INTERVISTA, REALIZZATA PRIMA DELL'EMERGENZA CORONAVIRUS, AL DIRETTORE TECNICO PRIMO STRALCIO E NUOVO LOTTO, CHE FA IL PUNTO SU STATO DELL'ARTE SOTTOSERVIZI CAPOLUOGO, ''OPERA E' GIA' MODELLO NEL MONDO''

‘SMART TUNNEL L’AQUILA FINITO NEL 2023’ TRAMONTANO, ‘PRESTO LAVORI A SAN MARCIANO’

13 Marzo 2020 07:12

Regione - Cronaca

L’AQUILA – “A breve partiranno i lavori nel quarto di San Marciano. L’obiettivo di vedere completata entro 3, massimo 4 anni, tutti i 25 chilometri dei sottoservizi dell’Aquila è assolutamente alla portata. E rappresenterà uno dei più vantaggiosi investimenti effettuali nel post terremoto”. 

La previsione è stata fatta, una decina di giorni fa, dall’ingegnere Antonio Tramontano, in prima linea da oramai cinque anni nella realizzazione dello smart tunnel.

Prima ovviamente che esplodesse l'emergenza conoravirus, che porterà ora al blocco dei cantieri in Abruzzo, compresi quelli della ricostruzione.

L'ordinanza del presidente della Regione, Marco Marsilio è attesa per oggi.

Le tempistiche fatte andranno dunque riviste, in particolare del lotto che sarebbe dovuto partire a marzo.

Resta utile nel complesso, e in attesa di tempi migliori, il punto fatto su un'infrastruttura all’avanguardia dentro cui far correre tutte le reti idriche, fognarie, elettriche e delle telecomunicazioni, del capoluogo abruzzese.

Percorribile a piedi dai tecnici, per consentire in caso di guasti o manutenzione, ispezioni e interventi agevoli, veloci ed economici. 

Un’opera avviata nel 2015, di cui è stazione appaltante la Gran Sasso Acqua, società partecipata del Comune dell’Aquila che si occupa di ciclo idrico, dal costo complessivo di 80 milioni di euro di fondi della ricostruzione a seguito del sisma del 6 aprile 2019. Soldi già tutti in cassa in virtù della delibera Cipe 135 del 21 del dicembre 2012.

Dello smart tunnel è stato realizzato finora il 95 per cento del “primo stralcio”, che corrisponde alla metà dell’opera complessiva, lungo l’asse centrale, e le vie connesse nel cuore del capoluogo. Un primo stralcio da 32 milioni di euro, è stato realizzato dall’ati Acmar di Ravenna, Taddei ed Edilfrair dell’Aquila,  da cui Tramontano è stato nominato direttore tecnico. 





Ora, in virtù dell’esperienza maturata, Tramontano è stato confermato al medesimo ruolo anche dalla Conscoop di Forlì che assieme Edilstrade di Mosciano Sant’Angelo (Teramo), per 9,5 milioni di euro, dovrà realizzare il secondo lotto dei cinque in cui è stato suddiviso il “secondo stralcio”, che estenderà la rete, per 6 chilometri, nel quarto di San Marciano.

Il progetto escutivo è stato approvato dalla giunta comunale dell’Aquila il 24 febbraio scorso.

“E’ stato un iter complesso – spiega Tramontano – perché per una opera di questo genere servono molti pareri da parte di tutti gli enti coinvolti, e altrettante conferenze dei servizi. Ora però manca solo la firma sulla convenzione tra Comune da una parte, proprietario delle strade dove si deve intervenire, e della società comunale Gran Sasso acqua che è la stazione appaltante. Non vedo complicazioni possibili in tal senso, e dunque ritengo che entro marzo i lavori del secondo lotto di san Marciano potranno finalmente partire”. Non poteva sapere, Tramontano, di quello che a breve sarebbe accaduto.

Lavori che per contratto dovranno avere una durata di 18 mesi, ma l’esperienza fatta con il primo stralcio induce a ritenere che potrebbero esserci ritardi, dovuti ad esempio, come avvenuto lungo corso Garibaldi, a causa del rinvenimento di reperti archeologici, che impongono lo stop per consentire alla Soprintendenza di fare sopralluoghi e rilievi.

Ci sono poi gli altri quattro lotti del secondo stralcio.

Il primo lotto dovrà intervenire nel quarto di San Pietro, aggiudicato per 11,5 milioni Armido Frezza e Walter Frezza costruzioni dell’Aquila, il terzo lotto, nel quarto di San Giorgio e Villa Comunale, aggiudicato per 6,5 milioni, all’ati Porcinari di Montorio al Vomano (Teramo), e Vittorini Emidio dell’Aquila. Il quarto lotto, da 3,5 milioni, realizzerà il tunnel lungo la trafficatissima via Strinella, aggiudicato alla Angelo De Cesaris Srl di Francavilla al Mare (Chieti).

