L’AQUILA – I salari reali degli italiani sono fermi al palo dal 1991, con una crescita dell’1%, a differenza dei Paesi dell’area Ocse dove sono cresciuti in media del 32,5%. Ma c’è una eccezione: i compensi dei sindaci, vicesindaci, assessori e presidenti dei consigli comunali, grazie ad una norma della finanziaria 2022 del governo di Mario Draghi, sono aumentati progressivamente dal 160% al 97% per i comuni capoluogo, dal 59% al 33% per quelli non capoluogo, a seconda delle dimensioni.
L’ultimo e definitivo aumento è scattato il primo gennaio, e il nuovo anno portato fortuna soprattutto anche in Abruzzo ai sindaci di Pescara Carlo Masci e dell’Aquila, Pierluigi Biondi, che da quest’anno percepiranno quest’anno 11.040 euro lordi al mese, e ai sindaci di Teramo, Gianguido D’Alberto e di Chieti Diego Ferrara, che vedranno aumentare ulteriormente lo stipendio a 9.660 euro lordi al mese.
Soprattutto per gli amministratori delle grandi città gli stipendi non sono insomma più così lontani da quelli dei deputati e senatori, che prendono tutto compreso intorno ai 14 mila euro al mese, o dei consiglieri regionali, oltre gli 11.000 euro al mese.
E questo è un grande vantaggio per i partiti, perché consente loro di compensare il dimezzamento dei parlamentari, con postazioni altrettanto gratificanti economicamente, appunto da sindaco e da assessore. Un altro vantaggio è che molti sindaci, già adeguatamente retribuiti, preferiscono restare ora al loro posto, piuttosto di ambire ad una candidatura alle elezioni regionali e nazionali, ed anche questo facilita il lavoro dei partiti nella formazione delle liste.
A motivare il consistente aumento, la mole di lavoro, ben più pesante rispetto a quella di buona parte dei parlamentari, e il rischio legale e penale che un sindaco o un assessore si devono accollare, l’esigenza di invogliare alla carriera politica alte professionalità che in altri settori guadagnano molto di più. Certo è però che ora si accresce ulteriormente il divario tra il reddito degli amministratori locali e i loro cittadini, e questo potrebbe rendere l’elettorato molto meno indulgente nei confronti del loro sindaco, in un Paese dove i medici scappano all’estero, perché altrove sono pagati anche il triplo, e gli infermieri, durante l’emergenza del covid hanno rischiato la vita, o sono morti, per uno stipendio che supera di poco i 21.600 euro all’anno lordi.
Gli aumenti sono toccati anche agli amministratori dei piccoli comuni, quelli sotto i 5.000 abitanti, che in Abruzzo sono la stragrande maggioranza: ben 250, su 305, l’82.5% in base ai censimenti di metà 2022. Dove il ruolo delle istituzioni è fondamentale, per contrastare il drammatico spopolamento e le tante problematiche dovute alla marginalità economica e geografica. Ma per quel che riguarda almeno consiglieri e assessori, che percepiscono poche centinaia di euro, l’attività politica e a servizio della comunità resta sostanzialmente una forma di volontariato, da svolgersi nel tempo libero, se non si hanno altre entrate economiche. E in un comune sotto il 3mila abitanti, uno stipendio di 2.2oo euro lordi, resta poco attraente per le alte professionalità della società civile, tenuto conto che il lavoro del sindaco di un piccolo comune non è meno pesante e gravato da forti responsabilità, rispetto ad un comune più grande, e meglio attrezzato in termini di personale e risorse.
Vediamo dunque nel dettaglio tutti gli aumenti.
Carlo Masci di Forza Italia, sindaco di Pescara, unico comune abruzzese sopra i 100mila abitanti, ricandidato alle comunali di primavera, e Pierluigi Biondi, di Fratelli d’Italia, sindaco dell’Aquila, città capoluogo di Regione, percepiranno come detto da quest’anno 11.040 euro lordi al mese. Prima della riforma gli stipendi del sindaco erano di 7.018 euro a L’Aquila, e di 5.205 a Pescara.
Aumenti anche per gli assessori, a 7.176 euro al mese, per i vicesindaci, 8.280 euro, per i presidenti del consiglio, 7.176 euro. I gettoni di presenza dei consiglieri comunali fissati a 53,45 potranno essere corrisposti per un massimo di 2.760 al mese.
Per quanto riguarda invece i comuni capoluogo tra i 50.000 e 100.000 abitanti: i sindaci di Teramo, Gianguido D’Alberto del centrosinistra, e di Chieti, il dem Diego Ferrara, prenderanno 9.660 euro lordi al mese, quasi il doppio rispetto ai 4.509 euro del 2021. Nel 2023 percepivano già 8.1040 euro.
