FRANCAVILLA AL MARE – “Marsilio e Verì sono lontani dalla realtà. Ad essere buoni sono davvero troppo ottimisti. La verità è che la sanità è fuori controllo e non c’è un piano preciso e condiviso per affrontare il pesante disavanzo. Il punto non è che non ci sarà alcun commissariamento da Roma, ma che i servizi ai cittadini, anche quelli che ci votano, peggiorano, e ora dovremo fare anche dei tagli. E su questo, come su altri aspetti, ci dobbiamo assolutamente rivedere”.
È la posizione, dietro le quinte, di alcuni consiglieri regionali di centrodestra reduci dalla maratona di ieri a villa Maria di Francavilla al mare, dove la maggioranza di centrodestra confermata per la prima volta nella storia della regione per il secondo mandato appena sei mesi fa, che sembrano già una eternità, si è ritrovata in conclave dopo la pausa estiva.
Con presenti, convocati dal presidente della Regione, Marco Marsilio di Fdi, tutti i consiglieri, assessori, i direttori dei dipartimenti, tranne Claudio D’Amario, impegnato a Roma nella Commissioni nazionale sanità, la cui assenza è stata però da qualcuno considerata sintomo di un dissidio con l’assessore alla Salute Nicoletta Verì, ipotesi sa lui subito smentita, e infine di parte dei segretari regionali dei partiti, il deputato Nazario Pagano di Forza Italia, Paolo Tancredi di Noi Moderati, Enrico di Giuseppantonio dell’Udc, mentre non c’erano il senatore Etel Sigismondi di Fdi, e il sottosegretario all’Agricoltura, Luigi D’Eramo, per la Lega.
In tutti o quasi i convenuti la consapevolezza è che sarà un autunno difficile, con la spada di Damocle di un debito sanitario che imporrà gioco forza una nuova manovra correttiva, che toglierà risorse a tutte le altre poste. Per quanto l’assessore Verì, ex leghista non rieletta il 10 marzo con la lista del presidente, e richiamata in giunta come esterna e con la stessa delega, ha assicurato che il deficit sarà abbattuto addirittura a 20 milioni, altro che i 200 paventati dall’opposizione, ma anche scritti nei piani di rientro delle Asl, e questo grazie all’aumento dei trasferimenti del governo amico di Giorgia Meloni. Marsilio di Fdi ai cronisti nel punto stampa ha poi assicurato che “non c’è nessun rischio di commissariamento, il deficit è ampiamente sotto il 5% del budget assegnato”, e che “non si può parlare di ‘buco’ in un quadro in cui i tre quarti delle Regioni italiane hanno esattamente lo stesso problema, e non a caso il tema del finanziamento alla Sanità è centrale anche nel dibattito politico nazionale”.
Ma le parole di alcuni consiglieri raccolte da questa testata, sono di fatto un controcanto che smentisce le affermazioni del “tutto va bene”, e del “siamo i migliori” di Marsilio. Pochi consiglieri, per la verità, perché, nonostante l’assicurazione dell’anonimato, hanno comunque sottolineato il rischio di parlare, considerando che Marsilio anche ieri si è comportato da “padre padrone” e ha intimato per la ennesima volta di mantenere le bocche ben cucite con i giornalisti, in particolare proprio con Abruzzoweb.
Nella riunione, con una ora di tempo per assessore per intervenire, si è parlato di tanti temi e progetti legislativi da mettere in campo nei prossimi mesi, elencati qui di seguito, almeno i principali. Con i toni che si sono accesi, in alcuni passaggi, come la proposta dell’assessore Tiziana Magnacca di Fdi di una legge di riordino dell’Arap, l’Agenzia regionale dell’attività produttive, con tanto di commissariamento. Che ha inevitabilmente provocato la levata degli scudi di Lega e Forza Italia.