Infine c’è il quinto lotto, lungo l’altrettanto strategica arteria di via della Croce Rossa, aggiudicata per 4,5 milioni di euro alla Franich di Catania.

“Per i restanti quattro lotti – spiega Tramontano – ho notizia del fatto che l’iter di definitiva approvazione del progetto esecutivo sta procedendo in modo spedito. Del resto la stazione appaltante ha oramai messo a regime una struttura efficiente e rodata. Ritengo che il via libera definitiva da parte del Comune per l’apertura potrà arrivare già nella prossima estate”.

Visto che le opere relative ai quattro lotti potranno in parte significativa procedere in parallelo e in modo concomitante, con durata di un paio d’anni ecco che la previsione della fine lavori entro il 2023, al massimo nel 2014, non è utopistica.

Insomma, per uno degli interventi più ambiziosi della ricostruzione post-sismica dell’Aquila, comincia a intravedersi la luce in fondo al tunnel, o meglio, in fondo allo smart tunnel.





“Questi 25 chilometri di infrastruttura – ribadisce Tramontano – rappresenteranno un unicum al mondo, per quel che riguarda un centro storico. E già stanno facendo scuola, come abbiamo potuto constatare nelle tante fiere, saloni e congressi in cui siamo stati invitati. Per dirne una, al World Smart city congress di Barcellona, nel novembre 2019, ha riscontrato un clamoroso interesse”.

Tramontano tiene poi a sottolineare che l’opera, in parte, è già in funzione.

“Già da tempo gli enti gestori – spiega l’ingegnere – stanno implementano le reti lungo il tunnel finora realizzato, allacciandole agli edifici che via via si stanno ultimando. I sistemi fognari sono attivi, come pure l'acquedotto, e anche in molti tratti la fibra ottica. Un anno e mezzo fa l’Università dell’Aquila, è importante ricordare, ha realizzato un anello di 5 chilometri di fibra ottica sperimentale con partenza e arrivo nella sede del rettorato di palazzo Camponeschi”.

Sperimentazione che, non occorre essere ingegneri per capirlo, non sarebbe stata possibile stendendo cavi di fibra ottica bucando le strade cittadine, per poi rimuoverli e ricoprire tutto con uno strato di asfalto. E sarà questo aspetto, in un futuro prossimo, il grande valore aggiunto dello smart tunnel aquilano.

“Sarebbe interessante calcolare quanto hanno speso in un determinato arco di tempo tutti gli enti per realizzare fognature, acquedotti, e per stendere cavi, ebbene poi per intervenire per le manutenzioni e riparazioni realizzando in ogni caso scavi lungo gli assi viari, creando disagi alle attività, e alla viabilità. Al di la delle cifre esatte, è certo che con lo smart tunnel questi costi saranno abbattuti drasticamente, e dunque l’opera nel medio e lungo periodo si ripagherà da sola, e rappresenterà uno dei più importanti investimenti strategici realizzati nel post terremoto”, conclude Tramontano. (f.t.) 

LA PRECISAZIONE DI TRAMONTANO: INTERVISTA PRIMA DELL'EMERGENZA CORONAVIRUS”

 “Ho rilasciato l'intervista con molto entusiasmo prima che il coronavirus arrivasse da noi e stravolgesse letteralmente la nostra vita. Il mio pensiero su una opera così importante per il futuro della città rimane quello espresso, è evidente che, in attesa di uscire, prima possibile, da questo momento molto difficile, rimangono buoni propositi di una pronta ripartenza. Soprattutto oggi, giorno nel quale si deciderà sul blocco di 15 giorni dei cantieri della ricostruzione. Per ora osserviamo il periodo di stop necessario a tutelare la salute di tutti, tuttavia la nostra macchina sarà pronta a ripartire più forte di prima per rilanciare il futuro dell’Aquila e del suo territorio. Andrà tutto bene!”.

Questa la precisazione dell’ingegnere Antonio Tramontano, in prima linea da oramai cinque anni nella realizzazione dello smart tunnel dell’Aquila, di cui è direttore tecnico del primo stralcio, e ora del secondo lotto del “secondo stralcio” in partenza. 

Riferendosi all’articolo di Abruzzoweb 'Smart tunnel L'Aquila, “Finito nel 2023'; Tramontano, 'Presto lavori a San Marciano'”, pubblicato questa mattina.

Noi da parte nostra ribadiamo le scuse per non aver messo nel testo della notizia il fatto che l’intervista è stata fatta prima che la epidemia esplodesse.

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