“SMART WORKING AIUTERA’ PARITA’ DI GENERE”. PETRELLA, “CONCILIARE LAVORO E FAMIGLIA”

LAVORO DA CASA OLTRE COVID: PROPOSTE COMMERCIALISTA AQUILANA, VICEPRESIDENTE MAGNA CARTA EX ASSESSORE COMUNALE PROTAGONISTA FORUM 8 MARZO DI ABRUZZOWEB

10 Marzo 2021 08:03

L'Aquila - Abruzzo, Cronaca

L’AQUILA – “Lo smart working, da necessità dettata dalla pandemia, potrà in futuro diventare una grande opportunità, la stessa che avevamo intravisto proprio al Comune dell’Aquila, con il nuovo piano della digitalizzazione. Uno strumento che può favorire la parità di genere, garantendo quella flessibilità e conciliazione dei tempi di vita, che per una lavoratrice, soprattutto se mamma, è essenziale”.

La riflessione è della commercialista e revisore contabile Monica Petrella, ex assessore comunale dell’Aquila, con delega alla digitalizzazione e al Personale, che si è dimessa a luglio per rivestire il ruolo di vice presidente nazionale della Fondazione Magna Carta. Una delle protagoniste del forum on line “Economia, politica, cultura: la donna e il suo ruolo nella società”, organizzato da Abruzzoweb in occasione dell’8 marzo, festa internazionale della donna, assieme ad Antonella Ballone, presidente della Camera di commercio Gran Sasso d’Italia, Federica Chiavaroli, imprenditrice ed ex sottosegretario alla giustizia, Alessandra Faggian, vice-rettrice del Gran Sasso Science Institute e vice presidente nazionale della Società italiana di economia, Monica Pelliccione, giornalista e scrittrice, Marisa Tiberio, presidente Confocommercio Chieti e componente di giunta del consiglio Confcommercio nazionale.

Nell’inteso dibattito, Petrella , ha più volte sottolineato, anche per la questione di genere, l’importanza dello smart working, offrendo un punto di vista diverso da quello di chi ritiene che durante il lock down la modalità obbligata del lavoro a distanza si sarebbe trasformato, per molte donne, in un “extreme working“, con sovraccarico di mansioni da garantire all’azienda o committente, e relative al lavoro domestico e di cura dei figli, anche loro a casa con le scuole chiuse.





Monica Petrella è però tra coloro che tiene a sottolineare che quello imposto dalla pandemia non è il vero smart working, che invece ben normato e organizzato, può diventare “uno strumento per  le politiche di conciliazione in grado di permettere alle donne, come ha sottolineato il presidente del consiglio Mario Draghi, di dedicare alla loro carriera le stesse energie dei loro colleghi uomini, superando la scelta tra famiglia o lavoro”.

Prima di entrare nel merito della proposta, un passo indietro, all’esperienza di Petrella come assessore.

“In virtù della mia delega, forse sottovalutata, alla Digitalizzazione – ricorda Petrella -, ho posto come obiettivo proprio l’implementazione del telelavoro, modalità che è stata adottata quando ero assessore da un centralinista disabile. Ho poi elaborato un piano complessivo per estendere lo smart working, che aveva tra le priorità la riorganizzazione degli uffici, delle mansioni, la dematerializzazione dei documenti e così via, e l’ ho presentato a luglio 2019, prima delle mie dimissioni. Dopo pochi mesi è arrivata la pandemia che, ironia della sorte, ha reso il lavoro a distanza la strada obbligata”.

Proposta dunque a maggior ragione oggi valida, da strutturare nel dettaglio, al Comune dell’Aquila, come altrove.





“Lo smart working, ben regolamentato e ben interpretato, ha questo di positivo – sottolinea Petrella -: si focalizza sull’obiettivo, sul risultato che ogni giorno occorre garantire, e dunque è possibile una flessibilità degli orari, aspetto fondamentale per le lavoratrici che sono mamme, per le quali sarà più semplice, meno faticoso, prendersi cura dei figli. Soprattutto se si sarà capaci ad esempio di sincronizzare i tempi dell’orario di lavoro con quelli dei servizi per l’infanzia. Inoltre aumenta, a parità di prestazione, il tempo libero, si pensi a quello necessario soprattutto nelle grandi città, per spostarsi dall’abitazione al luogo di lavoro e viceversa.  Tempo che si potrà dedicare per coltivare una nuova socialità, per rallentare il ritmo di vita, per le proprie passioni”.

Per Petrella però c’è anche un aspetto di evoluzione culturale all’interno della coppia di cui tenere conto.

“Lo smart working un effetto positivo lo sta già portando, in questa sua versione per così dire ‘forzata’: gli uomini lavorando anche loro da casa, possono finalmente farsi carico dei compiti domestici, scoprendo magari che non viene in questo modo compromessa la loro virilità,  e se essi sono riparti in modo equo, questo determina un mutamento culturale, a partire dai figli e dunque nelle prossime generazioni”.

Infine ribadisce Petrella, “la donna si sentirà meno in difetto, nel doversi trovare davanti al dilemma se scegliere la famiglia e la cura dei figli, oppure la carriera professionale, lo smart working può consentire di conciliare queste due esigenze, e può rappresentare un passo importante verso la parità di genere”.

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