SCISSIONE M5S, NUOVA GEOGRAFIA POLITICA ABRUZZESE: CHI VA CON DI MAIO E CHI RESTA CON CONTE

CON NUOVO PARTITO MINISTRO DEGLI ESTERI PARLAMENTARI DI NICOLA, ELETTO CAPOGRUPPO AL SENATO, VACCA, TESORIERE ALLA CAMERA, E DEL GROSSO, DELEGATO D'AULA. VOCI SU CAPOGRUPPO IN REGIONE MARCOZZI. RESTA PENTASTELLATO SMARGIASSI , "NON VOGLIO SENTIRMI UNO SCHETTINO, CHE ABBANDONA LA NAVE MENTRE ANNASPA"

di Filippo Tronca

24 Giugno 2022 07:41

L'Aquila - Abruzzo, Politica

L’AQUILA  – Ore di silenzio stampa, di no comment ai giornalisti, o di risposte evasive. Ma anche di  telefoni bollenti, di conciliaboli e di riunioni a porte chiuse. E’ il momento delle scelte che possono valere una intera carriera politica, anche nel Movimento 5 stelle abruzzese,  sia in parlamento che in consiglio regionale, dopo la clamorosa scissione voluta ed orchestrata dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio, con la nascita di Insieme per il futuro, che conta ad oggi 51 deputati e 11 senatori, usciti dal movimento capitanato da Giuseppe Conte.

Tra loro chi la scelta l’ha fatta dal primo momento, e ha ottenuto un ruolo di primo piano nel nuovo gruppo Insieme per il futuro, sono il senatore Primo di Nicola, e i deputati Daniele Del Grosso, componente della Commissione Cultura e Gianluca Vacca, ex  sottosegretario del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo nel Governo Conte primo.

Primo Di Nicola è stato infatti designato come capogruppo al Senato, Daniele Del Grosso svolgerà il ruolo di delegato d’aula alla Camera, e a Gianluca Vacca è stato affidato il ruolo di tesoriere della nuova compagine politica.

Più difficili le previsioni per quanto riguarda gli altri onorevoli abruzzesi, rimasti con M5s , ma alcuni dei quali solo per capire meglio il da farsi, vista la scissione repentina e cosa ci sarà dentro il nuovo contenitore.

Idem in consiglio regionale, dove per ora l’unica che potrebbe fare il passo è Sara Marcozzi, la capogruppo, mentre in un post di ieri, Pietro Smargiassi, presidente della commissione Garanzia e statuto, smentisce le voci di un suo interessamento ad un passaggio con Di Maio, e scrive: “Non so cosa sono nel Movimento, ma so cosa non voglio essere nella vita. Non voglio vivere sentendomi uno Schettino (questo sentirei dentro di me), non scappo mentre la nave annaspa. Il M5S è morto. Viva il M5S.”

Tocca in ogni caso decidere da che parte stare, se con l’ex capo politico del movimento fondato da Beppe Grillo, o con il Movimento 5 stelle dell’ex premier Giuseppe Conte, rimasto con 105 deputati e 61 senatori e che ha rimediato una cocente sconfitta alle ultime elezioni amministrative, comprese quelle abruzzesi, dove spicca lo 0,7% a L’Aquila e il 2,7% a Spoltore.

Occorre poi decidere se intraprendere una strada centrista, moderata, europeista, e fino alle elezioni della primavera 2023 di fedeltà assoluta a prescindere al premier Mario Draghi, fino a fine legislatura e anche in caso di sua candidatura a premier.

Oppure restare nella casa madre, in un partito di lotta e di governo, che riempia il vuoto a sinistra su politiche sociali e ambientali, che riporti in auge le istanze anti-casta e legalitarie che difenda con i denti in reddito di cittadinanza, e che già ora, non a caso, è lacerato sull’appoggio all’ex presidente della Bce.





Per quanto riguarda la Camera, ad oggi sono andati con Di Maio solo Del Grosso e Vacca, entrambi al secondo mandato, come Di Maio,  aspetto non secondario, perché per i detrattori la vera ragione della scissione sarebbe la contrarietà al divieto di un terzo mandato, previsto nello statuto M5s. Insomma il vero obiettivo dei “dimaiani” è garantirsi una rielezione, e l’amata poltrona. Tagliola che vuole essere usata da Conte, la risposta al vetriolo, per levarsi di torno la vecchia guardia a lui ostile e far eleggere in parlamento solo suoi fedelissimi. Si fa poi notare che solo una parte degli aderenti ad Insieme è al secondo mandato, e dunque l’accusa non regge.

Restano in M5s Daniela Torto, Valentina Corneli e Carmela Grippa. E a pesare è anche il fatto che Torto sarà nominata da Conte a coordinatrice M5S per la provincia di Chieti, Corneli a coordinatrice del movimento in provincia di Teramo, in posizione di forza, insomma, in vista di una futura ricandidatura.

Tra i senatori sta con Di Maio invece Primo di Nicola ex firma dell’Espresso e direttore del quotidiano Il Centro, al suo primo mandato ed eletto capogruppo,  Di Nicola aveva già manifestato la sua insofferenza per un Movimento in cui “ci sono ancora troppi anti-americani”,  in occasione del voto sulle forniture militari a Kiev. E ancora aveva detto: “intorno a Conte vedo gli alfieri di una concezione leaderistica e padronale del partito”.  In linea invece con il Di Maio 2.0 versione istituzionale che prende le distanze da “proposte populiste e qualunquiste”.

Confermano fedeltà a Conte invece Gabriella Di Girolamo e Gianluca Castaldi, anche lui al secondo mandato,  neo coordinatore regionale del M5S, ed ex sottosegretario per i Rapporti con il Parlamento. Un fedelissimo di Conte.

