SITI IDONEI PER SOLARE ED EOLICO: DG SORGI, “IN ABRUZZO TUTELATI SUOLO AGRICOLO E PAESAGGIO”

11 Dicembre 2024 08:14

Regione - Politica

L’AQUILA – “E’ il decreto Agricoltura, convertito in legge in agosto di quest’anno, a stabilire che non sarà possibile installare pannelli fotovoltaici in terrenti agricoli e la norma regionale è ancora più restrittiva. Esiste già e resta in vigore la tutela del paesaggio e delle aree protette”.

A seguito dell’articolo di Abruzzoweb che ha riferito dell’allarme lanciato da alcune associazioni ambientaliste in merito alla legge regionale abruzzese che stabilisce i criteri per individuare le “aree idonee” e le “aree non idonee” all’installazione di impianti a fonti di energia rinnovabile, è il direttore regionale della Regione, Antonio Sorgi, che negli ultimi mesi ha coordinato i tavoli che hanno portato a stabilire la norma, e grande esperto in materia ambientale.

Passaggio fondamentale, visto che l’Abruzzo dovrà contribuire, in ottemperanza agli obiettivi europei, all’aumento di produzione di energia rinnovabile entro il 2030, ovvero nei prossimi 6 anni, di 3 ​gigawatt sugli 80 gigawatt nazionali. E i parchi eolici e fotovoltaici da qualche parte andranno pur piazzati, cercando di non deturpare il paesaggio e “mangiare” terra fertile.





Il consiglio regionale ha ieri votato a maggioranza l’urgenza, ai sensi del regolamento, del progetto di legge, che comporta la riduzione di tutti i termini dell’iter legislativo alla metà e a tal fine è già stata convocata per giovedì 12 dicembre, la “Commissione Territorio, Ambiente e Infrastrutture” per avviare il confronto.  Il consigliere regionale Nicola Campitelli,  di Fdi, che ha delega all’Energia, ha spiegato che era necessario farlo visto che la norma va approvata entro il 2 gennaio e oltre scatta il potere sostitutivo da parte del governo. Da quanto si apprende, sarà dato comunque un margine un po’ più ampio, anche perché l’unica Regione ad aver normato in ampio anticipo in Italia è stata proprio l’Abruzzo.

Di Matteo ha ribattuto alle critiche sulla mancata partecipazione da parte del capogruppo del Pd Silvio Paolucci, ricordando che la norma è stato il frutto di un lungo processo di partecipazione e coinvolgimento delle amministrazioni locali, attraverso l’Anci e l’Upi e di altri portatori di interesse.

Sorgi non intende rispondere alle associazione ambientaliste, ma si limita a fare chiarezza dal punto di vista tecnico, di fatto però smentendo le voci secondo le quali,  ad esempio, sarà possibile realizzare impianti su  terreni agricoli di pregio e marginali, e in aree di grande pregio naturalistico e paesaggistico.

“Per quanto riguarda l’eolico abbiamo inserito il divieto dell’installazione a meno di 3 chilometri da un centro storico, da un bene vincolato, come una chiesa, un castello, un palazzo, un’area archeologica. Per quanto riguarda invece il fotovoltaico, c’è la compatibilità nelle aree industriali, commerciali, a destinazione artigianale, in cave dismesse e siti inquinati. Mentre in base al Decreto agricoltura sono precluse, ripeto, tutte le aree agricole, tranne quelle che stanno nei nella disponibilità delle società del gruppo Ferrovie dello Stato italiane e dei gestori di infrastrutture ferroviarie, nonché delle società concessionarie autostradali, confinanti con la linea ferroviaria o autostradale. E ancora nei siti nella disponibilità delle società di gestione aeroportuale all’interno dei sedimi aeroportuali. Dunque in aree antropizzate”.

Ma non solo, anche dentro queste fasce, “se c’è un vigneto, un uliveto o altra coltivazione, alla distanza massima di 300 metri dall’autostrada, allora neanche in questo caso, visto che serve la doppia conformità, potrà essere realizzato un impianto fotovoltaico, e lo stesso vale per la distanza di 500 metri da uno stabilimento industriale”.





Prima di fondamento la tesi sostenuta dal Forum H2o secondo le quali sarebbero a rischio addirittura le colture di zafferano sulla piana dii Navelli.

“Ci sono campi entro i 300 metri rispetto ad una autostrada sull’Altopiano d​ei Navelli? O a 500 metri da un insediamento industriale? Non mi risulta: dunque non c’è nessun rischio che qualcuno realizzi un parco fotovoltaico sopra un campo di zafferano”, esemplifica Sorgi.

La ratio, insomma, “è stata quella di tutelare i terreni agricoli in una maniera ancora più restrittiva rispetto alla norma nazionale, e abbiamo salvaguardato innanzitutto i nostri investimenti negli anni sui terreni irrigui, ovvero dove si paga un canone di irrigazione. La norma tutela l’investimento fatto sui vigneti, gli uliveti, gli arboreti, i frutteti e le tartufaie. Il terreno irriguo, va precisato, va distinto dalle aree di bonifica, lo sottolineo perché c’è confusione su questo aspetto. Visto che ci abbiamo investito sarebbe contraddittorio ora realizzarci sopra un parco fotovoltaico”.

Per quanto riguarda i centri storici e il paesaggio montano, infine, “sarà certo possibile realizzare in un terreno edificabile di un centro abitato pannelli fotovoltaici a terra, ma resteranno in vigore anche le distanze minime di 500 metri dai beni vincolati, sempre che non sia vincolato lo stesso centro storico nella sua interezza. Per quanto riguarda il paesaggio, ricordo che esistono già norme di tutela, che restano in vigore, nulla ad esempio potrà essere realizzato nei territori ricompresi nella Rete natura 2000, ovvero dentro i parchi nazionali, regionali e nelle aree sic e zps”.

 

Commenti da Facebook

RIPRODUZIONE RISERVATA
Download in PDF©
  1. SITI IDONEI SOLARE ED EOLICO: H2O REPLICA A SORGI, “DIMENTICA FORTE IMPATTO DA AGRIVOLTAICO”
    PESCARA - "Sorgi omette di ricordare che la norma nazionale riguarda esclusivamente il divieto di installazione dei pannelli a terra mentre permette c...


Ti potrebbe interessare:

ARTICOLI PIÙ VISTI: