TERREMOTO L’AQUILA, RIBALTATO VERDETTO SHOCK: SENTENZA ESCLUDE RESPONSABILITA’ VITTIME

15 Giugno 2023 21:26

L'Aquila - Terremoto e Ricostruzione

L’AQUILA – Il Tribunale civile dell’Aquila, nei giorni scorsi, ha condannato ad un risarcimento danni di 780mila euro, oltre agli interessi e alla rivalutazione monetaria, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e il Ministero dell’Interno nei confronti dei familiari delle due studentesse Genny e Giusy Antonini, originarie di Controguerra (Teramo), morte il 6 aprile 2009 nel crollo all’Aquila dello stabile di via Campo di Fossa, al numero civico 6B, con la motivazione che le due giovani, rimanendo a casa, hanno assunto un comportamento corretto vista la situazione caratterizzata dallo sciame sismico.

La sentenza del giudice Baldovino De Sensi ha ribaltato il verdetto choc della collega Monica Croci legato ad un altro processo civile per il crollo dello stesso palazzo, che nello scorso mese di ottobre ha previsto un concorso di colpa del 30 per cento nei confronti di alcune vittime per il fatto che le persone decedute hanno sbagliato a rimanere in casa e a non uscire dopo le due scosse precedenti a quella devastante delle 3.32.





Una decisione, quello della Croci, che all’epoca ha destato scalpore e polemiche in tutta Italia e suscitato sit-in di protesta.

Al contrario, il giudice De Sensi ha scritto nella sentenza che la responsabilità delle vittime è infondata perché “non solo è rimasta sfornita di prova ma, nel corso del giudizio, sono emersi elementi di segno contrario”: in particolare, c’erano scosse “con cadenza quasi quotidiana” e l’edificio “non aveva subito alcun danno visibile prima del crollo”.





La seconda sentenza ha dichiarato che “non si potrebbe esigere dalle vittime un comportamento diverso da quello posto in essere” e “la scelta di rimanere in casa nonostante l’intensificarsi dello sciame sismico non può essere considerata imprudente o poco diligente”.Solo per una coincidenza fortuita rappresentata dallo smarrimento del fascicolo questo secondo processo non è stato condotto dal giudice Croci che dopo la sentenza choc è stata trasferita al Tribunale penale. Per quanto riguarda il suo filone, i legali difensori stanno lavorando al documento di appello.

Nella sentenza, oltre ai Ministeri, sono stati condannati al risarcimento, in solido tra loro, Maria Antonietta, Maria Teresa ed Eliana del Beato, quali eredi del costruttore.

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