ROMA – “Abbiamo avviato oggi con Anac un percorso volto a individuare i temi e le problematiche connessi all’obbligo di qualificazione delle stazioni appaltanti nel cratere. Accompagnare, sostenere e ‘farsi prossimi’ al territorio, anche dal punto di vista amministrativo, è la nostra missione. Lo abbiamo fatto e lo faremo, nella certezza di dover affrontare una sfida, quella della ricostruzione, difficile ma intrisa di contenuti etici prima ancora che amministrativi”.
Allo scopo di promuovere tra le Stazioni appaltanti dell’area colpita dagli eventi sismici del 2016 una conoscenza più dettagliata di questa importante novità normativa e le sue conseguenze concrete, il presidente dell’Anac, Giuseppe Busia, e il commissario al sisma 2016 Guido Castelli, questa mattina hanno organizzato un momento di approfondimento.
Il ruolo e le funzioni delle stazioni appaltanti sono strategici nell’ambito del processo di ricostruzione post sisma dell’Appennino centrale, viene sottolineato in una nota.
Dal 1° luglio, contestualmente all’entrata in vigore del nuovo Codice degli appalti, è diventato operativo anche il nuovo sistema di qualificazione delle stazioni appaltanti, che recepisce le Linee guida emanate dall’Anac (delibera del 28 settembre 2022, n. 441), aggiornandone alcuni aspetti, soprattutto in riferimento agli importi delle procedure di gara per le quali è necessaria la qualificazione.
“La qualificazione delle stazioni appaltanti in ambito sisma 2016: a che punto siamo?” è il titolo del convegno che si è svolto a Roma, presso la sede dell’Anci. Oltre al presidente Busia e al commissario Castelli, che hanno aperto i lavori, hanno partecipato al confronto il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, l’assessore alla Ricostruzione della Regione Lazio Manuela Rinaldi, l’assessore alle Infrastrutture e ai Lavori Pubblici della Regione Umbria, Enrico Melasecche.
Il presidente dell’Anac, Giuseppe Busia, ha sottolineato: “Nelle regioni colpite dal sisma, alla fine di ottobre, si contano un totale di 627 iscritti, di cui 556 qualificati in via ordinaria, e i restanti con riserva; 222 sono le stazioni appaltanti qualificate nelle Province del cratere sismico. Questo significa: più possibilità di avere procedure e opere di qualità, riduzione del contenzioso e dei tempi di conclusione delle gare; committenti pubblici più attrezzati e più preparati anche per le nuove sfide dell’innovazione in modo da ricostruire in un’ottica di miglioramento della qualità dei servizi e delle opere, con uno sguardo ai profili sociali, dell’efficienza energetica e della tutela dell’ambiente”.
Busia ha ricordato l’impegno di Anac a supporto della ricostruzione post-sisma: “Il nuovo Accordo di alta sorveglianza, operativo dal 24 luglio, ha rafforzato la collaborazione con l’Alto Commissariato per la Ricostruzione, assicurando sostenibilità ed elevati standard di qualità del supporto di Anac, razionalizzazione dei controlli, concentrando le verifiche sulle procedure di maggiore rilevanza e responsabilizzando i soggetti attuatori sulla base del supporto dato negli anni”.
Il commissario al sisma 2016 Guido Castelli ha dichiarato: “La ricostruzione delle opere pubbliche danneggiate dalla sequenza sismica del 2016 chiede alla Struttura commissariale, alle Regioni e ai Comuni dei territori interessati uno sforzo senza precedenti. Solo per rimanere ai programmi più recenti, per il 2024 ci aspettiamo più di 1.500 gare per un valore superiore ai 2 mld di euro. Tutto questo, quando l’intero Paese è chiamato a procedere con il Piano più importante dal dopoguerra, il Pnrr, con milestone sfidanti e vincolanti per gli stessi Enti”.
I principali protagonisti di questa sfida, impegnati in prima linea nel rendere realtà quelli che sono gli indirizzi strategici e i piani programmatici, saranno le stazioni appaltanti, i Rup e tutti quei centri di competenza della Pa che sono chiamati ad uno sforzo di formazione, aggiornamento e ‘qualificazione’. È proprio la qualificazione – secondo i dettami del nuovo Codice degli appalti – il presupposto che dobbiamo assicurare affinché la spesa pubblica, nel cratere come nell’intero Paese, possa essere gestita nel rispetto dei principi di efficacia, trasparenza e buona andamento della Pa. Evidentemente lo stato di emergenza, l’entità e la complessità della ricostruzione pubblica, gli impegni sincroni riconducibili al Pnrr evidenziano aspetti e criticità oggettive, che la Struttura non può ignorare”.
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