GENOVA – “Permettetemi di dare un abbraccio a Falcomatà che è un sindaco coraggioso”. Le parole con cui il presidente dell’Anci Antonio Decaro, chiudendo oggi a Genova l’assemblea dei primi cittadini, ha accolto Giuseppe Falcomatà, il sindaco di Reggio Calabria sospeso per due anni dopo la condanna per abuso d’ufficio, annullata ora dalla Cassazione, riflettono il clima che si vive tra gli amministratori locali.
Per Decaro la vicenda del sindaco reggino è emblematica dei rischi che si corrono oggi: “Noi non vogliamo né l’immunità né l’impunità, ma Falcomatà, condannato e poi assolto, a causa della legge Severino è stato sospeso per 23 mesi, una sospensione superiore alla condanna che era di 12 mesi. È una legge iniqua che rischia di macchiare la reputazione di tante persone e di tenerne lontane altre che non si mettono in gioco per paura dell’abuso d’ufficio. Come sindaci dobbiamo capire i limiti entro i quali sbagliare, altrimenti rischiamo di ritrovarci indagati per qualsiasi cosa, solo per il fatto di esser sindaci”.
Per Marco Bucci, sindaco di Genova, “bisogna andare avanti a fare il proprio lavoro e non bisogna avere paura. Non è questione di osare. Bisogna avere il coraggio di raggiungere i propri desideri che sono i desideri dei cittadini”.
“Su questo tema della paura della firma – gli ha fatto eco il sindaco di Novara, Alesandro Canelli – auspichiamo che si vada avanti nella direzione che abbiamo suggerito a più riprese. Abbiamo il dovere di pensare prima alle comunità che a noi stessi”.
Secondo il sindaco di Vicenza Giacomo Possamai, “Falcomatà, anche se poi assolto, è come se avesse scontato due volte la pena. E in questi casi il danno non è solo nei confronti del sindaco in questione, ma di tutta la comunità reggina che per due anni si è ritrovata nell’incertezza amministrativa. La vicenda è una conferma della necessità di intervenire sul piano legislativo”.
Per un politico di lungo corso come Clemente Mastella, oggi primo cittadino di Benevento, “se un sindaco osa per il bene della propria comunità e non per se stesso, credo che possa lavorare tranquillamente. Certo, bisognerebbe avere il garbo e la correttezza istituzionale di fare in modo che tutti i sindaci siano a loro agio nell’espletamento delle loro mansioni istituzionali”.
“È evidente che il legislatore dovrebbe determinare una situazione che tranquillizzi e dia serenità, nell’interesse dei cittadini italiani che rappresentiamo come sindaci: noi più di qualunque altra istituzione dello stato”.
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