Ma nella riunione il vero convitato di pietra, che non induce certo all’ottimismo: i conti della Sanità, con un debito che anche per il 2024 senza interventi, in base alle previsioni dei dg delle Asl nei nuovi piani sfiorerà i 200 milioni, e imporrà alle stesse Asl tagli per quasi 70 milioni, per contenere il debito a 128 milioni, nella migliore delle ipotesi . E questo significherà per la Regione mettere in campo un altra manovra come quella che ha dovuto appianare i conti del 2023, di 122 milioni, di cui solo la metà è stata coperta con la cassa comune della sanità, e il resto con tagli e prelievi di tfr dei dipendenti, degli introiti delle tasse regionali, del fondo per i contenziosi. Il rischio insomma è che resti molto da meno da spendere per i progetti e punti del programma di mandati, con gli assessorati e rispettivi dipartimenti chiamati a fare sacrifici.
E dunque i numeri ben diversi forniti da Verì, con un deficit abbattuto a 20 milioni, addirittura uno zero in meno rispetto all’ipotesi peggiore, quasi 200 milioni senza nessun intervento correttivo, non ha convinto più di tanto, in un contesto dove la “razionalizzazione” dovrà incidere in ospedali dove già mancano le medicine e i dispositivi di base, dove le liste di attesa restano inaccettabili, con i medici di famiglia in stato di agitazione e pronti a chiudere gli ambulatori, anche in Abruzzo, solo per citare alcune delle criticità.
E la discussione ha portato anche a toni accesi, con Marsilio in più passaggi che ha malcelato un certo nervosismo.
Soprattutto quando è stato riproposto il commissariamento dei direttori generali ritenuti da molti i veri responsabili del buco, in particolare dal presidente della commissione Sanità, Paolo Gatti, di Fratelli d’Italia, e dei due consiglieri della Lega, il capogruppo, e presidente della Commissione Bilancio, Vincenzo D’Incecco, e la consigliera Carla Mannetti. Direttori riconfermati dalla giunta Marsilio un anno fa e per altri 5 anni, come nel caso di Thomas Schael alla Asl chietina e Maurizio Di Giosia, alla Asl Teramo, e contestualmente nominati, nel caso di Vero Michitelli alla Asl di Pescara, o prorogati a giugno per un altro anno, come Ferdinando Romano alla Asl aquilana.
E Marsilio di fatto anche ieri ha continuato difenderli e a blindarli. Pur aprendo all’ipotesi di una Asl unica, ma al di là da venire, e chissà quando, proposta anch’essa avanzata dalla Lega, in quanto si ritiene che in questo modo il controllo dell’ente regionale sarà più stringente e agevole, e la gestione del comparto sanitario più omogenea e accentrata.
A proposito di sanità, pare essere destinata a restare nel cassetto la proposta di Marsilio, già bloccata due volte in giunta, di istituire una Struttura tecnica a lui rispondente, oltre che all’assessore Verì, per gestire i piani di rientro della sanità, e considerato dai consiglieri un “commissariamento di fatto” del consiglio, del dipartimento Sanità ed anche degli attuali dg, messi alle strette, seppur restando saldi al loro posto.
E’ accaduto infatti che l’assessore Verì ha espresso il suo favore alla proposta di legge, preparata da Carla Mannetti, e che è piaciuta a tutti, di una task force per contrastare il buco, che dovrà affiancare l’assessore. A costo zero, visto che sarà costituita dagli attuali dirigenti regionali scelti per le specifiche competenze, e non dal costo di un milione di euro e con la nomina di un titolare fiduciario di Marsilio, come invece nell’ipotesi della Struttura tecnica.
A ribadire il ruolo centrale del consiglio, nella partita della sanità, è stato ancora una volta Gatti: grazie ad un suo emendamento passato contro il parere di Verì e l’appoggio dell’opposizione, la commissione Sanità da lui presieduta, e la commissione Bilancio, sui piani di rientro d’ora in avanti esprimeranno pareri non più solo “obbligatori”, ma “vincolanti” per la giunta. Ma non basta: Gatti ieri ha auspicato, per non dire intimato, che i documenti delle quattro Asl dei piani di rientro che arriveranno in commissione la prossima settimana, dovranno essere corredati dai pareri dei dipartimenti, per avere un quadro esatto e verificato delle cifre e della congruità delle misure di risanamento previste.
