UNO DEI COMPONENTI DELL'ASSOCIAZIONE A DELINQUERE, DI CUI FACEVANO PARTE 5 UOMINI E QUATTRO DONNE, RISULTA IRREPERIBILE AL MOMENTO

TRATTA DI ESSERI UMANI E RITI VOODOO: NOVE NIGERIANI IN MANETTE IN ABRUZZO

2 Dicembre 2019 12:12

Teramo - Cronaca

TERAMO – Associazione a delinquere finalizzata alla commissione dell'illecita intermediazione finanziaria, autoriciclaggio e riciclaggio trasnazionale, e tratta di esseri umani.

Questa l'accusa che ha portato all'esecuzione dell'ordinanza applicativa della misura cautelare in carcere di 9 persone di nazionalità nigeriana, 5 uomini e 4 donne.

L'ordinanza arriva al termine di una complessa attività di indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di L'Aquila. Questa mattina all'alba, gli agenti della Squadra Mobile di Teramo con l'ausilio del Reparto Prevenzione Crimine “Abruzzo” di Pescara e delle Squadre Mobili di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata hanno eseguito l'ordinanza emessa dal Gip dell'Aquila.

A finire in manette sono stati Bright Omosigho, nato in Nigeria nel 1989 residente a Fermo; Osaro Godwin Uwaila, nato in Nigeria nel 1977 residente a Civitanova Marche; Rosemary Ogei, nata in Nigeria nel 1994 residente a San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno); Sharon Onyebuchi Aromire, nata in Nigeria nel 1990 residente a Martinsicuro (Teramo); Ebade Veronica Osadiaye, nata in Nigeria nel 1991, residente a Porto Sant’Elpidio (Fermo); Emmanuel Ojiemudia, nato in Nigeria nel 1995, residente a Corropoli (Teramo); Florence Mark Ehigiamusoe, nata in Nigeria nel 1978, residente a Nereto (Teramo);  Charles Onoh, nato in Nigeria nel 1983 residente Castiglione dei Pepoli (Bologna). 

L'esecuzione della misura cautelare nei confronti di Charles Onoh e Osaro Godwin Uwaila è avvenuta presso l'aeroporto di Fiumicino, dove i due erano avevano prenotato un volo diretto in Nigeria, quella di Bright Omosigho è avvenuta al casello di Teramo dell'autostrada A/24. 





Uno dei componenti dell'associazione destinatario della misura è tuttora irreperibile.

L’operazione di polizia giudiziaria costituisce il risultato della attività di indagine che, nel mese di luglio scorso, aveva già portato all'esecuzione di un'ordinanza applicativa della misura della custodia cautelare nei confronti di 6 persone, un italiano e 5 donne di nazionalità nigeriana, dimoranti in Abruzzo e nelle Marche, per i reati di tratta di esseri umani, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione di almeno 12 giovani donne nigeriane, che esercitavano sul territorio della “Bonifica del Tronto” della Provincia di Teramo, dopo essere giunte clandestinamente in Italia via mare con la promessa, da parte di chi li aveva reclutate in patria e sottoposte al rito “voodoo”, di un lavoro e di un futuro migliore.

Le successive indagini hanno permesso di individuare la destinazione del denaro provento dei suddetti reati permettendo di far luce su un sistema capillarmente diffuso su tutto il territorio nazionale che costituisce un meccanismo strutturato e transazionale di raccolta del risparmio (se il denaro è di provenienza lecita) o di riciclaggio ed autoriciclaggio (quando il denaro è di provenienza delittuosa) attraverso il meccanismo dell'hawala, strumento informale di trasferimento di denaro al di fuori dei normali circuiti bancari che impongono procedure di identificazione al fine di eludere qualsiasi regola di tracciabilità.

