AMATRICE – “Abbiamo appreso che la scorsa settimana lo Stato italiano ha versato una prima tranche delle ‘speciali elargizioni’ destinate alle vittime della tragedia di Rigopiano. È un gesto di solidarietà sociale lodevole, ma crea una vistosa disparità di trattamento con i familiari delle vittime di altre calamità naturali i cui effetti in termini di perdite di vite umane sono stati amplificati dal mancato rispetto delle regole cautelari e delle norme di precauzione, come i terremoti dell’Aquila e, nel nostro caso, di Amatrice”.
A parlare è Marco Gianlorenzi, fratello di Matteo, il quarantaquattrenne di Orvieto morto sotto le macerie dell’hotel Roma di Amatrice, a causa del terremoto del 24 agosto 2016, insieme alla moglie Barbara Marinelli. “Speriamo – dice – che questa discriminazione venga rimossa al più presto”.
A quasi quattro anni e mezzo di distanza dalla tragedia, la famiglia della coppia – come quelle di molte altre vittime del sisma – è costretta a battersi per ottenere un riconoscimento economico dallo Stato, così come giustizia sul fronte civile.
“C’è una proposta di legge presentata dall’onorevole Stefania Pezzopane, depositata il 15 gennaio 2019 e accompagnata da proposte analoghe – spiega sulla pagina Facebook dell’associazione 3.36 per Barbara & Matteo e ribadisce all’Ansa Gianlorenzi -, il cui iter di esame è in stallo in commissione Ambiente. Ci auguriamo che il parlamento riesca a trovare il tempo per esaminare ed approvare l’iniziativa legislativa. Capiamo che il problema sono le risorse, visto il numero rilevante delle vittime del terremoto, ma è assurdo che ci siano cittadini di serie A e cittadini di serie B”.
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