Un momento di tensione, a dimostrazione che la maggioranza non è certo compatta come una falange macedone, come il presidente vuol far credere, è quando nel suo intervento, l’assessore Magnacca di Fdi ha annunciato una legge di riordino dell’Arap con contestuale commissariamento, leggasi “benservito” dell’attuale cda, di cui è presidente in scadenza Giuseppe Savini, in quota Forza Italia. Provocando la levata di scudi della Lega, oltre che di Forza Italia, per i quali se di commissariamento si deve pararle, allora va fatto un ragionamento più ampio, con principi e criteri condivisi, e non utilizzato in modo mirato da Fdi, per piazzare intanto un commissario di sua fiducia ed emanazione in questo o quell’ente.
In questo passaggio nel summit è deflagrato insomma lo scontro, lungo dal risolversi, della partita dello spoils system, dopo che lunedì scorso caso si è risolto con un nulla di fatto l’ennesimo tavolo, questa volta convocato a Pescara. Dove Fdi ha continua a insistere sulla ripartizione in base ai rapporti di forza usciti dalla urne il 10 marzo: il 45,5% in termini di numero e peso specifico delle poltrone, prevedendo la distribuzione delle restanti quote al 24,5% per Forza Italia, 14,5% per la Lega, 10,5% per la lista Marsilio Presidente e 5% per Noi Moderati. Con Fi e Lega che puntano i piedi, facendo notare che una maggioranza con Fdi padre padrone non è certo la soluzione per garantire vita serena alla maggioranza. e chi ha orecchio per intendere intenda.
Una buona condivisione ha invece riscosso un’altra proposta avanza da Magnacca, l’istituzione anche in Abruzzo di una Agenzia del lavoro, che si farà carico direttamente di gestire i Centri per l’impiego (Cpi), che ora dipendono dal dipartimento. E ha annunciato anche una quarantina di assunzioni nei Cpi.
Ma del resto, al netto della coesione e del clima sereno con cui si è svolto il conclave, divisioni tutt’altro che sanate restano anche dentro il primo partito della maggioranza, Fdi, tra l’assessore regionale al Bilancio, Mario Quaglieri, campione di preferenze con quasi 12 voti, e il capogruppo in consiglio Massimo Verrecchia. Scontro esploso nella loro Marsica, con l’ingresso in Giunta comunale di Avezzano, dell’esponente di Fratelli d’Italia Iride Cosimati, che segna il passaggio del partito nella maggioranza del civico Gianni Di Pangrazio, possibile candidato per i meloniani alle prossime elezioni, operazione voluta e portata avanti da Quaglieri e vista con il fumo negli occhi da Verrecchia.
Scontro che poi si è esteso in consiglio regionale con Verrecchia che ha sfoderato tre emendamenti, firmati anche dagli altri consiglieri di Fdi, per cancellare altrettanti articoli con fondi ad hoc per tre Comuni amici e solo quelli a discapito di tutti gli altri, inseriti da Quaglieri nel testo della legge di assestamento. Marsilio però ha imposto il diktat a Verrecchia di ritirare gli emendamenti e consentendo a Lega e Forza Italia di inserire ulteriori emendamenti per finanziare misure che gli stavano a cuore. Ma le ruggini sono rimaste tutte, tra i consiglieri Fdi e Marsilio. E anche ieri tra i due contendenti si è registrata una cordiale freddezza.
Durante l’incontro non si è parlato del caso Quaglieri. A destare preoccupazione è in maggioranza il rinvio a giudizio a suo carico per peculato, con processo immediato, senza passare per l’udienza preliminare, fissato il 10 dicembre, per un presunto illecito utilizzo di una sim telefonica intestata al Comune di Trasacco, dove Quagliere era stato due volte sindaco e poi consigliere fino al 2022. Come pure l’inchiesta sempre a suo carico, e ancora in corso, sul presunto conflitto di interessi per il suo doppio ruolo di presidente della commissione sanità e di assessore regionale al Bilancio già dalla passata legislatura, e la sua attività di medico chirurgo con contratto di collaborazione presso le cliniche private. Marsilio ostenta serenità, tanti della maggioranza molto meno.