Si è accertata l'esistenza di un'associazione a delinquere, con basi operative nelle province di Teramo, Ascoli Piceno, Fermo e Macerata, composta tutta da cittadini nigeriani (4 donne e 5 uomini) dedita al riciclaggio ed all'autoriciclaggio verso la Nigeria, attraverso viaggi in aereo, di ingenti somme di denaro, abilmente occultate all'interno dei bagagli al seguito, provenienti dallo sfruttamento sessuale delle giovani donne nigeriane e da ulteriori attività illecite.

Gli indagati, alcuni dei quali hanno concorso anche nel reato di tratta, erano consapevoli della provenienza delittuosa del denaro che veniva loro consegnato o direttamente dalle giovani vittime o dalle loro madame che le ospitavano nelle proprie abitazioni site a Martinsicuro (Teramo) e nelle Marche.

L'illecito trasporto veniva svolto dietro un compenso pari ad una percentuale della somma che il committente vuole far recapitare in Nigeria percentuale che diminuisce al crescere della somma consegnata.





Si è accertato come il denaro che il committente vuole far arrivare in Nigeria, viene previamente e poco tempo dopo dalla richiesta, anticipato al destinatario su base fiduciaria, dall'Havaladar che si trova in Nigeria che ne rientrerà in possesso solo dopo che l'Havaladar che opera in Italia gli porterà il denaro raccolto in questo paese dagli ordinanti. Nello specifico all'interno della predetta associazione criminale alcuni dei membri svolgono il ruolo di collettori ossia di coloro che ricevono dai committenti dapprima l'incarico (principalmente tramite contatto telefonico o sms) e poi materialmente il denaro che si intende inviare in Nigeria.

 Il collettore successivamente, anche a brevissima distanza di tempo (generalmente tramite sms o messaggio whatsapp) fornisce al committente un codice identificativo numerico o alfa numerico che servirà al destinatario in Nigeria per poter ritirare subito il denaro in “naira” – valuta nigeriana) dal corrispondente in Nigeria dell'associazione.

Vi sono poi componenti dell'associazione con il precipuo ruolo di corrieri ossia di coloro che provvedono a ritirare materialmente dai loro dipendenti collettori le somme di denaro consegnate dai committenti per il loro trasporto in Nigeria con viaggi aerei. Tale denaro, una volta giunti a destinazione viene consegnato al gestore dell'Ufficio in Nigeria gestito da familiare o fiduciario) che si è occupato della preventiva consegna al destinatario. Come detto, gli appartenenti al sodalizio trasportano abitualmente in Nigeria, sempre per via aerea, non solo il denaro frutto dello sfruttamento sessuale, ma anche somme di denaro (di provenienza più o meno illecita) consegnato loro da numerosi connazionali, dimoranti nelle Marche ed in Abruzzo, il tutto in violazione delle norme in materia di raccolta del risparmio e di intermediazione finanziaria. Il meccanismo è consolidato su scala nazionale e comporta il trasferimento illecito di imponenti somme dall'Italia verso la Nigeria.

 Solo nel corso dei controlli effettuati con la collaborazione della Polizia di Frontiera e dell'Ufficio delle Dogane presso l'aeroporto di Fiumicino, sui “corrieri” dell'associazione prima che si imbarcassero per voli diretti in Nigeria, gli stessi sono stati trovati in possesso di oltre 400.000 euro.

Nel corso dell'indagine (meno di un anno) i corrieri indagati si sono complessivamente recati in Nigeria circa 100 volte per trasportare illecitamente i soldi consegnatigli dai committenti ne consegue che secondo una stima indicativa la somma illecitamente trasportata in Nigeria corrisponde a 7 milioni 500 mila euro.

Proporzionando queste cifre al fenomeno nazionale si ricava un flusso impressionante di denaro (in parte proveniente dallo sfruttamento sessuale delle giovani donne vittime di tratta, ma anche da altri gravi reati posti in essere da tali sodalizi) che viene trasferito in Nigeria al di fuori dei canali finanziari tradizionali per essere poi immesso nel paese Africano in circuiti bancari locali e/o per giungere, ormai ripulito, nelle mani delle organizzazioni criminali che li utilizzeranno per successive attività illecite o investimenti.

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