STUDENTE DI LANCIANO MORTO A PERUGIA: GIOVANE AI DOMICILIARI PER ISTIGAZIONE AL SUICIDIO

SPUNTA CHAT CON 18ENNE DI ROMA, UN ALTRO INDAGATO DOPO UNA PERQUISIZIONE IN CAMPANIA PER CESSIONE DI MEDICINALE OPPIACEO. IL PADRE DEL RAGAZZO, "PER ME E' UN OMICIDIO, INDAGINI VADANO AVANTI"

17 Marzo 2025 10:27

Chieti - Cronaca

PERUGIA – Un arresto, ai domiciliari, per il reato di “istigazione o aiuto al suicidio” è stato eseguito a carico di un giovane residente nella provincia di Roma nell’ambito delle indagini sulla morte di Andrea Prospero, il diciannovenne studente universitario di Lanciano, in provincia di Chieti, che frequentava Informatica all’Università degli studi di Perugia, dove è stato trovato deceduto in un appartamento del centro lo scorso 29 gennaio.

Lo ha reso noto il procuratore di Perugia Raffaele Cantone, in conferenza stampa.

Le indagini si sono concentrate sul mondo della rete le indagini coordinate dalla Procura di Perugia sulla morte di Andrea, ed emersa una chat Telegram “particolarmente drammatica” agli atti dell’indagine sul suicidio di Andrea Prospero. “E’ quella di fatto con la quale Prospero scambia messaggi con un’altra persona (il 18enne ai domiciliari, ndr) nei momenti immediatamente precedenti l’assunzione dei farmaci – ha spiegato il procuratore di Perugia Cantone – Da questa abbiamo ricavato gli elementi che ci consentono di ritenere che il giovane messo agli arresti domiciliari abbia non solo confortato e incentivato l’idea di Prospero di volersi suicidare ma lo abbia anche incoraggiato nei momenti nei quali manifestava titubanza”.





Inoltre “l’interlocutore dello studente avuta notizia che i farmaci erano stati assunti, anziché chiamare i soccorsi, si preoccupava soltanto dei possibili rischi di poter essere identificato, a seguito del ritrovamento del cellulare”.

La polizia ha tra l’altro esaminato le schede sim e il computer trovati nella stanza così come diversi farmaci che avevano portato gli inquirenti a ipotizzare un’assunzione eccessiva come causa della morte. A Perugia lo studente alloggiava in un ostello ma da qualche tempo aveva preso in affitto la camera.

C’è anche un altro indagato, per cessione di un medicinale di tipo oppiaceo, ha specificato il procuratore di Perugia Raffaele Cantone. “Stamani è stata eseguita una perquisizione in Campania – ha spiegato il magistrato – nei confronti di un giovane che riteniamo essere colui che ha venduto il medicinale. Non risponde dello stesso reato (istigazione o aiuto al suicidio – ndr) perché lui non era in grado ovviamente di conoscere la ragione per la quale Prospero lo ha utilizzato”.

“In due mesi e quindi in tempi abbastanza brevi riteniamo di avere individuato il possibile autore dell’aiuto al suicidio. Anche se ovviamente vale la presunzione di innocenza”, ha detto ancora Cantone a margine della conferenza stampa.

“Un’indagine complicata – ha spiegato Cantone – tutta fatta utilizzando i dati presenti sui cellulari e gli apparati informatici. Solo il primo tassello. L’indagine deve infatti continuare per comprendere poi tutta una serie di questioni che riguardano la presenza delle sim e di più cellulari. E soprattutto perché c’era l’utilizzo di questo appartamento da parte di un ragazzo che non sembrava non averne ragioni”.





Il padre del ragazzo, Michele Prospero in un’intervista rilasciata alla Tgr Abruzzo  ha detto: “Sinceramente, ho ancora dei dubbi che lo abbia fatto o volontariamente o aiutato da qualcuno. Io sono sempre del parere che si tratti di omicidio. Andiamo avanti, lasciamo la Procura lavorare tranquillamente, sicuramente ci saranno sviluppi”.

La tragedia di Andrea sia “un monito per tanti ragazzi che in rete non trovano l’oceano in cui navigare ma piuttosto un abisso profondo ed estremamente pericoloso”, ha poi detto l’avvocato Francesco Mangano, legale della famiglia.

“Sarebbe una magrissima consolazione” aggiunge il legale. “Il vuoto che ha lasciato Andrea è incolmabile – sottolinea la sorella dello studente, Anna Prospero – Noi confidiamo nella giustizia e ringraziamo gli inquirenti, gli avvocati e tutte le persone che ci hanno aiutato a far venire fuori la verità e che ci aiuteranno ancora”.

 

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