A proposito di Quaglieri, l’assessore ieri nel suo intervento ha spiegato che entro fine settembre con una apposita riunione dei capogruppo, fornirà i numeri delle maggiori entrate in Bilancio. Importanti anche per finanziare il maxi emendamento del 2023 con i tanto vituperati fondi a pioggia da 22 milioni distribuiti a piene mani e a discrezione da tutti gli assessori e consiglieri, anche quelli di opposizione, nella manovra di bilancio di fine 2023. E che ora l’opposizione di campo largo del professor Luciano D’Amico vuole cancellare con un tratto di penna,
L’assessore di Fdi Umberto D’Annuntiis ha ribadito che occorre moltiplicare gli sforzi contro ‘erosione della costa, promettendo di utilizzare in tempi stretti i fondi già stanziati.
L’assessore al Sociale Roberto Santangelo, di Forza Italia, in particolare ha indicato come priorità quella di intervenire sulla situazione debitoria di alcune delle Aziende servizi alla persona, le Asp.
E in generale gli esponenti di Forza Italia, hanno insistito sulla necessità della riforma del ciclo idrico integrato, fa alla luce della drammatica crisi idrica di questa estate, dove anche la governance “fa acqua da tutte le parti”, sulla situazione del Fondo di sviluppo e coesione-Fesr e l’attuazione di misure di sostegno ai comparti produttivi in crisi.
E il sottosegretario Daniele D’Amario, e l’assessore Santangelo hanno insistito sulla necessità di mettere ai primi posti dell’agenda politica su temi come “la promozione turistica della regione, la scuola con il potenziamento degli Istituti superiori e l’istituzione di nuovi indirizzi di studio e la questione del turismo balneare che richiede una posizione compatta della Regione a sostegno di una categoria produttiva che ogni anno garantisce migliaia di posti di lavoro”.
Si è parlato anche dell’abbattimento selettivo dei quasi 500 cervi, in alcune aree della provincia aquilana, misura di contenimento voluta in primis dal vicepresidente della Giunta, Emanuele Imprudente, della Lega che ha la delega all’Agricoltura. Il segretario regionale di Forza Italia Pagano, ha ribadito le sue perplessità, ma sottolineando che la sua è una posizione personale, mentre il gruppo di Forza Italia, a cominciare dal presidente del consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, si è detto invece d’accordo con l’abbattimento, motivato da un oggettivo sovrannumero e relativi danni non più sostenibili alle attività agricole.
Infine Marsilio, tra le altre cose ha posto l’accento sulle nere nubi che si addensano sul polo automotive della Val di Sangro, motore economico della regione, sul rischio di delocalizzazione da parte di Stellantis, nei nuovi stabilimenti in Polonia dove le tasse sono molto più basse. Tanto che Marsilio ha dovuto prendere carta e penna e scrivere all’amministratore delegato Carlos Tavares, il quale ha sì rassicurato il presidente che la Val di Sangro resta strategica, ma nello stesso tempo ha sollecitato la realizzazione di tutte le infrastrutture per rendere più competitivo il sito produttivo abruzzese
“Il momento internazionale economico non è facilissimo, c’è la crisi dell’automotive che già comincia a mordere sulla carne viva. In Germania, ad esempio, chiudono le fabbriche. Questo perché le scelte dell’Europa in questi anni sono state sbagliate e hanno creato incertezza nel mercato, c’è un picco negativo di vendite di automobili – e di furgoni per quanto riguarda la fabbrica di Atessa – che la stanno mettendo in forte difficoltà. Naturalmente l’automotive rappresenta un comparto molto importante per l’economia abruzzese. Stiamo seguendo la vicenda con molta attenzione, non a caso ieri ero proprio ad Atessa a parlare con i dirigenti di Stellantis per creare sinergia e cercare di individuare insieme le strategie necessarie per affrontare questa situazione”.
E ha concluso nel punto stampa, a tirare le somme della giornata: “Abbiamo lavorato sodo per mettere a fuoco le priorità, i progetti, le riforme su cui stiamo lavorando. Dopo una lunga pausa estiva, prendersi 24 ore di riflessione per fare squadra, sintesi, strategia nella maggioranza è una cosa naturale che non mi emoziona né in positivo né in negativo. È la giusta fatica che dobbiamo fare per camminare insieme e condividere le posizioni politiche-amministrative”.
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