici abbiamo mostrato grande senso di sacrificio, grande senso di responsabilità ma non si può continuare a far pagare sempre i soliti. E per quanto riguarda i solerti signori funzionari della Regione che hanno identificato queste voci di spesa come quelle da tagliare, se sono così bravi non capisco dove erano quando si è moltiplicato il debito sanitario, che controlli hanno fatto, perché  non possiamo ritrovarci in questa situazione dall’oggi al domani”.

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