Tra i parlamentati va ricordato che hanno già abbandonato M5s i deputati Antonio Zennaro, passato alla Lega, Andrea Colletti, passato alla componente L’Alternativa c’è del Gruppo misto e Fabio Bernardini andato in Coraggio Italia.

Veniamo dunque alla Regione: il riserbo è assoluto, ma da voci di corridoio sembrerebbe che a passare con Di Maio ci sarebbero Sara Marcozzi, grillina della prima ora, due volte candidata presidente alle elezioni regionali, protagonista dei tempi d’oro quando i pentastellati erano al 30% e oltre. Marcozzi tace al proposito, ma non smentisce le notizie di stampa, pesa la sua vicinanza al ministro degli Esteri, ma è pur sempre il capogruppo in consiglio regionale e un suo strappo non sarebbe indolore.

Resta invece in M5s Pietro Smargiassi, presidente della commissione Garanzia e statuto. “Non condanno chi farà il passo ma quel contenitore non fa per me- scrive su Fb -. Io il contenitore l’ho scelto oltre 10 anni fa credendoci fino in fondo e fino alla fine ne resterò innamorato. Come ogni grande amore negli anni cambia e ci vuole forza per restare insieme anche quando le cose vanno male. Questo vuol dire che condivido ogni scelta? Che il Movimento così com’è oggi mi piace? No, ma preferisco restare e cercare di cambiarlo da dentro piuttosto che andar via. Ci vuole forza e coraggio anche nel restare e lottare perché la nave torni sulla rotta iniziale”.

Mentre Domenico Pettinari, pezzo da novanta del movimento, che alle regionali del 2019 ha preso 9.563  risultando il più votato in assoluto, dovrebbe restare in M5s, e a pesare è la sua imminente nomina a coordinatore del movimento nel Pescarese. Anche se c’è chi assicura che non sia così certa la permanenza.





Fedeli a Conte anche Barbara Stella,  Francesco Taglieri e Giorgio Fedele.

Ad aver abbandonato in consiglio regionale M5s è invece da tempo Marco Cipolletti, ora al gruppo misto.

Visto che per tutti o quasi i parlamentari e gli inquilini dell’emiciclo abruzzese, siano essi dimaiani o contiani, il legittimo obiettivo è quello di una rielezione, gli occhi sono puntati anche sui sondaggi.

M5S, dopo essere precipitato dal 32% delle Politiche all’attuale 12-13%, ora potrebbe scendere sotto la soglia psicologica del 10%.

Poco, ma pur sempre il triplo, secondo la stima di Ixè, rispetto a Insieme per il futuro, dato al 3%, e penalizzato dal suo posizionarsi in un’area centrista e già super affollata. Ma che potrebbe avere un ruolo importante, e un futuro assicurato in un eventuale terzo polo schierato con Draghi o chi per lui, alle prossime elezioni, destinato a scompaginare il quadro politico attuale, attraendo oltre ai partitini centristi, anche pezzi di Lega e Fratelli d’Italia. Operazione a cui chiaramente il Partito democratico non potrà essere indifferente, rimodulando la geografia e confini del “campo largo”, opposto al centrodestra, a cui lavora da tempo il segretario Enrico Letta.

SMARGIASSI, “M5S E’ MORTO, VIVA M5S!”

È chiaro che non ci ho dormito per tre notti, ma le parole ascoltate in conferenza stampa e le dichiarazioni del giorno dopo delineano meglio la strada che si sta prendendo da una parte e dall’altra.
Non so cosa sono nel Movimento, ma so cosa non voglio essere nella vita.
Non voglio vivere sentendomi uno Schettino (questo sentirei dentro di me), non scappo mentre la nave annaspa.
Vuol dire che finisco il mandato e poi Dio vede e provvede
Magari la coerenza pagherà, magari mi sto suicidando, chissà.
Meglio morto con dignità e onore che vivo con il rimorso.
Non condanno chi farà il passo ma quel contenitore non fa per me. Io il contenitore l’ho scelto oltre 10 anni fa credendoci fino in fondo e fino alla fine ne resterò innamorato.
Come ogni grande amore negli anni cambia e ci vuole forza per restare insieme anche quando le cose vanno male.
Questo vuol dire che condivido ogni scelta? Che il Movimento così com’è oggi mi piace? No, ma preferisco restare e cercare di cambiarlo da dentro piuttosto che andar via. Ci vuole forza e coraggio anche nel restare e lottare perché la nave torni sulla rotta iniziale.
Mi spiace per i tanti amici che perderò, è inevitabile, con i quali ho condiviso gioie e dolori. Mi spiace tanto, troppo per Luigi che per me è stato un faro e un ancora quando “sono stato affondato”, ma la notte voglio tornare a dormire.
Le strade si dividono, è la vita.
Mi dicono che restando metto la parola fine alla mia storia politica … ma in fondo lo sapevo dall’inizio di avere una scadenza.
Mi spiace e vi abbraccio. Per me l’amicizia è altro e va al di là delle scelte di oggi al di là della politica.
A voi che seguite questa nuova strada auguro ogni bene, le migliori fortune, nessun rancore anzi grazie a tanti di voi senza i quali non sarei ciò che sono.
È stato un onore combattere e crescere al vostro fianco. Dieci anni insieme non si possono cancellare e io li porterò dentro insieme al ricordo delle tante giornate passate sotto acqua e sole, pioggia e vento, neve o arsura.
Buona vita e che Dio vi illumini sempre.
Il M5S è morto. Viva il M5S.”

 

Commenti da Facebook

RIPRODUZIONE RISERVATA
Download in PDF©


    Ti potrebbe interessare:

    ARTICOLI PIÙ VISTI: