SPIAGGE ABRUZZO: CARO PREZZI MA PIÙ SFRUTTAMENTO. “SIAMO STUFI”, ATTESA VALANGA VERTENZE

di Filippo Tronca

31 Agosto 2023 08:58

Pescara - Lavoro

CHIETI – “Appena mezz’ora fa ho ricevuto l’ennesima telefonata di un lavoratore stagionale, di un ristorante sulla costa pescarese: riceve una busta paga di 300 euro, per 10 ore a settimana, ma poi lavora non meno di otto ore al giorno, e la restante paga, per arrivare a 1.000 euro, la percepisce in nero. Nulla di cui sorprendersi, oramai situazioni del genere sono la regola, non l’eccezione”.

A parlare è Daniela Primiterra, segretaria provinciale di Chieti, della Filcams Cgil, nel giorno in cui è cominciata la campagna nazionale “Mettiamo il turismo sottosopra”, che prevede volantinaggi anche in tutti gli stabilimenti della costa adriatica abruzzese,  al fine di sensibilizzare e informare i lavoratori stagionali, per metterli in condizione di ottenere i loro diritti.

Nell’estate dei rincari e degli scontrini pazzi, del divieto di portarsi da mangiare sotto l’ombrellone, dei balneatori che fanno quadrato contro la messa a gara delle concessione come imporrebbe la direttiva europea Bolkestein, emerge intanto che dagli ultimi dati diffusi dall’Ispettorato nazionale del lavoro, sui controlli a campione delle aziende nel turismo e nei pubblici esercizi, una media del 76% è risultata irregolare, con punte del 78% al Nord e 95% a Sud, con il 26% degli addetti trovati a garantire prestazione lavorativa totalmente in nero.





Una situazione va a danno dei tanti imprenditori onesti del settore, che subiscono la concorrenza sleale di chi utilizza pratiche scorrette per abbattere i costi.

E ancor prima che partisse questa campagna di sensibilizzazione, rivela la sindacalista, “si può affermare, numeri alla mano, che le condizioni di lavoro sono peggiorate rispetto agli anni precedenti. Solo nella provincia di Chieti, di mia competenza, l’anno scorso a fine stagione abbiamo aperto 100 vertenze con i datori di lavoro, e quest’anno supereremo quota 150. Un dato positivo, perché evidentemente i lavoratori non si fanno più intimorire, non temono di non essere più chiamati nella successiva stagione. Stanno comprendendo che trasformare un part time in un full time, significa versare meno contributi e non avere la possibilità di percepire la cassa integrazione della Naspi nella consistenza e durata parametrata a quanto si è lavorato nella stagione estiva”.

La situazione non cambia in provincia di Teramo. Abruzzoweb intercetta Vincenzo Quaranta, funzionario della Filcams, che sta volantinando lungo la costa di  Giulianova.

“I lavoratori sono molto interessati. in alcuni stabilimenti siamo poco graditi dai titolai, in altri è lo stesso titolare che ha convocato tutti gli addetti e ci ha permesso di illustrare il senso dell’iniziativa, e non è stato da parte sua un gesto plateale”.

E aggiunge, “si sta consolidando una consapevolezza, i giovani non ci tengono più ad accettare condizioni di lavoro umilianti, e non hanno più paura a denunciare”.





Spiega a sua volta Daniela Primiterra, “ci sono titolari che nell’offrire condizioni di lavoro poco dignitose, dicono ‘questo è, oppure te ne puoi andare’, e ciò smentisce il mantra secondo cui non si trova personale, visto che si adotta l’arma del ricatto senza correre il rischio di non trovare immediati rimpiazzi”.

Come sono oltremodo sospette quelle notizie “di imprenditori che offrono 3.000 al mese ma non trovano addetti. Ci sarebbe la fila fuori la loro porta, per quelle cifre, anche perché lo stipendio medio per le professioni indicate è di gran lunga inferiore. Per non avere problemi di personale basterebbe del resto rispettare il contratto collettivo del turismo, che prevede per un addetto cucina di sesto livello o cameriere di secondo livello di 1.380 euro al mese per 40 ore settimanali e un giorno di riposo, un quarto livello supera i 1.4000 euro al mese.  I contratti però vengono elusi, non applicati nei fatti,  eppure il settore in Abruzzo tira ancora, le spiagge sono piene, i costi al bancone o del posto spiaggia hanno subito aumenti, ma le retribuzioni, quelle, non sono aumentate”.

Osserva invece Vincenzo Quaranta: “alcune imprese hanno problemi a trovare personale, questo lo posso testimoniare personalmente, ma ci si dovrebbe chiedere il perché non lo trovano. In certi stabilimenti, camerieri, baristi e cuochi non ci vogliono tornare a lavorare perché se dopo tre anni le tue condizioni di lavoro sono sempre quelle dello sfruttamento, dell’essere inquadrati, se sei chef, come un lavapiatti, se il destino è quello di non essere pagato in maniera regolare secondo contratto, allora è comprensibile, per non dire sacrosanto, cambiare aria. E in molti nella provincia teramana adesso vanno a lavorare all’estero o anche al nord Italia dove gli stipendi sono molto più alti e i diritti rispettati molto più che in Abruzzo, oppure optano per le stagioni invernali. Posso assicurare che gli imprenditori onesti, e per fortuna ce ne sono tanti,  non hanno alcun problema di personale, che rimane lo stesso anno dopo anno, creando una fidelizzazione ed una professionalità solida e affidabile”.

Conclude Quaranta: “c’è qualcosa di stupido nell’atteggiamento degli imprenditori che sfruttano i lavoratori.  Risparmiare sul personale rappresenta un pessimo investimento. Si perdono le migliori professionalità,  e non è vantaggioso avere a servizio un cameriere stagionale demotivato, che non sorride mai, financo sgarbato con i clienti, ma solo perché ha sulle spalle anche 13 ore di lavoro continuative, è pagato una miseria, e non vede l’ora che la stagione si concluda o che trovi anche prima, qualcosa di meglio”.

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