SUICIDIO TROTTA: DIRETTORE CARCERE DI VASTO CHIEDE RITO ABBREVIATO

15 Giugno 2023 18:33

Chieti - Cronaca

VASTO – È stata rinviata al 21 settembre prossimo l’udienza preliminare dinanzi al gup del Tribunale di Vasto, Fabrizio Pasquale, chiamato a pronunciarsi sulla richiesta di rinvio a giudizio a carico del direttore del carcere di Vasto e coordinatore dello staff multidisciplinare di accoglienza e sostegno, Giuseppina Ruggero, e dell’assistente capo coordinatore in servizio presso la Polizia Penitenziaria e addetto alla sorveglianza dei detenuti, Antonio Caiazza, per il suicidio nel carcere dello psichiatrica all’epoca dirigente medico dell’Asl di Pescara, Sabatino Trotta.





Quest’ultimo si tolse la vita il 7 aprile del 2021 poche ore dopo essere stato arrestato nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Pescara su una gara gara da oltre 11 milioni di euro indetta dalla Asl per l’affidamento della gestione di residenze psichiatriche extraospedaliere.

L’udienza di oggi è stata rinviata accogliendo la richiesta di legittimo impedimento presentata dal difensore di Caiazza, l’avvocato Maria Concetta Berarducci.





La difesa di Ruggero, con gli avvocati Massimo Solari e Massimo Zambelli, nei giorni scorsi ha depositato richiesta di rito abbreviato. Rito che, pur non essendo stato formalmente ancora ammesso, si potrebbe discutere il 21 settembre.

Sempre nell’udienza di oggi c’è stata riserva di costituzione di parte civile dei familiari di Trotta. Ad entrambi gli imputati viene contestato nella richiesta di rinvio a giudizio formulata dall’ex procuratore capo Giampiero Di Florio, l’omicidio colposo e la violazione dell’articolo 40 del codice penale “cagionava o comunque non impediva il decesso di Sabatino Trotta” e di norme in materia di prevenzione di suicidi oltre che di sorveglianza dei detenuti nella sezione in cui si trovava Trotta, il quale si impiccò con il lacciò dei pantaloni della tuta legandolo al gancio di apertura della finestra. E vengono contestate sia colpa generica consistita in negligenza, imprudenza e imperizia, sia la colpa specifica consistita nella violazione delle norme che disciplinano l’accoglienza e il sostegno dei detenuti negli istituti penitenziari nel caso della Ruggero, e per Caiazza nella violazione delle norme che disciplinano le mansioni degli addetti alla sorveglianza dei detenuti e l’accoglienza e sostegno ai detenuti nuovi giunti negli istituti penitenziari.

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