CHIETI – Carlos Tavares guadagnerà 4.000 euro all’ora, e 100.000 euro al giorno, ovvero 27.000 volte più di un operaio del gruppo Stellantis, compresi quelli degli stabilimenti abruzzesi della Val di Sangro, dove incombe il rischio delocalizzazioni, e degli operai della Mirafiori che man mano vengono messi in cassa integrazione.
Il 70,2% degli azionisti di Stellantis, holding proprietaria di Fiat, Chrysler e molte altre marche di auto, hanno infatti approvato un consistente aumento di stipendio del ceo di origini portoghesi, 36,5 milioni di euro l’anno, oltre il 5o% rispetto al 2022. Del resto con i suoi marchi Peugeot, Citroen, Fiat e Dodge, Stellantis ha pubblicato il 15 febbraio un nuovo utile record di 18,6 miliardi di euro per il 2023, in crescita dell’11% su un anno, e il suo fatturato sfiora i 190 miliardi di euro.
La retribuzione di Tavares è quasi 7 volte superiore allo stipendio medio dei suoi colleghi europei, stima la società di consulenza ISS. E più alto anche dei suoi concorrenti americani, Ford o General Motors.
Oltre agli azionisti che hanno votato contro (29,8% del totale), ben tre società di consulenza hanno consigliato loro di non convalidare questa remunerazione, ritenuta troppo alta.
E mentre Tavares brinda, monta l’indignazione nel gruppo Stellantis.
Tuona Samuele Lodi, segretario nazionale Fiom-Cgil: “lo stipendio annuale di Carlos Tavares vale il salario di mille lavoratori di Mirafiori e responsabile settore mobilità. A Mirafiori è stato comunicato l’aumento dell’utilizzo della cassa integrazione per le lavoratrici e i lavoratori, che continuano a pagare le conseguenze di scelte sbagliate e di assenza di politiche industriali nel nostro Paese”.
La Cgt, principale organizzazione sindacale di Francia, ha definito “scioccante e scandaloso” lo stipendio di Tavares che registra “un aumento di quasi il 50%, quando la maggior parte di operai e funzionari ha avuto solo il 3,7%” in più.
Stellantis intanto procede sulla strada dei continui licenziamenti volontari in cambio di incentivi economici, anche alla luce dei deludenti dati trimestrali che attestano un calo della produzione del 9,8% rispetto all’anno precedente. La produzione complessiva di auto e furgoni commerciali è stata di 170.415 unità, rispetto alle 188.910 del 2023.
Nelle ultime settimane sono stati 3.500 i licenziamenti tra gli stabilimenti di Mirafiori, Cassino, Melfi, Pomigliano d’Arco e Termoli.
Martedì ne sono stati annunciati oltre 1.500 per le attività del gruppo a Torino, incluso un numero significativo di operai dello stabilimento di Mirafiori. A ciò si aggiungono 850 esuberi a Cassino, con accordi ancora in sospeso, e altri 100 posti di lavoro in bilico presso lo stabilimento di Pratola Serra, in provincia di Avellino, specializzato nella produzione di motori.
Dal 2021, quando il gruppo Fca si è fuso con Psa dando vita a Stellantis, la forza lavoro è scesa di circa 12.000 unità.
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