La crisi di governo riporta in primo piano il doppio rincaro previsto dal primo gennaio 2020

TASSE: L’AUMENTO DELL’IVA COSTEREBBE ALLE FAMIGLIE ABRUZZESI 454 EURO EURO IN PIU’

25 Agosto 2019 07:45

Regione - Economia

L'AQUILA – La crisi di governo riporta in primo piano il doppio rincaro dell’Iva previsto dal primo gennaio 2020 e le famiglie italiane dovranno fare i conti con un aumento che costerà in media 541 euro all'anno, che corrispondono a 45 euro in più al mese su una spesa di 1.982 euro.

Il Sole 24 ore, partendo dall’ultimo report dell’Istat sulla spesa per consumi delle famiglie, relativa al 2018, ha calcolato a quanto ammonta il conto della doppia maggiorazione e chi è destinato a pagarlo: in Abruzzo, per esempio, l'aumento costerà alle famiglie 454 euro in più.

La spada di Damocle dell'aumento dell'Iva pesa sulla testa degli italiani dal 2015 cioè da quando l'allora Legge di Stabilità del Governo Renzi parlava di “Incremento dell'aliquota Iva del 10% di due punti percentuali a decorrere dal primo gennaio 2016 e di un ulteriore punto percentuale a partire dal 2017 L'aliquota Iva del 22%, invece, sarebbe aumentata di 2 punti percentuali dal primo gennaio 2016, di un ulteriore punto dal gennaio 2017 per poi crescere di un altro mezzo punto dodici mesi dopo”.





Da allora, però, l'aumento dell'imposta sul valore aggiunto è sempre stato sterilizzato, grazie alla sterilizzazione della clausole di salvaguardia imposte dall'Unione europea per salvaguardare i conti pubblici.

Fino ad oggi i differenti governi sono stati in qualche modo in grado di trovare quei miliardi di euro necessari a non sforare il deficit, con la conseguenza di far scattare le clausole, e questo ha permesso che l'aliquota ridotta rimanesse al 10% e l'ordinaria al 22%.

Il prossimo esecutivo, che sia tecnico o politico, dovrà quindi operarsi per evitare, come si legge su Panorama, che l'imposta cresca nel 2020 e nel 2021.

Per scongiurare l'aumento il governo dovrà rinvenire risorse per 23 miliardi di euro (50 miliardi nel biennio 2020-2021).





In caso contrario l'Iva ridotta passerà al 13% e qualla ordinaria al 25,2% per poi arrivare al 26% nel 2021.

A livello territoriale, i rincari maggiori colpiscono le famiglie delle regioni più ricche, con 681 euro all’anno in più in provincia di Bolzano, 660 in Valle d’Aosta e 648 in Lombardia. Il conto è più leggero, invece, in Calabria (405 euro), in Puglia (431) e in Sicilia (432). 

Il peso percentuale del maggior esborso, però, è strettamente collegato ai volumi di spesa, e cambia poco in percentuale. In Lombardia, Veneto e Friuli-Venezia Giulia, la “super-Iva” pesa per il 2,3% dei consumi familiari. Nelle regioni del Sud – dove è maggiore l’incidenza dei beni con l’Iva ridotta – il rincaro sfiora il 2,2 per cento.

Guardando al tipo di famiglia, l’aumento più elevato grava sulle coppie con due figli (756 euro all’anno), mentre le famiglie più numerose potrebbero sfruttare un minimo di economie di scala. In termini percentuali, però, i più danneggiati dalla stretta sull’Iva sono i single da 18 a 34 anni, con 428 euro in più all’anno, pari a quasi il 2,4% del proprio budget.

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