TERREMOTO TURCHIA-SIRIA: OLTRE 7MILA MORTI, DOPPIETTA DI FAGLIE, CENTINAIA DI REPLICHE

7 Febbraio 2023 19:19

Mondo - Terremoto e Ricostruzione

ISTANBUL – Il bilancio delle vittime del violento terremoto che ha colpito la Turchia e la Siria è salito a oltre 7.100 morti, secondo i dati ufficiali. In Turchia sono morte 5.434 persone e in Siria 1.712, per un bilancio complessivo di 7.146 vittime.

C’è un’altra grande faglia che si è attivata dopo il primo terremoto di magnitudo 7,8: la seconda grande scossa di magnitudo 7,5 registrata alle 12:24 (le 11,24 in Italia) sembrava inizialmente una replica e solo dopo le prime analisi è emerso che si era attivata una seconda faglia, lunga fra 70 e 80 chilometri e localizzata poco a Nord della Est Anatolica.

“Doppiette come queste non sono rare” e “sicuramente si sono attivate anche tantissime faglie minori”, osserva il presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Carlo Doglioni.

Per avere un’idea dell’energia scatenata, basta considerare le almeno 300 scosse registrate nell’arco di 13 ore, a partire dalla mezzanotte. Come la Est Anatolica, anche la nuova faglia ha provocato uno spostamento del suolo dell’Anatolia.





“Su alcune parti della faglia è stato calcolato uno spostamento del suolo fino a 10 metri”, dice il sismologo Alessandro Amato, dell’Ingv.

“È avvenuto un movimento di tipo trascorrente”, ossia il suolo è slittato orizzontalmente lungo i due lembi della faglia, “con un orientamento verso sinistra, in direzione dell’Egeo”. La faglia Est Anatolica e la nuova faglia hanno finito per convergere verso Est, formando un angolo acuto.

Insieme, le due faglie hanno prodotto centinaia di repliche, almeno tre delle quali di magnitudo uguale o superiore a 4 e almeno una quarantina di magnitudo uguale o superiore a 4, come indica la lista riportata nel sito che aggiorna costantemente la situazione sismica nella zona, gestito dall’Università del Bosforo con l’Osservatorio di Kandilli, l’Istituto per la ricerca sui terremoti (Krdae) e il Centro regionale di monitoraggio e valutazione di terremoti e tsunami (Bdtim). È una mappa animata, dove i puntini rossi dei terremoti disegnano una doppia diagonale che dal confine con la Siria sale verso Nord-Est.

Rende bene l’idea del “volume della crosta che si muove”, osserva Doglioni, con le faglie che liberano l’energia accumulata, producendo lo scuotimento. Le repliche avvengono infatti perché, quando la faglia principale rilascia energia con il Terremoto, induce le faglie adiacenti a caricarsi ulteriormente ed eventualmente a rompersi. È questo il motivo per cui, nella mappa, i colori associati ai terremoti meno forti sono più numerosi.





Tutte e due le faglie hanno generato terremoti minori, comportandosi come una doppietta nota da tempo ai sismologi.

“Di doppiette ne vediamo tante, anche ad Amatrice e Norcia la sequenza sismica ha visto due faglie diverse”, dice Doglioni riferendosi al etrremoto che il 3 settembre 2016 è arrivato a pochi giorni quello del 24 agosto. Osservare questi fenomeni, aggiunge, è una sorta di “esperimento scientifico in cui riusciamo a capire cose nuove”.

Doppiette simili sono state viste anche nei terremoti avvenuti in Turchia nel 1999, prima a Izmit e poi a Düzce; è accaduto anche nel 2019 in California, nel sisma di Ridgecrest.

Studiarle è interessante, conclude il presidente dell’Ingv, perchè aiuta a capire meglio fenomeni sui quali c’è ancora molto da imparare: “la finestra temporale con cui abbiamo occasione di misure i terremoti è molto recente e la storia sismica è antica di centinaia di migliaia di anni. La conosciamo ancora troppo poco”.

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