L’AQUILA – Fratelli d’Italia, partito più forte della coalizione, asso pigliatutto con il 50 per cento delle posizioni nelle partecipate e società regionali che vuole però esagerare alzando la pista e chiedendo rappresentanza anche per la lista del presidente che alle elezioni del 10 marzo scorso ha portato a casa il 5,7%.
È così nel summit di stamattina a Pescara della maggioranza fresca del secondo storico mandato, il banco potrebbe saltare visto che i nervi degli alleati di Forza Italia e Lega sono già fior di pelle, dopo soli tre mesi di 12esima legislatura, per lo strapotere dei meloniani.
Ed ecco che oggi la conflittuale maggioranza guidata da Marco Marsilio, di Fdi, che ha marinato il primo round della spartizione dei posti nelle partecipate, già ad inizio legislatura si trova ad affrontare un nodo difficile da districare.
Sbagliare le scelte, oppure agire con arroganza da parte di Fratelli d’Italia sarebbe peggiorare il clima di una squadra già alle prese con il deficit della sanità, che imporrà draconiani piani di rientro, e dove già si è acceso lo scontro per la proroga di un anno alla guida della Asl provinciale dell’Aquila, del direttore generale Ferdinando Romano, in quota Fdi, il cui incarico era scaduto il 21 giugno, proprio per portare avanti il delicato piano di razionalizzazione della spesa.
Per non parlare dell’ inchiesta giudiziaria in corso sul presunto conflitto di interessi sul più votato alle regionali, l’assessore regionale al Bilancio e medico chirurgo Mario Quaglieri, di Fdi, e notizia di poche ore fa, dell’inchiesta sulle liste di attesa alla Asl di Pescara, con numerose questioni sul tappeto bloccate per veti incrociati e ripicche, tutte nel centrodestra. Una rottura, epilogo non da escludersi, potrebbe rappresentare già un punto di non ritorno. E non sembra che nelle febbrili trattative di questi giorni si siano fatti passi in avanti.
Oggi, secondo quanto si è appreso, si andrà avanti a oltranza per cercare la quadra: per questo intorno al tavolo saranno seduti oltre ai dirigenti dei partiti anche gli eletti per condividere le scelte.
A far sballare i conti, già complicati – Manuale Cencelli alla mano -, è la richiesta di Marsilio di una adeguata percentuale di posti anche per la lista del presidente, che ha preso il 5,7%, eletto due consiglieri, e nominato come assessore esterna, la non rieletta Nicoletta Verì, con la stessa delega alla Salute.
Il problema ora è però che rischia di sballare la ripartizione aritmetica dei posti, calcolata in base al numero e peso delle cariche e all’importanza degli singoli enti, che prevedeva, di massima, il 50% di quote a Fratelli d’Italia, che ha preso alle elezioni regionali del 10 marzo il 24,1%, il 25% a Forza Italia, che ha preso il 13,4%, e il 10% alla Lega, che ha dominato in Regione la passata legislatura, anche nelle nomine degli enti, ma che a questo giro è scesa dal 27,5% di cinque anni fa al 7,5%, e si dovrà accontentare del 10% dei posti. Le briciole, con questo schema resterebbero all’Udc, che ha preso il 2,6%, e soprattutto alla lista del presidente.
La quadra però andrà trovata in fretta, visto che ad oggi sono rimasti irrisolti i nodi emersi nel summit di venerdì scorso nella sede di Forza Italia in piazza Salotto, a Pescara, alla presenza dei vertici dei partiti: per Fi il segretario regionale e deputato Nazario Pagano, presidente della commissione affari costituzionali, e il presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri; per la Lega il segretario regionale e sottosegretario Masaf Luigi D’Eramo insieme alla vice Sabrina Bocchino, da poco commissario provinciale del carroccio a Teramo, il capogruppo in Consiglio regionale Vincenzo D’Incecco; per Fratelli d’Italia presenti i senatori Etel Sigismondi, segretario regionale, e Guido Liris, vice segretario regionale, il deputato Guerino Testa, il capogruppo in consiglio regionale Massimo Verrecchia. Assente, oltre a Marsilio, anche i rappresentanti dell’Udc e il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Emiliano Di Matteo, ancora piccato dall’esclusione della partita della Giunta regionale, nonostante sia stato il più votato di Fi in provincia di Teramo, con 4.082 voti.
Un dato certo è intanto che a fare la parte del leone sarà Fratelli d’Italia, e a fare i più dolorosi sacrifici dovrà essere invece la Lega, visto che rispetto le elezioni del 2019 si sono completamente ribaltati in rapporti di forza.
Il cambio di casacca dovrebbe avvenire sicuramente al vertice della Saga, la società che gestisce l’aeroporto d’Abruzzo, di cui è ora presidente Vittorio Catone, in quota Lega, nominato a giugno 2021. In scadenza anche Nunzio Merolli, anche lui in quota Lega, presidente dell’Ersi, l’ente regionale del servizio idrico, che gestisce indirizzi e programmazione del ciclo delle acque in Abruzzo.
Discorso diverso per l’Agenzia sanitaria regionale (Asr), dove il direttore generale, al riparo dallo spoil system prima della scadenza del contratto, sempre in quota Lega, è il medico aquilano Pierluigi Cosenza, nominato nel 2021, e confermato per altri due anni con una delibera di giunta del febbraio scorso, poco prima delle elezioni. Dunque il cambio di guardia ci sarà semmai nel febbraio 2026.
Stesso discorso per il vertice dell’Agenzia regionale della tutela ambientale (Arta), dove direttore l’avvocato aquilano Maurizio Dionisio, il cui contratto è stato rinnovato a maggio 2023, per altri 5 anni, e dunque fino a maggio 2028.
In scadenza invece Giovanni Savini, in quota Forza Italia, presidente dell’Agenzia regionale attività produttive (Arap), e piatto assai ambito e poi la Tua, la società regionale del trasporto pubblico, in mano a Forza Italia, con il presidente Gabriele De Angelis, segretario provinciale dell’Aquila del partito, che a maggio 2022 ha preso il posto di Gianfranco Giuliante, dopo che l’ex assessore regionale era andato via dalla Lega, che aveva espresso inizialmente la presidenza della Tua.
C’è poi la Fira, la finanziaria regionale, di cui è presidente fino al 2025 Giacomo D’Ingazio. in quota Lega anche lui, ma sempre più vicino a Fdi.
Altra “preda” è l’Azienda per il diritto agli studi universitari (Adsu), della provincia dell’Aquila, fino a pochi mesi fa in mano alla Lega, ora commissariata e affidata a Paolo Costanzi, direttore della Direzione Attività amministrativa dell’assemblea regionale, ma solo per sei mesi, in attesa della nomina del nuovo cda.
Resterà in ogni caso in quota Fdi, Abruzzo progetti, di cui è ora amministratore unico Andrea Di Biase, fedelissimo del sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi.
Venerdì prossimo in ogni modo, saranno presenti anche gli eletti per coinvolgerli nel processo decisionale ed evitare che i partiti arrivino a nomine non condivise dagli stessi consiglieri ed assessori che avranno uno stretto rapporto con i futuri designati alla guida delle partecipate.
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