PESCARA – “Chissà se chi sottovalutò l’allarme ha mai avuto qualche rimorso, se mai torna con la mente a quei momenti. E il mio pensiero ricorrente, se uno non sa non deve sottovalutare mai, figuriamoci in caso di una probabile emergenza”.
Marco Foresta, 33 anni, parla così all’Adnkronos riferendosi alla funzionaria della prefettura di Pescara che, al primo allarme lanciato dal ristoratore Quintino Marcella, rispose: “La madre degli imbecilli è sempre incinta”.
“Con mia madre Bianca – racconta – mi scrissi messaggi fino alle 16,20, momento della tragedia. Mi mandò una foto della finestra dell’albergo quasi del tutto coperta dalla neve. Era preoccupata dalla mattina, quando c’erano state le prime scosse. Provai a tranquillizzarla fino all’ultimo, ma intanto mi chiedevo perché la turbina tardasse tanto ad arrivare”.
“Quando si sono diffuse le prime voci dalla protezione civile, all’inizio si parlava di un piccolo crollo, poi sono cominciate le dirette dei tg che seguivano le turbine”.
“È stato così – va avanti Marco Foresta – che ho immaginato che la cosa non era di piccole dimensioni. In una settimana di ricerche per portare fuori tutti dall’albergo ho sempre sperato, fino a quando all’improvviso ho capito di essere solo. I miei genitori erano andati due giorni a riposarsi, sono morti così”.
“Il destino ha voluto che li lasciassi andare da soli – aggiunge – Il giorno della partenza, io che dovevo andare con loro, dissi che sarei rimasto a casa, che sarebbe stato carino per loro passare due giorni insieme. Per questo risultavo anche io nell’elenco della questura. Oggi come sempre ricordo i miei e le altre vittime di questa assurda tragedia. Con amore, ma anche con una mai placata sete di giustizia”.
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