L’AQUILA – “Non dobbiamo aspettarci un Codice che stabilisca norme nel dettaglio, in cui ci sia scritto tutto, perché ogni terremoto ha una sua specificità. Ma sarà comunque un passo da gigante, stabilire a priori, e finalmente, le regole del gioco, il chi fa cosa, la governance, avere pronta la macchina da mettere immediatamente subito dopo una catastrofe, per rendere più veloce ed efficace un processo di ricostruzione, e soprattutto con disposizioni comuni che devono essere mantenute dalle Dolomiti fino a Marsala,”.
Lungamente atteso, invocato già dopo il terremoto del 2009 dell’Aquila, dove la ricostruzione è rimasta bloccata ai nastri di partenza per due anni buoni, in assenza di un quadro normativo chiaro, rappresenta un passaggio epocale l’approvazione in Consiglio dei ministri, a fine giugno del disegno di legge del “Codice della ricostruzione”, che potrebbe arrivare con un testo compito in parlamento anche a metà ottobre.
Abruzzoweb ha inteso iniziare a discuterne con un addetto ai lavori, ovvero con l’avvocato e deputato di Fdi, Guido Castelli, commissario straordinario per la ricostruzione del cratere sismico del centro Italia, di Marche, Lazio, Abruzzo e Lazio, devastato dal terremoti del 2016 e 2017.
“Primo aspetto importante è che il governo ha deciso di promuovere non un progetto di legge delega – sottolinea Castelli -, che raccoglie i principi dal parlamento, e poi il governo lo riempie di contenuti e fa da solo e come crede, ma appunto ha scelto la strada del disegno di legge canonico, e sarà insomma il parlamento, dopo un percorso di condivisione con tutti i portatori di interesse,0 e attori in campo, a decidere ed arricchire lo schema legislativo. Il testo infatti è ora all’esame della Conferenza delle Regioni, ed dentro ottobre, con il parere della conferenza unificata, potrà essere incardinato in uno dei due rami del Parlamento. A quel punto auspico che l’approvazione arrivi velocemente”.
Presentato dal Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, il Codice è stato predisposto anche con il supporto del Dipartimento Casa Italia, ridisegna e innova l’intero sistema delle ricostruzioni post-calamità.
Prevede l’adozione di un modello unico nazionale per le ricostruzioni, nonché misure atte a snellire e accelerare le procedure di ricostruzione e velocizzare i tempi post emergenziali.
Gli elementi centrali sono l’introduzione nell’ordinamento dello “Stato di ricostruzione di rilievo nazionale”, da adottarsi, previa valutazione e deliberazione del Consiglio dei Ministri, la definizione della durata dello “Stato di ricostruzione” in 5 anni, prorogabile fino ad un massimo di 10 anni.
Viene istituita la figura del “Commissario straordinario del Governo alla ricostruzione”, un Fondo per la ricostruzione presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, una Cabina di coordinamento interistituzionale per la ricostruzione, presieduta dal Commissario straordinario, vengono attribuite funzioni di indirizzo e coordinamento nazionale al Dipartimento Casa Italia.
La cabina di coordinamento dovrà stabilire precise modalità per il passaggio dalla fase di emergenza a quella di ricostruzione, in quanto, i processi di ricostruzione non devono limitarsi alla sola riparazione materiale dei danni ma devono assicurare ai territori colpiti il recupero del tessuto socioeconomico.
In caso di danni molto elevati e di situazioni complesse, si potrà attuare una ricostruzione pubblica dei centri urbani e storici dei Comuni più colpiti attraverso progetti unitari.
La cabina di coordinamento sarà costituita dal commissario straordinario del Governo, dalla struttura di coordinamento della ricostruzione, nel caso in cui l’evento calamitoso coinvolga più di una regione, da un comitato istituzionale regionale, composto dal presidente della regione, presidenti delle province e dei comuni interessati.
“Non è poco, quello che è già previsto, si porrà un rimedio ad un incredibile mancanza”, commenta Castelli, ovvero il chi fa cosa a ogni livello di governance della ricostruzione, senza dover ogni volta aspettare mesi per non dire anni per mettere in piedi la macchina che deve valutare i danni erogare i contributi e presidiare tutte le complesse problematiche di una ricostruzione post-sismica.