In queste due città gli assessori percepiranno 5.796 euro, il vicesindaco 7.245 euro al mese, il presidente del consiglio 5.796 euro. I gettoni di presenza dei consiglieri, di 32,53 euro, non potranno superare i 1.552,50 euro mensili.
A Montesilvano, comune non capoluogo di provincia, ma sopra i 50.00o abitanti il sindaco leghista Ottavio De Martinis percepirà 6.21o euro lordi al mese, anche qui un consistente aumento rispetto ai 3.718 euro che nel 2021 percepiva il sindaco di questa città. Gli assessori guadagnano da quest’anno 3.726 euro lordi al mese, il vicesindaco 4.657 euro, il presidente del Consiglio 3.726 euro. Anche per Montesilvano limite massimo gettoni di presenza per i consiglieri fissato a 1.552,50 euro mensili.
Veniamo ai comuni abruzzesi tra i 30.000 e i 50.000 abitanti: il sindaco di Avezzano, il civico Gianni di Pangrazio, il sindaco di Vasto, il dem Francesco Menna, il sindaco di centrodestra di Lanciano, Filippo Paolini avranno al mese 4.830 euro, rispetto ai 3.114 euro al mese del 2021, mentre gli assessori saranno retribuiti con 2.173 euro al mese, il vicesindaco con 2.656 euro, il presidente del Consiglio 2.173 euro. Per i consiglieri il limite di gettoni di presenza è di 1.207,50 euro al mese.
C’è poi la fascia di Comuni tra i 10.000 e 30.000 abitanti: anche qui il compenso arriverà ai 4.140 euro lordi al mese, rispetto ai 2.789 euro del 2021. Questi i Comuni: Spoltore, Città Sant’Angelo, Penne e Cepagatti, in provincia di Pescara, Roseto degli Abruzzi, Giulianova, Martinsicuro, Silvi, Pineto, Alba Adriatica, Tortoreto ed Atri, in provincia di Teramo, Francavilla al Mare, Ortona, San Salvo, San Giovanni Teatino e Atessa, in provincia di Chieti, Sulmona e Celano in provincia dell’Aquila. Gli assessori percepiranno 1.863 euro, il vice sindaco 2.277 euro. I presidenti del Consiglio percepiranno, in base alla popolazione ricompresa in questa fascia da 400 euro a 1.863 euro. Il gettone di presenza per i consiglieri è fissato a 19,99 euro, e la somma mensile non potrà superare i 1.035 euro.
Nei Comuni tra 5.000 e 10.000 abitanti, lo stipendio dei sindaci aumenterà da quest’anno a 4.002 euro, rispetto ai 2.509 euro del 2021. Gli assessori percepiranno 1.800 euro, il vice sindaco 2.001 euro, il presidente del consiglio percepirà 400 euro. I gettoni di presenza di 16,27 per i consiglieri non potranno superare i 1.000,50 euro al mese.
Arriviamo infine ai piccoli comuni, quelli sotto i 5.000 abitanti, che in Abruzzo sono la stragrande maggioranza: ben 250, su 305, l’82.5% in base ai censimenti di metà 2022.
Nella fascia dei Comuni tra 3.000 e 5.000 abitanti lo stipendio del sindaco sarà da quest’anno di 3.036 euro, gli assessori 455 euro, il vicesindaco 607 euro.
Nei Comuni sotto i 3.000 abitanti il sindaco percepirà sarà di 2.208 euro lordi al mese, un consistente aumento rispetto ai 1.659 euro del 2021.
Per quanto riguarda i vicesindaci: il compenso sarà di 441 euro per i Comuni sopra i 1.00o abitanti, di 331 euro sotto i 1.000 abitanti.
Gli assessori percepiranno 331 euro nei comuni sopra i 1.000 abitanti, 220 euro sotto i 1.00o abitanti. Il doppio rispetto ai compensi del 2021, sotto i 200 euro al mese.
I presidenti del consiglio percepiranno 303 euro neo comuni tra i 3.000 e 5.000 abitanti, di 221 euro nei Comuni tra i 1.000 e 3.000 abitanti, e di 110 euro nei comuni sotto i 1.00o abitanti.
Infine i consiglieri: il gettone di presenza è fissato in 16,27 euro nei Comuni da 1.000 a 5.000 abitanti, in 15,34 euro sotto i 1.000 abitanti. Il limite massimo è così stabilito da quest’anno: 759 euro al mese nei Comuni da 3.000 a 5.000 abitanti, 552 euro nei Comuni tra i 1.000 e 3.000 abitanti.
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