STRAGE DI MOTTARONE: TADINI AI DOMICILIARI, LIBERI GLI ALTRI DUE

30 Maggio 2021 07:47

Italia - Cronaca

STRESA- Nel carcere di Verbania gli interrogatori dei tre fermati mercoledì scorso per l’incidente della funivia del Mottarone che ha causato domenica scorsa 14 morti, tra cui due bimbi, e un ferito grave, il piccolo Eitan di 5 anni ancora ricoverato.

Ha ammesso di aver messo il ceppo blocca freno, e di averlo fatto altre volte, Gabriele Tadini, il caposervizio della funivia del Mottarone, interrogato per circa tre ore dal gip Donatella Banci Buonamici. Difeso dall’avvocato Marcello Perillo, l’uomo ha spiegato che le anomalie manifestate dall’impianto non erano collegabili alla fune ed ha escluso collegamenti tra i problemi ai freni e quelli alla fune. “Non sono un delinquente.





Non avrei mai fatto salire persone se avessi pensato che la fune si spezzasse”, ha detto ancora Tadini, secondo quanto riferito dal suo difensore.

Va ai domiciliari Gabriele Tadini, il caposervizio della funivia del Mottarone e tornano liberi Luigi Nerini, il gestore dell’impianto, e Enrico Perocchio, direttore di esercizio. Lo ha deciso il gip di Verbania Donatella Banci Buonamici. I tre erano stati fermati nella notte tra martedì e mercoledì, per l’incidente che domenica scorsa ha causato 14 morti, e questa sera escono tutti dal carcere.

Il procuratore Olimpia Bossi e il pm Laura Carrara (presenti agli interrogatori) hanno chiesto per tutti la convalida del fermo e di custodia in carcere. Poi, sarà il gip Donatella Banci Buonamici a dover decidere sulla convalida e sull’eventuale misura cautelare. Per la Procura ci sono tutte le esigenze cautelari: pericolo di fuga, di reiterazione del reato e di inquinamento probatorio.





“Non salirei mai su una funivia con ganasce, quella di usare i forchettoni è stata una scelta scellerata di Tadini”. Lo ha detto al gip del tribunale di Verbania il direttore di esercizio della funivia del Mottarone, Enrico Perocchio, secondo quanto riferito dal suo legale, avvocato Andrea Da Prato. “Sono contento di tornare dalla mia famiglia, ma sono disperato per le quattordici vittime”, ha detto Perocchio lasciando il carcere di Verbania. “L’errore è stato mettere i forchettoni per ovviare ad un problema che si sarebbe risolto – ha aggiunto -. Se avessi saputo che erano stati messi non avrei avvallato la scelta, in carcere stavo male per le persone mancate e per la mia famiglia”.

Fuori dal carcere, intanto, una persona manifesta con un cartello con su scritto “se colpevoli, ergastolo”.

Giornata di lutto in tutto il Piemonte per le vittime. Il decreto firmato nelle scorse ore dal presidente della Regione, Alberto Cirio, invita la popolazione ad osservare un minuto di silenzio alle ore 12 e gli enti pubblici piemontesi a unirsi nella manifestazione del cordoglio a una settimana dall’incidente. “Nulla può lenire il dolore, ma sentiamo il bisogno di ricordare in un modo solenne coloro che hanno perso la vita in questa follia. Il Piemonte non smetterà mai di stringersi alle loro famiglie e al piccolo Eitan”, afferma il governatore Cirio.

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