STIPENDI SU FINO A 160%, SINDACI E ASSESSORI BRINDANO. TUTTI I NUOVI COMPENSI NEI COMUNI ABRUZZESI

22 Novembre 2021 07:32

Regione - Abruzzo, Politica

PESCARA – Volge al termine il tempo delle spesso legittime proteste dei sindaci, soprattutto dei piccoli comuni, che  con stipendi risibili dovevano assumersi pesanti carichi di lavoro, e rischi legali non indifferenti, come pure di quelle dei sindaci dei comuni più grandi, piccati del fatto che guadagnassero molto di meno di consiglieri regionali e parlamentari, nonostante il ben più pesante fardello di responsabilità sulle spalle.

Anche per i 305 sindaci abruzzesi infatti la legge finanziaria contiene un grande e atteso riconoscimento:  il governo di Mario Draghi ha deciso di aumentare le loro paghe, progressivamente, fino al 2024, mettendo sul piatto in tre anni 470 milioni di euro. Aumenti dal 160% a al 97% per i comuni capoluogo, dal 59% al 33% per quelli non capoluogo, a seconda delle dimensioni. Aumenti analoghi previsti anche per vicesindaci, gli assessori e presidenti del consiglio comunale.

Per quanto riguarda l’Abruzzo per i comuni capoluogo tra 50mila e 100 mila abitanti, ovvero L’Aquila, con sindaco Pierluigi Biondi, di Fdi, ricandidato in primavera, Teramo, con sindaco di centrosinistra Gianguido D’Alberto, di Chieti, con sindaco del Pd Diego Ferrara, eletto nell’autunno 2020, si passerà dagli attuali 4.509 euro al mese lordi a 6.850 nel 2022, a 8.1040 euro nel 2023 e 9.660 nel 2024.

Ancor meglio a Pescara, dove è sindaco il forzista Carlo Masci, unica città abruzzese che supera i 100mila abitanti, e e dove lo stipendio del primo cittadino da 5.206 euro lordi al mese, aumenterà fino a  7.858 euro nel 2022, a 9.184 euro nel 2023, a 11.040 euro nel 2024.

Di fatto una rivoluzione, che è destinata ad  avere effetti politici importanti: essere sindaco, ma anche assessore, di una città di medie e grandi dimensioni, tanto per cominciare, diventerà appetibile anche per professionalità che magari nella loro attività privata guadagnano cifre importanti. E renderà ancora più agguerrita la competizione tra forze politiche, visto che la poltrona da primo cittadino si avvicinerà al peso economico di quelle, pregiatissime, da consigliere regionale e da parlamentare, e favorirà, c’è da scommetterci, il moltiplicarsi delle proposte civiche oltre i recinti dei partiti tradizionali. Aumenti che invoglieranno a candidarsi anche nei piccoli comuni dove fare il sindaco, per non dire l’assessore, è stato in molti casi un esercizio di volontariato, tanto che fino ad ora si faticava a trovare persone disposte ad accollarsi il fardello, accettato quasi sempre da chi se lo poteva permettere economicamente, o per la sua professione trovava strategica la sua presenza nelle istituzioni, magari come primo gradino per una carriera politica a venire.

Questo significa che però si complica l’iter della fusione dei comuni, mai decollata in Abruzzo che pure garantirebbe, grazie ad una legge regionale e ad una nazionale, una pioggia di denaro sonante per un buon decennio, riduzioni fiscali per i cittadini, a cui si aggiungono economie di scala e maggiore efficienza, a tutto vantaggio di chi ancora vive  in comunità in via di inesorabile spopolamento e declino, ma nonostante ciò fieramente arroccate alla loro torre e al loro campanile.





C’e’ poi la “Grande Pescara”, ovvero la fusione in itinere di Pescara, Montesilvano e Spoltore, che a seguito del referendum e della legge istitutiva del 2018, e che dovrà arrivare a compimento, con nuove elezioni,  nel gennaio del 2023: anche qui, alla luce degli stipendi di sindaci e assessori delle tre città c’è chi farà barricate contro una fusione che taglierà le poltrone e stipendi.

Per quanto riguarda i comuni non capoluogo in Abruzzo, ma sopra i 50.00o abitanti, come nel caso di Montesilvano, dove è sindaco il leghista Ottavio De Martinis, dagli attuali 3.718 euro lordi al mese, si passerà ai 4.851 euro nel 2022, a 5.417 nel 2023 a 6.21o euro nel 2024.

Nella fascia dei comuni tra 30mila e 50mila abitanti abbiamo Vasto, con sindaco del Pd appena riconfermato Francesco Menna, Avezzano, con Gianni di Pangrazio ora “sospeso” per una condanna relativa quando era direttore generale della Provincia dell’Aquila, Lanciano, con sindaco di centrodestra appena eletto Filippo Paolini.

In queste tre città, rispetto all’attuale compenso di 3.114 euro lordi al mese si passerà a 3.884 nel 2022, a 4.284 euro nel 2023, a 4.830 euro nel 2024.

C’è poi la fascia di Comuni tra i 10mila e 30mila abitanti: Spoltore, Città Sant’Angelo, Penne e Cepagatti, in provincia di Pescara, Roseto degli Abruzzi, Giulianova, Martinsicuro, Silvi, Pineto, Alba Adriatica, Tortoreto ed Atri, in provincia di Teramo, Francavilla al Mare, Ortona, San Salvo, San Giovanni Teatino e Atessa, in provincia di Chieti, Sulmona e Celano in provincia dell’Aquila.

Compenso attuale dei sindaci in queste città è di 2.789 euro lordi  al mese, nel 2022 salirà a 3.403 euro nel 2022, a 3.017 euro nel 2023 a 4.140 euro nel 2024.

Per quanto riguarda tutti gli altri comuni nella fascia tra i 5mila e 10mila abitanti si passerà nel triennio da 2.610 euro lordi al mese a 4.002 euro-





Nella fascia dei comuni tra 3mila e 5mila abitanti lo stipendio lieviterà dagli attuali 1.952 euro lordi a 3.036 euro nel 2024, nei comuni sotto i 3.000 abitanti dagli attuali 1.659 euro a 2208 euro.

Aumenti in vista anche per i vicesindaci, gli assessori e i presidenti del consiglio comunale.

Per quanto riguarda gli assessori: nei comuni abruzzesi oltre 100mila abitanti, ovvero a Pescara c’è a Pescara per quanto riguarda l’Abruzzo si passerà da 3.104 a 6.624 euro nel 2024. Nei comuni capoluogo tra 50mila  e 100mila da 4.509 a 9.660 euro, nei comuni non capoluogo tra 50mila  e 100mila da 2.231 euro a 3.726 euro, in quelli tra 30mila e 50mila da 1.401 euro a 2. 174 euro, nei comuni tra 5mila  e 10mila da 1.129 euro a 1.801beuro.

Infine nei comuni tra 3mila e 5mila da 293 euro a 455 euro, nei comuni tra i mille e 3mila abitanti dagli attuali 249 euro a 331 euro, Nei comuni sotto i mille abitanti da 166 a 221 euro.

 

 

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