Nel disegno di legge, prosegue Castelli, “ci sono tanti altri aspetti che io, come commissario Sisma 2016 non posso che considerare particolarmente utili. Mi riferisco in particolare del caso in cui la ricostruzione riguardi una superficie territoriale molto ampia, tanto da generare una dimensione nazionale di questa opera di ricostruzione, che il dispositivo decisionale migliore è quello che abbiamo implementato nella ricostruzione 2016: un commissario straordinario ma che opera in stretta collaborazione con le Regioni che sono titolari di un potere vincolante delle decisioni stesse della cabine. Insomma una governance multilivello che è sicuramente adatta, in caso di disastri nazionali, a gestire complessità che poi saranno devolute al commissario secondo di un criterio di flessibilità di cui abbiamo molto parlato”.
Ad oggi non è dato a sapere con certezza, altri contenuti che potrebbero essere inseriti nella norma, ad esempio se continuerà a valere la ricostruzione finanziata al 100% o in misura minore e per quali tipologie di abitazione, se varrà l’iter adottato nei crateri 2009 e 2016 per l’approvazione delle pratiche, se si continuerà ad affidare la ricostruzione degli edifici privati ai consorzi di proprietari, cosa si prevede per velocizzare la ricostruzione pubblica, sempre in drammatico ritardo, o per le attività produttive e il tessuto sociale, per i sottoservizi e gli edifici di culto, come pure per tanti altri aspetti dirimenti di una ricostruzione.
Osserva però Castelli, “andare oltre il quadro generale sarebbe un errore: invito a riflettere su quanto possano essere diverse le conseguenze di un terremoto che colpisce una grande città o invece piccoli paesi di montagna e aree poco popolate, oppure, come avvenuto, l’isola di Ischia dove sta lavorando il mio predecessore a commissario del Centro Italia, Giovanni Legnini. Basti pensare solo all’enorme differenza del valore commerciale delle abitazioni. O la differenza che passa tra un area fortemente industrializzata e una che non lo è. Fatto salvo, in ogni caso, il contributo per la prima abitazione, per le seconde terze e quarte case lo scenario muta radicalmente, e allora di volta in volta è preferibile stabilire regole differenziate e specifiche”.
Quello che conta, spiega dunque il commissario, è che, approvato il Codice, “si potrà subito attivare una cabina di coordinamento, la nomina di un commissario straordinario, la conferenza dei servizi unificata, per velocizzare l’iter dei vari pareri e autorizzazioni, si avrà già pronta una centrale unica di committenza, un quadro chiaro e definito dei ruoli dei Comuni, delle Regioni e altri enti. Già questo rappresenta una semplificazione burocratica amministrativa importantissima, per velocizzare i processi di ricostruzione, con le regole del gioco già definite”.
Per la prima volta, inoltre, si aprirà la possibilità di introdurre polizze assicurative private per il ristoro dei danni da sisma, delegando il Parlamento a valutare l’eventuale introduzione di forme di indennizzo diverse dal contributo pubblico.
E Castelli auspica che si affronti finalmente in Italia anche questo tema: “mi pongo una domanda: è venuto il tempo o no, a fronte dell’immenso sforzo dell’erario per finanziare una ricostruzione post sismica, di prevedere, una volta che lo Stato ti ha ristrutturato la casa, anche la sottoscrizione di una assicurazione?”
Difficilmente però questo tema sarà introdotto nel Codice, essendoci in Parlamento posizioni molto diversificate.
Altro aspetto, caro al commissario, in virtù della sua esperienza nel cratere del centro Italia, è quello di introdurre una norma specifica relativa alle sanatorie dei piccoli abusi, che ritardano l’iter della ricostruzione, con norme che sono diverse da regione a regione. “Anche in questo caso occorre una semplificazione, un quadro di regole comuni”.
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- SISMA: LEGGE SULLA RICOSTRUZIONE ALLA VOLATA FINALE, CASTELLI, “REGOLE CERTE, MAI PIU’ RITARDI”L'AQUILA - "Non dobbiamo aspettarci un Codice che stabilisca norme nel dettaglio, in cui ci sia scritto tutto, perché ogni terremoto ha una sua speci...