ROMA – Il terzo mandato per i sindaci, anche recentemente sollecitato dall’Anci, entra nel dibattito parlamentare.
Un emendamento che va in questa direzione è stato depositato in Senato dal gruppo delle Autonomie con Meinhard Durnwalder (Svp) al ddl bipartisan sull’elezione diretta degli organi delle province, in discussione in Commissione Affari costituzionali, ed è oggetto del confronto dentro i partiti e tra di essi.
La sua approvazione, assieme a quella del ddl, inciderebbe anche sulle candidature delle europee, visto che diversi sindaci concludono per quella data il secondo mandato e potrebbero candidarsi per Strasburgo.
Sia il centrodestra che il centrosinistra hanno sindaci di importanti città che sono già al secondo mandato e che potrebbero essere candidati forti anche nelle prossime elezioni amministrative nel caso in cui fosse dato il via libera al terzo.
Per esempio il centrodestra ha Marco Bucci a Genova (eletto per la prima volta nel 2017), Luigi Brugnaro a Venezia (2015), Pierluigi Biondi a L’Aquila (2017), Andrea Romizi a Perugia (2014), Maurizio Rasero ad Asti (2017), Alessandro Ciriani a Pordenone (2016), solo per citarne alcuni.
Per il centrosinistra, oltre al sindaco di Milano Giuseppe Sala (dal 2016), c’è un nutrito gruppo di big il cui secondo mandato scade proprio a giugno prossimo e per i quali si parla già di candidatura alle elezioni europee, ma per i quali in città si chiede il terzo mandato. Si tratta ad esempio del sindaco di Bari e presidente dell’Anci Antonio Decaro, di Dario Nardella (Firenze), Giorgio Gori (Bergamo), Matteo Ricci (Pesaro), per citare quelli più noti a livello nazionale.
La presentazione dell’emendamento da parte del gruppo delle Autonomie ha indotto gli altri partiti a non depositare un analogo emendamento, così da non marcare partiticamente questa proposta, rendendo quindi più aperto il confronto.
Secondo quanto riferiscono i senatori di diversi gruppi parlamentari, i partiti stanno valutando le convenienze per sé e quelle da non concedere agli avversari.
Ad esempio nel Pd si domandano se conviene maggiormente far correre alle europee i vari Decaro e Nardella in grado di raccogliere preferenze, o se puntare a un loro terzo mandato con buone chance di successo; viceversa i partiti del centrodestra si interrogano quale dei due scenari sia più conveniente per loro.
A ciò si aggiunge il fatto che l’approvazione del terzo mandato per i sindaci, favorirebbe sul piano politico i sostenitori (in entrambe gli schieramenti) del terzo mandato per il Governatori, che a livello legislativo dipende dalle Regioni.
Nel Pd il tema riguarda Stefano Bonaccini, Vincenzo De Luca o Michele Emiliano, con la segretaria Elly Schlein contraria ai tre mandati ma con diversi dirigenti locali favorevoli. Nel centrodestra il terzo mandato riguarderebbe Attilio Fontana o Giovanni Toti.
C’è infine una questione di tempi, vale a dire se si riesce ad approvare il ddl in tempo per le Europee. Sul principio dell’elezione diretta degli organi delle province sono tutti d’accordo tranne Iv, ma ci sono pareri diversi su alcune questioni, come il numero dei Consiglieri Provinciali.
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